Bollette
Quando il governo parla di “incentivi”, nessuno si chiede chi li pagherà
L’ultimo decreto del MISE incentiva le c.d. comunità energetiche alla autoproduzione di energia elettrica. Entro qualche mese, Arera stabilirà il metodo per spalmarli nelle bollette, dopo aver concordato con i potenziali investitori quanto devono guadagnare, e le bollette inesorabilmente aumenteranno. I nuovi al governo sono troppo giovani e vedono solo il lato onirico della medaglia, quello dell’ambiente più sano e delle rinnovabili, ma non conoscono il passato oppure sono stati opportunamente preparati per sottacerlo. Non si rendono neppure conto di cosa sia accaduto in Italia negli ultimi vent’anni, e cosa ci riserva il futuro.
Il decreto in questione arriva quindici anni dopo il “primo conto energia“, al quale ne sono seguiti altri quattro, con il risultato che paghiamo oneri di sistema per dodici miliardi ai produttori di energia rinnovabile. Identificate la voce “oneri di sistema” sulle vostre bollette e moltiplicatela per le decine di milioni di consumatori; escludiamo le imprese perché non c’interessano. Le ultime convezioni dei “conti energia” risalgono al 2014 e hanno una durata ventennale – che il governo Renzi ha esteso a 25 – e quindi non cambierà nulla per i prossimi dieci.
Ma siccome più di 600 mila impianti di energia rinnovabile, sparsi per tutta la penisola, sbilanciano la rete, sono già previsti 49 GW di potenza convenzionale a gas, cioè il 60% della potenza nazionale installata, per ti-bilanciarla. E questo si tradurrà in altri miliardi in bolletta, ma nessuno ve lo dice, come nessuno vi dice che le bollette aiutano ogni anno Alitalia, Alcoa, Ilva etc.
Ma veniamo al comunicato del MISE sulle comunità energetiche:
“Il provvedimento rende, infatti, operativa una misura introdotta nel dicembre 2019 con il decreto Milleproroghe, che anticipando l’attuazione di una direttiva europea consente di costituire l’autoconsumo collettivo, attivabile da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, e le comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, PMI, enti locali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello dei condomini“
Il rischio, evidente, è che si formino società di scopo che installino potenze superiori alle reali necessità locali, proprio per versare in rete l’eccesso di energia, facendoselo pagare il doppio dell’attuale prezzo di mercato. E quali sarebbero le ragioni per stabilire, adesso, il prezzo del surplus di energia prodotta, se non per sovradimensionare gli impianti, invece di calibrarli sull’effettiva domanda locale? In questo modo, si ripeterà quanto accaduto in forza del decreto CIP6 , che da trent’anni continua ad elargire incentivi ai produttori, prelevandoli dalle bollette.
Ma anche i conti energia limitavano la potenza degli impianti a 1 MW, limitazione poi aggirata da aggregazioni fittizie con la creazione di impianti monstre, specialmente al sud. Accorgersi che molti ne approfittano non è facile anche perche i controlli, dopo anni, si fanno così. Una delle priorità del governo era quella di affrontare il problema degli oneri di sistema delle bollette. L’obbiettivo era quello di ridurli e invece, con questo decreto, si va esattamente nella direzione opposta.
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