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Associazione Bridge Latina: migliore scuola under 26 e vivaio di promesse
Il bridge ha un futuro, solo se i circoli si riempiranno di giovani. Ma i giovani si faranno avanti solo se li andrai a spronare nel loro ambiente per insegnare loro tutte quelle metodologie che oltre a farlo apparire intrigante possa anche diventare stimolo, aggregazione e crescita.
Questo hanno pensato i dirigenti dell’Associazione Bridge di Latina quando qualche anno fa hanno fatto l’accordo con lo scientifico G.B.Grassi.
Una decisione supportata da studi ed esperienze di altri Paesi che hanno dimostrato che questo percorso formativo risulta davvero valido.
“Insegnare il bridge ai ragazzi – afferma Andrea Fiore, istruttore – è un regalo che si fa a loro e che ricorderanno per tutta la vita, permettondogli di fare tante nuove amicizie e di divertirsi, sviluppando le loro capacità mentali”.
“Fisico e mente sono elementi cruciali nella nostra vita e nello sport si combinano – afferma Walter Vigna, istruttore anche lui – Sono convinto che l’impegno muscolare non sia meno importante di quello cerebrale. Per dirla in breve: il bridge è davvero uno sport a tutto tondo”.
Senza pensare che data la sua caratteristica di gioco, risulta essere per lo studente un elemento importante per la conquista della socialità; aiuta a migliorare i rapporti con tutti, compagni e docenti e a creare un clima collaborativo e il rispetto delle regole aiutano ad acquisire le sicurezze caratteriali, attraverso il dialogo e la comunicazione necessaria e a tenere a bada, la cosiddetta ansia da prestazione.
Ecco dunque dalle premesse di qualche anno fa, il successo di quest’anno al campionato italiano under 26 di bridge a scuola, che si è tenuto a Salsomaggiore Terme. Un lavoro che ha pagato in un gioco che vive di luci ed ombre.
Le luci, ovviamente non possono essere altro che i successi, il podio, le vittorie e i trionfi. Le ombre, sono tutti quei lavori di nicchia che servono a far si che tutte queste cose si verifichino e si realizzino. E quindi sono gli istruttori che aiutano a far crescere nella tecnica e nella sicurezza del gioco, chi un domani diventerà .. “luce”. Non si dice forse….lavorare nell’ombra? Dietro ogni campione infatti c’è un grande lavoro di persone che non appaiono, ma che ci sono. E quindi dietro l’oro, l’argento e il bronzo che gli studenti del liceo Grassi hanno vinto, c’è il lavoro di chi li ha preparati, seguiti e supportati. E quindi Andrea Fiore, Walter Vigna e Roberta Censi, che hanno creduto e potenziato al massimo le loro capacità nei confronti di un gioco, che certo facile non è. Anche se tutto inizia come sempre. Con un po’ di sfida, qualche curiosità e la prova con se stessi. Senza minimamente immaginare che questi tre elementi poi un giorno ti potrebbero far salire i gradini di un podio.
Ma se il merito è di chi insegna, non meno importante è la grinta e la determinazione dei ragazzi, che partiti in gruppo hanno affrontato nel modo giusto i mille e più colleghi provenienti da ogni parte e assestato punti a gogò a destra e a manca. I risultati? Eccoli.
La De Prizio e la Esposito, ventenni, hanno vinto la medaglia d’argento nel gioco a coppie, sfiorando di poco l’oro. Una differenza di 0,23 le ha separate dal gradino più alto. Sullo stesso podio sono saliti anche Mappelli e Cosentino per il bronzo. Nei due gradini del podio quindi la stessa scuola.
Nel gioco a squadre, stessa cosa. Per i Centri di Avviamento per lo Sport, ha vinto il bronzo la squadra formata da De Prizio, Esposito, Mappelli e Cosentino.
Per la squadra Bridge a scuola, ha ricevuto la medaglia d’argento la squadra: De Muro, Giacomini, Nardecchia e Meuti.
L’Associazione Bridge Latina è stata premiata come miglior scuola di bridge under 26. E infine l’oro. Mappelli e Cosentino, hanno vinto la classifica Butler, che premia quelli che hanno giocato meglio in tutto il torneo.
Non si può archiviare un successo di questo tipo, perchè questo risponde in pieno a quanto voluto dal Miur. Sono più di venti anni infatti che il bridge è entrato nelle aule scolastiche. Il Ministero Istruzione, Università e Ricerca, ha firmato un protocollo d’intesa con la Federazione nazionale per introdurlo a supporto della didattica.
Soddisfatta Gianna Bellardini, preside del Grassi. La sua è la prima e unica scuola di Latina in cui si tengono i corsi per imparare a giocare a bridge. “L’anno scorso i corsi sono stati inseriti anche nel progetto alternanza scuola-lavoro, aggiunge, e i ragazzi se ne sono talmente innamorati che molti rimanevano pure la sera. Di questo ovviamente devo ringraziare l’Associazione bridge e gli istruttori”. Già. Nulla sarebbe potuto accadere senza il grande impegno e la determinazione dei maestri Fiore, Vigna e Censi. “I ragazzi sono stati bravissimi”, ha detto Roberta Censi, presidente dell’ABL, che ha seguito tutti i passi di questi ragazzi, stimolandoli continuamente e sottolinea: “ Alcuni di loro giocano da soli 6 mesi e altri giocano pochissimo durante l’anno. Nonostante questo sono andati in premio”.
Far conoscere questo gioco ai più giovani é sollecitare la loro crescita, rafforzare le proprie capacità e disciplina, con la certezza che con il passare degli anni, non potranno che migliorare. Con il Bridge si rafforzano i legami e se ne creano di nuovi. Si ragiona con gli altri, scoprendo nuove intese e nuovi equilibri. E qualcuno, ma questo non lo diciamo molto forte, cita anche studi scientifici che dimostrano che chi pratica il Bridge ha un sistema immunitario rinforzato.
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