Donne che hanno fatto grande l’America: Claudette Colvin

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24 Ottobre 2024

“Ogni essere umano merita di per sé, a mio avviso, una biografia…invisibilizzare soggetti ed esperienze, facendo della storia solo il racconto del passato e delle vicissitudini di alcuni attori sociali, equivale a sminuire l’importanza, la rilevanza, perfino a negare l’esistenza di chi non è stato degno di racconto” (Carlo Greppi)

Il racconto della storia, è importante saperlo, ha delle sue gerarchie che prescindono dai fatti come esattamente sono andati.

Vi sono omissioni nell’ordine delle cose che corrispondono a precisi progetti di organizzazione della narrazione. A presiedere questi progetti vi sono scelte frutto di passioni e interessi, a volte vere e proprie manipolazioni. Si può ovviare alle omissioni della grande storia, raccontando storie di vita.

Negli Stati Uniti tra il 1870 e il 1960, sono state in vigore le leggi Jim Crow che sostenevano una feroce graduatoria razziale negli Stati del sud, aggirando le tutele che erano state messe in atto dopo la fine della guerra civile e la soppressione della schiavitù. Le leggi discriminatorie negavano ai neri i loro diritti, li sottoponevano all’umiliazione pubblica e perpetuavano la loro emarginazione, negando loro opportunità economiche, sociali ed educative.

Sugli autobus, ad esempio, i posti davanti erano solo per i bianchi. Quando erano tutti occupati, erano i neri seduti nei posti a loro riservati a dover cedere il loro posto se un bianco lo reclamava. Il 1 dicembre 1955 nella città di Montgomery, Alabama, per la prima volta (così sappiamo credendo che così sono andate le cose) ad una richiesta di una donna bianca, una donna nera rifiuta di alzarsi, grida che non cedere il posto è un suo diritto costituzionale e per questo finisce in manette.

Quella donna si chiama Rosa Parks. Dal 1943 è segretaria della sezione locale dell’Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, la Naacp (National Association for the Advancement of Colored People). Il suo arresto innesca il lunghissimo boicottaggio degli autobus di Montgomery da parte dei neri. Si conclude solo quando, nel novembre 1956, la Corte suprema ordina la desegregazione degli autobus nella città dell’Alabama.

Pochi sanno però che la donna nera che per prima si rifiutò di obbedire alla regola razzista si chiama Claudette Colvin, all’epoca aveva appena 15 anni ed era una giovanissima militante del gruppo guidato da Rosa Parks. Era una studentessa e usava l’autobus per andare a scuola, veniva da una famiglia modesta che non aveva l’automobile.

La Naacp aspettava solo un incidente del genere per avviare la mobilitazione contro la segregazione negli autobus, ma Claudette Colvin non sembrò la testimonial adatta. Era troppo giovane, troppo nera e soprattutto incinta senza essere sposata, ritenuta emotivamente troppo instabile: la stampa bianca avrebbe avuto gioco facile nel demolirla.

Claudette fu arrestata il 2 marzo 1955. L’associazione preferì non pubblicizzare la vicenda in attesa di una nuova occasione, quella che si presentò 9 mesi più tardi, il primo dicembre, quando fu proprio Rosa Parks a rifiutare di cedere il posto ed essere arrestata.

L’attivista per i diritti civili Gwen Patton, anni fa, ha spiegato al Guardian che quella del direttivo della NAACP fu anche una decisione di classe, legata al fatto che Claudette viveva in una “piccola baracca” e proveniva da una famiglia della classe operaia.

Il 29 marzo 1956, Claudette diede alla luce suo figlio, Raymond. Lasciò Montgomery e andò a vivere a New York nel 1958, perché aveva difficoltà a trovare e mantenere un lavoro a seguito della notorietà del caso della corte federale che aveva posto fine alla segregazione degli autobus.

A New York Claudette ha lavorato come assistente infermiera in una casa di cura a Manhattan per 35 anni ritirandosi nel 2004. Non si è mai sposata. Mentre viveva a New York ha avuto un secondo figlio.

Nel 2013 ha dichiarato in un’intervista: «Non credo che ci sia spazio per molte altre icone. Penso che la storia abbia spazio solo per alcune, quante icone puoi selezionare? Quindi, credo che la maggior parte degli storici dice che Colombo ha scoperto l’America, ed era già popolata. Ma non si può dire che Colombo ha scoperto l’America; dovrebbero dire: per gli europei è stata la scoperta del nuovo mondo».

Nel 2017, il consiglio di Montgomery ha approvato una risoluzione per una cerimonia in onore di Claudette. Il 2 marzo è stato nominato Claudette Colvin Day a Montgomery. Il sindaco Todd Strange ha presentato la cerimonia e, parlando di Claudette, ha detto: “È stata una delle prime soldatesse dei nostri diritti civili, e non volevamo perdere questa opportunità di dichiarare il 2 marzo Claudette Colvin Day per ringraziarla per la sua leadership nel movimento per i diritti civili odierno”.

Da piccola Claudette si applicava allo studio con passione. Diceva a tutti che voleva da grande fare il presidente degli Stati Uniti.

Kamala Harris potrebbe farcela a diventare la prima presidente donna della storia americana. Io sogno che nel suo primo discorso parlando di diritti civili citi Claudette e la sua disobbedienza. Se oggi gli Stati Uniti sono un paese con meno discriminazioni di una volta è grazie a tanti uomini e donne che non hanno scalato la gerarchia della narrazione storica, ma hanno dato un contributo essenziale a che le cose vadano meglio e gli esclusi possano avere un posto.

In Italia la storia di Claudette è del tutto sconosciuta. Solo un bel libro a fumetti racconta la sua vicenda: Emilie Plateau, Nera-la vita dimenticata di Claudette Colvin, Einaudi.

TAG: Claudette Colvin, discriminazioni razziali, elezioni presidenziali usa, Kamala Harris
CAT: America, diritti umani

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