Arte
Paul Weller, icona di stile. Una mostra celebra il leader dei Jam
Non è solo uno dei musicisti più influenti degli ultimi quarant’anni. Paul Weller è sempre stato anche un’icona di stile.
Con i Jam, con gli Style Council – che lo stile lo rivendicavano già nel nome – e lungo tutto l’arco di una fortunata carriera da solista che arriva ai giorni nostri.
Se ai Jam era stata già dedicata una magnifica mostra alla Somerset House a Londra nel 2015, adesso è la volta di un’esposizione interamente incentrata sul loro (ex) leader.
La Snap Galleries di Leamington Spa, nel Regno Unito, ha riunito una serie incredibile di lavori tra fotografie e opere d’arte che coprono per intero gli oltre quarant’anni di carriera del chitarrista e songwriter inglese. La mostra, intitolata “Didn’t We Have A Nice Time”, visitabile fino al 13 luglio, mette insieme magnifici scatti, noti e meno noti, di grandi fotografi e anche incredibili opere d’arte ispirate a Weller, alle sue band, alla sua opera.
Ci sono fotografie di Pennie Smith, celebre per aver firmato la copertina di “London Calling” dei Clash, che ritraggono i Jam – completo scuro e scarpe bianche – per strada o in azione sul palco o Paul in situazioni più intime: in studio durante le registrazioni di “Sound Affects”, su un binario deserto o nel bel mezzo della campagna inglese.
Immagini del leggendario Gered Mankowitz che catturò l’essenza dei Jam sotto la Westway a Londra, nel 1977, per la copertina del loro secondo album, “This Is The Modern World” e girò il video, poi non utilizzato dalla band, di “Absolute Beginners” da cui sono tratte un paio di foto. E quelle di Martyn Goddard che realizzò la copertina del primo LP “In The City” e quelle di molti singoli tra cui la celebre foto nella metropolitana di Londra per il 45 giri “Down In The Tube Station At Midnight”.
E ancora: Derek D’ Souza, un giovane fan che seguiva e fotografava i Jam ovunque e che venne contattato dal management della band – la madre di Weller! – per realizzare la copertina del singolo “Absolute Beginners”.
O Andy Rosen che immortalò i Jam nel loro atto finale: il concerto tenuto a Brighton, l’11 dicembre 1982. Mentre Olly Ball, che non era un fotografo rock, firmò l’iconica immagine che appare sul secondo LP degli Style Council, “Our Favorite Shop”.
Assai più recenti, e meno classiche dal punto di vista dello stile, sono invece le foto di Julian Broad che coprono gli ultimi anni di carriera solista di Weller: le copertine di “Heliocentrics” (2000), “Sonic Kicks” (2012) e “Saturns Pattern” (2015) sono opera sua.
Ma, come dicevamo in apertura, in esposizione non ci sono soltanto fotografie, ma anche artwork di celebri artisti britannici. Come le magnifiche opere di Keith Haynes che realizza i suoi lavori utilizzando i vinili originali degli artisti ritratti. O Jamie Byrne che firma dei veri e propri graphic novel e che, per questa mostra, ha ideato una coloratissima storia a fumetti di “All Mod Cons”. O Matt Grainger, conosciuto per i suoi poster in cui ritrae gruppi e solisti a mo’ di cartoon. E c’è anche una straordinaria fotografia in 3D di grandi dimensioni che riproduce la Rickenbacker 330 di Weller, quella con su affisso l’adesivo “The Boys”, omaggio a un altro gruppo della scena punk londinese.
Si tratta in tutto e per tutto di una celebrazione completa dell’universo welleriano. Una “Wellerbration”, per citare il neologismo coniato dal direttore di Snap Galleries, Guy White.
“Didn’t We Have A Nice Time”, fino al 13 luglio 2019 alla Snap Galleries, 50 Warwick Street, Leamington Spa (Regno Unito)
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