Software: perché libero, perché Open source?
Ci sarà forse passato sotto al naso senza fare rumore.. ma non ci siamo mai accorti né ogni giorno ci accorgiamo di come il software Libero e Open Source impregni completamente le nostre vite.
Questa considerazione, scaturita a margine di un meeting al quale ho recentemente partecipato, mi riporta dritta dritta a un video che girava tempo fa in rete.. un video dall’intento tanto provocatorio quanto decisamente veritiero, creato con l’intento precipuo di rimettere nella giusta ottica le esatte proporzioni del “fenomeno Linux”.
Ora, non parliamo dei cosiddetti “smanettoni”, nè dei nerd nè tantomeno dei geek o dei tech-victims, ma di quelli che usano internet ogni giorno, per esempio per scrivere un documento, fare delle operazioni su un foglio di calcolo o semplicemente per cercare una ricetta in rete e parlare con i proprio amici su Facebook. Tutte queste persone, che rappresentano forse il 70/80% degli utenti (intesi come persone che utilizzano un computer) sono per la maggior parte convinti di usare software proprietario, solo perché se si vuole scrivere un documento di testo si apre “Word”, se si vuole fare dei conti in tabella si usa “Excel” o se si vuole navigare si usa “Internet Explorer” o “Safari” che sia.
Bene, vi dico che non è così.
Tralasciando il discorso smartphone, sul quale sarebbe il caso forse di aprire una lunga parentesi, tante sono le cose che ci sarebbero ancora da dire, secondo me è necessario che anche il semplice utente sappia che ogni volta che invia un documento tramite posta elettronica lo fa passando per un server Linux. Ogni volta che apre Facebook, Twitter, Google+ o Instagram, tutti suoi status o le foto che posta sono salvate su un server Linux.
La stessa iper-nazionalista americana NASA, ha deciso ufficialmente dal marzo 2013 di cambiare il sistema operativo di tutti i calcolatori delle varie stazioni orbitanti e missioni future da Windows a Linux.. decidendo di formare in tal senso tutti i suoi astronauti – attuali e futuri.. e se immaginate il computer come unico mezzo di comunicazione e interazione con la Terra.. vi invito a riflettere ai pensieri poco gentili che potrebbero emergere nel caso in cui, a decine di migliaia di km dalla superficie terrestre, si presenti la fatidica schermata blu (sfido chiunque di voi a dirmi di non averne mai vista una!).
Linux è a tutti gli effetti un dato di fatto.
E mi dispiace, cari amici Gatesiani e Jobsiani, non potete farci niente.
Quindi, ritornando al titolo del post, perché scegliere software libero? O meglio, libero e Open Source?
Per la stessa ragione per cui quando andiamo al supermercato non siamo tentati da slogan generici come: “è buono!”, “è perfetto per le vostre esigienze!” o “fa bene!” ma ci soffermiamo il più delle volte a leggere le etichette.. a capire SE è davvero buono, SE soddisfa veramente tutte le nostre esigienze e SE è fatto con ingredienti sani e possiamo sul serio affermare che faccia bene.
Ecco, credo che dovremmo approcciarci al software un pò come il consumatore attento che va a fare spesa al supermercato. Essere curiosi, approfondire e quindi, dopo aver pensato con la propria testa, deliberare se un prodotto è o meno degno della nostra attenzione.
Di conseguenza, risulta impossibile parlare di Open Source senza parlare un pò della sua storia.
Si potrebbe datare la nascita del software libero con l’atto del ricercatore Richard M. Stallman, che abbandona il MIT (Massachussets Insitute of Technologies) nel 1984 perché, da un giorno ad un altro, pietra dello scandalo l’arrivo di una nuova stampante Xerox in ufficio, si è visto negare la possibilità di leggere e modificare a suo piacimento il codice di alcuni drivers per la stampante in questione.
Ma, di fatto, la filosofia Open Source era tale già da molto prima degli eventi che vi narro. Infatti fino a quel momento l’ambito della ricerca per esempio, ma come questo ambito tutto il resto della Information Technology, era Open Source.
Nel senso che erano considerate “naturali” le libertà di:
- eseguire il programma per qualsiasi scopo;
- studiare il programma e modificarlo;
- ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo;
- migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio.
Le 4 libertà del Software Libero.
Ora è chiaro che prima non erano mai state codificate dal momento che non si era mai sentita la necessità di farlo: nessuno infatti aveva mai messo in discussione nessuno dei diritti naturali dell’utente e sviluppatore elencati sopra, ma si sa.. nella sua storia l’uomo a volte regredisce: come quando a qualcuno saltò in testa di imporre il fatto che la terra fosse piatta e il sole gli ruotasse intorno, dopo che già da qualche annetto (tipo dall’antichità greca) si era capito che questa teoria del piatto faceva acqua da un pò tutte le parti. A volte l’uomo ha anche bisogno di regredire.. per migliorare.
Ed è un pò quello che è capitato, secondo me, col software libero. Si è codificato senza margini di errore ciò che è Software Libero da ciò che non lo è. Ciò che è consumo responsabile da ciò che non lo è. E con queste codifiche sono poi nate tante altre forme di “apertura” a seconda delle varie esigienze e occasioni.
Per esempio, anche la distinzione tra “Libero” e “Open Source” non è meramente stilistica.
Open Source infatti si riferisce più propriamente al software, al codice, dato che in gergo tecnico, il “Sorgente” (o Source) è il linguaggio in cui sono scritti i programmi, fatto per essere compreso dagli sviluppatori, ovvero chi scrive il codice. Dall’altro lato, esiste tutto un mondo di produzione non strettamente software che si ispira però agli stessi principi del software.. che, in assenza di “Sorgente” ha visto bene di definirsi “Libera”. E in quest’ultima categoria di produzione del genio umano rientrano per esempio tutta la produzione musicale, artistica o letteraria che pure rappresentano un sapere condiviso e fonte preziosissima di conoscenza per tutta l’umanità. Basti citare un solo esempio su tutti: Wikipedia.
Appurato quindi quanto Linux sia inevitabile, funzioni bene, sia etico ed infine bello, resta ancora la domanda “da consumatori” che spesso ci attanaglia.
Ma una cosa che non costa niente.. può valere in fondo qualcosa?
Prima di tutto va precisato che non è vero che il software Open Source non costa niente. Infatti la maggior parte delle volte si paga nella moneta più cara che abbiamo, ovvero il tempo.
Ora, se noi possediamo del tempo in eccesso, siamo curiosi e vogliamo spenderlo nell’accrescere la nostra cultura in termini di programmazione, ne trarremo sicuramente beneficio, dal momento che apprendere un linguaggio di programmazione, secodno me, è un pò come imparare a suonare uno strumento o padroneggiare le regole della matematica: può offrire un punto di vista diverso sulle questioni quotidiane, una struttura mentale e una sistematicità tipica del pensiero razionale (la maggior parte delle volte! Odio infatti generalizzare). Se invece non possediamo questo tempo in eccesso, non per pigrizia ma magari semplicemente perché questo tempo non esiste, ma abbiamo un problema riguardo un progetto software che vorremmo realizzare.. perché magari si trovano prodotti, open source o meno, che fanno CIRCA quello che vogliamo, ma preferiremmo che eseguissero certe specifiche operazioni oppure alcune operazioni al posto di altre, possiamo sempre pagare uno sviluppatore perché ci doni il prodotto finito così come lo desideriamo. Pronto all’uso.
Infatti, quello che a volte la gente non sa è che commissionare software Open Source è legale e quello sviluppatore ha diritto ad essere pagato nè più nè meno di un meccanico dal quale ci presentiamo con la macchina rotta, ma coi pezzi di ricambio dietro.
Ecco: i pezzi di ricambio rappresentano il codice che già possediamo, o semplicemente l’idea del codice che vorremmo realizzare, e la presenza di parte del lavoro o il fatto che siamo arrivati con una buona idea, non prescinde dalla necessità di pagare in qualche modo il meccanico per il tempo che avrà passato sulla riparazione della vostra macchina. Solo per dire che ricevere denaro per il proprio lavoro non va contro la “religione” di un sostenitore del Software Open Source.
Quindi.. perchè Libero? Perchè Open Source?
Perché:
- è inevitabile;
- funziona;
- è ottimizzabile a seconda delle esigenze;
- è etico e spinge ad un consumo critico l’utente.
Quindi potrei ancora stare ad annoiarvi sul fatto che dal momento che “è gratis” colma il “digital divide”, il gap che da sempre divide la parte di popolazione mondiale con accesso alle risorse da quella che non ce l’ha. Potrei parlarvi ancora di come sia necessario, ad ogni modo, tutelare il software libero con apposite licenze.. ma sono abbastanza sicura che fior di giuristi, con una formazione apposita sull’argomento, saprebbero parlarvene molto meglio e sicuramente più in profondità di me.
Ma non lo farò.
O almeno non subito..
Per oggi però vi lascio un motto (che è di R. Stallmann, ma ho da tempo fatto mio):
“Free as in freedom” e chi vuole pensarci su, ci pensi.
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