Benessere
Essere donna oggi è anche una questione di tasse
L’IVA non è un tema particolarmente pop e accattivante, ogni tanto diventa argomento di conversazione da aperitivo quando si parla di IVA sui libri o sugli ebook. Eppure ormai l’aliquota è al 22% e influisce decisamente sul prezzo al consumo di quei beni che non rientrano nelle tabelle delle aliquote agevolate del 4% e 10%.
Immaginate poi se l’argomento dell’IVA si incrociasse con un altro, ancora meno pop e accattivante, quello delle mestruazioni. Incredibile ma è successo, nel Regno Unito è partita una campagna affinché il governo elimini l’IVA sugli assorbenti.
Essere donna oggi, ma anche ieri e domani, implica avere le mestruazioni una volta al mese per circa 40 anni (facciamo cifra tonda, non consideriamo le gravidanze e altre variazioni) e non è pensabile fare a meno di acquistare assorbenti, interni o esterni. Non è una scelta, è una necessità di ogni donna per poter semplicemente uscire di casa e vivere la propria vita. Dal mio personale punto di vista, sarebbero da considerare beni di prima necessità come gli alimentari e sicuramente più necessari del vino, che invece gode di aliquota agevolata (anche se in effetti, nei giorni che precedono il ciclo anche il vino può essere necessario, ma rimaniamo sul punto).
In Italia l’IVA sugli assorbenti è al 22%, il massimo. Eppure ogni donna ha ben chiaro l’esborso che acquistare questi prodotti comporta. Sembrerebbe quindi che il legislatore italiano (ma non solo, non siamo rimasti noi e qualche sperduto paese come per i matrimoni omosessuali) li consideri beni non necessari, anche se effettivamente sono tra quelle piccole cose che permettono alle donne una piena partecipazione alla vita scolastica e lavorativa (e che quindi coincidono con un interesse generale).
Sarebbe carino, che il nostro parlamento, mai così popolato da giovani donne, e il nostro governo, dove le quote rosa hanno piena rappresentanza, in vista dell’8 marzo annunciassero un progetto di legge per ridurre o eliminare l’IVA sugli assorbenti. Serve una legge ordinaria, non richiede maggioranze qualificate e sarebbe davvero una decisione con benefici trasversali, sfido chiunque a non apprezzare una diminuzione del 20% del prezzo di un bene che volenti o nolenti si deve acquistare, sempre.
Ma le mestruazioni in un mondo politico al maschile come quello italiano rimangono decisamente un tabù, potrebbe essere però un modo per le nostre ministre e parlamentari #ladylike per dimostrare che politica al femminile è un pochino di più che avere i capelli in ordine.
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