Consumi
Il senso della politica per Chiara Ferragni
Il caso Chiara Ferragni è una banale pratica commerciale scorretta messa in atto da importanti imprenditori. Non sarebbe niente di più, se lei e il marito Fedez, ovvero i Ferragnez, non fossero contornati da infiniti haters e fans che polarizzano l’opinione pubblica, fino a farne un caso politico. Perché?
La figura dell’influencer
Molto ruota intorno alla professione dell’influencer. I fans pensano che sia un lavoro splendido e positivo, che aiuta sia chi lo svolge che chi lo segue a sollevarsi dalla routine quotidiana. Gli haters pensano invece che gli influencer si guadagnino da vivere sulle spalle degli altri, non facendo niente di concreto. Ovviamente, nessuna delle due affermazioni è vera.
Fare l’influencer è infatti un lavoro vero, con le sue difficoltà e i suoi tempi. Ed è stato legittimamente utilizzato da una piccola nicchia per cambiare la propria classe di appartenenza, in un mondo dove l’ascensore sociale è bloccato da anni. Ma, la stessa professione ripropone tutti i difetti del capitalismo odierno. In particolare, gli influencer creano bisogni per vendere ai fans prodotti di cui potrebbero fare tranquillamente a meno.
Mi verrebbe da dire che il problema non è Chiara Ferragni ma il capitalismo. Perché gli influencer possono causare danni molto minori rispetto alle grandi aziende che cambiano sede fiscale per non pagare le tasse o delocalizzano per schiavizzare la manodopera. Rispetto agli imprenditori di professione, posso pensare che l’errore dell’influencer sia stato commesso in buona fede. Lo stesso dubbio di cui ha beneficiato Valentino Rossi per la maxi evasione fiscale emersa nel 2007.
Il ruolo politico
Tra l’altro, Chiara Ferragni ha dovuto chiedere scusa proprio a causa del lavoro che svolge. Scuse che non ricordo essere mai state poste dalle nobili famiglie del capitalismo italiano. Perché fare l’influencer di successo porta ad esporsi, anche politicamente. Malgrado i Ferragnez vendano essenzialmente fuffa ben confezionata, sono spesso costretti a prendere posizione.
Fortunatamente, per caso o per interesse, si sono spesi spesso per la causa LGBT+ e per i diritti civili. Le loro belle parole hanno mandato in delirio una (piccola ma influente) parte della sinistra che vede nella coppia un baluardo contro la destra becera e razzista di Giorgia Meloni.
Niente di più sbagliato, perché chi vende fuffa pensando al proprio tornaconto può essere il baluardo solo di se stesso. E i militanti storici di sinistra non possono certo versare lacrime per due milionari che spesso sembrano parlare una lingua esotica.
Destra e sinistra
Al tempo stesso, la destra gongola perché può distrarre l’opinione pubblica dallo stallo del governo. Inoltre, Giorgia Meloni può attaccare due ricchi viziati dimostrando di difendere la povera gente, mentre approva una finanziaria che beneficia le classi più alte, in modo da aggirare quel cortocircuito di idee che caratterizza la nostra politica.
Ma c’è di più. Il presidente del consiglio sa bene che i suoi sostenitori più complottisti non aspettavano altro che uno scivolone dei Ferragnez. Nei loro ragionamenti contorti, non c’è distinzione tra la lotta e chi la attua, perché non riconoscono legittime le sacrosante affermazioni per i diritti civili. Nei loro pensieri, i diritti civili non possono essere altro che un oscuro piano di varie lobby, che fanno riferimento a precise figure imprenditoriali.
Attaccare i Ferragnez permette quindi alla Meloni di soffiare sull’omofobia, senza darlo troppo a vedere. La normale reazione della sinistra dovrebbe essere quella di lasciare la coppia al proprio destino dorato per concentrarsi su chi davvero lotta tutti i giorni per i diritti civili in questo paese. Ad esempio, organizzando una campagna nazionale per salvare la Casa delle donne Lucha y Siesta, a rischio di chiusura per colpa della Regione Lazio guidata dalla destra del presidente Francesco Rocca.
Immagine da Facebook di Chiara Ferragni Brand
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