Consumi
Le pesche sono finite ma ci sono le castagne
Il superlavoro mi sfianca. Salvì, ma non ci sai stare zitto, fermo, calmino? Ma devi sempre dire la tua, in qualsiasi occasione, pisciando perennemente fuori dal pitale? Ma sai che alla gente poi puoi fare l’effetto opposto a quello che vorresti tu (che alla lunga sarà, comunque, un bene)? Ci fai arrossire tutti per te, perché ci fai vergognare di avere una classe politica infantile e irresponsabile, patologicamente invasata di narcisismo sterile e pernicioso.
Ma come ti viene in mente di far girare quel video all’Esselunga e pure di proporlo? Già ci bastava quello della bambina e della pesca che è uno spot melenso e stupido e che veicola messaggi erronei. Io sono sicuro che in origine ci sia stata una mela e non una pesca, ma poi lì qualcuno avrà giustamente fatto notare: no, la mela no, sennò poi ci dobbiamo anche mettere un serpente parlante, magari a cartone animato e si dà l’idea della femmina tentatrice, no, no, è una cosa già vista e che non va bene.
La bambina e la sua pesca stavano avendo troppo successo e ti stavano oscurando. Niente di meglio che fare un proprio microspot all’Esselunga per dimostrare di esserci. Ma ti rendi conto di ciò che hai messo in evidenza col tuo video, per fortuna di pochi secondi, quelli che bastano per qualificarti? Il pottone che vuole dimostrare che, al supermercato, lui esce col carrello pieno e prende ciò che gli capita, senza pensarci due volte oltre a fare una smaccata pubblicità occulta alla catena Esselunga. E questo un ministro della Repubblica non lo fa, perché il vice presidente del Consiglio è neutrale e non può mostrare pubblicamente di preferire un supermercato a un altro: tu te lo immagini, nei loro paesi, il vice di Macron o di Biden – o di Orbán, giusto per restare tra i tuoi amici -, fare la pubblicità all’Esselunga o a un qualsiasi equivalente tra i loro supermercati? Sarebbe subito costretto alle dimissioni, anche per molto meno.
E poi, pottonissimo, prendi le castagne senza i guanti di protezione, infischiandotene del prossimo e delle norme igieniche, riempiendo un carrello che, oggi, molte persone, che prima riuscivano a riempirne la metà, devono fare attenzione se riescono a coprirne solamente un angolino. Certo, col tuo lauto stipendio da parlamentare, pagato da tutti noi, potresti comprarti l’intero supermercato, compresi i dipendenti, ma la maggior parte della gente del Paese che gestisci si è impoverita, nel frattempo che tu giochi.
Il messaggio che lanci è pessimo, vuol dire che al tuo governo dei poveri non gliene importa un fico secco. Una mossa intelligente sarebbe stata quella di fare una superspesa all’Esselunga o altro supermercato, riempiendo il carrello fino all’inverosimile, passare dalla cassa, pagare colla tua carta di credito personale e poi andare a trovare la Caritas o qualsiasi altra mensa dei poveri, facendo dono di tutto. Ma non è nel tuo DNA aiutare gli altri, anche se ti professi cristiano, e non c’era una Bestia a suggerirtelo, basta la Bestia che è in te che ti fa fare un’esibizione fallimentare dopo l’altra. Sciocco, la gente ha bisogno di aiuto concreto e tu hai perso un’occasione d’oro per risollevare la tua immagine che già da tempo hai compromesso colle tue uscite infantili, e anche se lo facessi adesso si capirebbe che lo fai perché hai letto il mio suggerimento. Avresti peraltro potuto dimostrare che ciò che ha incautamente affermato il tuo collega cognato, la Lollo del Parlamento, era esatto: i poveri mangiano meglio dei ricchi. Questo anche nel caso che il carrello della spesa non fosse tuo ma te lo fossi fatto prestare da un cliente, giusto il tempo per girare i tuoi cinque secondi di video di autopromozione.
D’altro canto nessuno, alla resa dei conti, immaginava qualcosa di diverso. Solamente i beoti potevano immaginare il contrario, ossia che una manata d’irresponsabili e rissosi come voi della maggioranza attuale non potesse peggiorare la già grave situazione in così poco tempo, occupandosi di cose che acciecano il cittadino per il polverone sollevato e che serve, appunto, per nascondere i problemi strutturali del Paese: i rave party, i migranti, le sostituzioni etniche, i condoni, le pensioni, le Veneri viaggiatrici, i superbonus, diopatriaefamiglia, il direttore del Museo Egizio di Torino razzista verso i cristiani, la scuola del famoso “merito”, il Ponte sullo Stretto (o Canale di Sicilia, come, da perfetto superficiale, l’hai definito più volte), l’abolizione del reddito di cittadinanza e tutti i finti provvedimenti presi fino a oggi sono il fumo negli occhi per non occuparsi delle scuole e della Scuola, degli ospedali e della Sanità pubblica, dell’abusivismo edilizio, della rovina del territorio, delle centinaia di periferie problematiche, che non si sanano dando le stesse pene degli adulti ai quattordicenni o inviando mille poliziotti una tantum, dimostrando un’incapacità analitica totale.
Tutto, ma proprio tutto, ciò che avete demagogicamente celato colla cortina fumogena prima o poi arriva un ciclone e ne rivela la nuda veritas, il momento meno augurato da quando riscaldate le poltrone di Montecitorio col vostro indegno deretano.
E non manca giorno in cui o tu o la tua superiore nana bianca (nane bianche entrambi, devo dire, tu più dell’altra perché almeno lei ha più astuzia di te, a volte, per star zitta al momento opportuno, tu non sai trattenere manco la pipì) non vi tirate fuori dalla manica un provvedimento o una qualsiasi manifestazione narcisistica, irresponsabile, e, fondamentalmente, cretina. Dando dei cretini ai cittadini ma, soprattutto, mostrando quanto sono stati idioti i vostri elettori a fidarsi di voi. Forse quest’ultima cosa è un bene, anche se dubito che i vostri elettori, in quanto privi di capacità critiche, si possano rendere subito conto dell’errore. Forse inizieranno a realizzare che qualcosa non è andata proprio dritta quando andranno a pagare il conto al supermercato o dal benzinaio e si accorgeranno, forse, che la colpa non è dei migranti clandestini che rubano o “ci tolgono il lavoro” o vengono trattati meglio degli italiani, secondo il loro comune pensiero di decerebrati.
Prima gli italiani, appunto, prima gli italiani a essere presi in giro da una classe dirigente superpagata (da tutti noi) fuori dalla grazia di Dio, piena di bambini capricciosi e stupidi che nessuno rimprovera e castiga per i disastri combinati, con uno stupefatto Presidente della Repubblica che cerca, nei limiti dei suoi poteri, di mettere le toppe e proporre direttive costituzionali a chi la Costituzione manco la conosce e la calpesta, tentando di mantenere un’immagine del Paese credibile a livello internazionale. Penelope, che fa la tela ma che, a differenza di lei che la disfaceva la notte per ingannare i pretendenti, se la vede disfare da questi ragazzacci impazziti che non fanno altro che giocare giochi demenziali.
Prima gli italiani, sì, primi a restare intrappolati nelle sabbie mobili. La cosa più utile che potreste fare è togliervi di mezzo, riconoscendo che siete inadatti a governare un Paese e non stare nemmeno all’opposizione perché anche da lì avete solamente fatto danni, via, basta, toglietevi di mezzo, godetevi il vitalizio parlamentare ed eclissatevi. Ma soprattutto tu, indegno rappresentante di tutti gli italiani, torna nella tua Padania, dove ti amerebbero così tanto, e passa le serate al bar di un qualche paese prealpino, oppure cambiane uno a sera, perché quella è la tua dimensione, scattandoti tutti i selfie che vuoi coi vecchietti ubriachi e cantando cori dove i terroni puzzano, magari facendo il tifo per l’eruzione imminente dei Campi Flegrei. Naturalmente da postare su facebook, a futura memoria.
Ecco l’aroma indimenticabile del passato che io, da meridionale, non posso dimenticare MAI:
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