Acqua
Emilia Romagna (e non solo): la Grande Cecità di chi cementifica e poi piange
Gli eventi alluvionali che hanno flagellato l’Emilia-Romagna in questi giorni servono a confermare due cose: 1) il cambiamento climatico è quanto mai reale, e questo porterà ad eventi estremi più frequenti ed intensi rispetto al passato. 2) La Grande Cecità degli amministratori che governano questi territori e anche il resto del Paese.
Io penso che non si possa sempre “cadere dal pero”, sostenere che un evento così non fosse prevedibile. Ce lo ripetono tutte le volte, eppure chi studia il clima, le risposte dell’ambiente queste cose le ricorda da troppo tempo perché qualcuno possa sostenere con una certa credibilità “non potevamo aspettarcelo”.
E allo stesso tempo non possiamo più credere che la scellerata tendenza a cementificare e ad asfaltare tutto il territorio, tendenza che ha ripreso rinnovato vigore nel corso degli ultimi mesi, non abbia conseguenze. E si noti bene che le conseguenze sull’assetto idraulico, sono solo alcuni degli impatti che il consumo di suolo produce. Anche un bambino capisce che attraverso il cemento, l’asfalto l’acqua non si infiltra e quelli un po’ più grandi di un bambino con un po’ di studi tecnici o scientifici alle spalle sanno che questo ha inevitabili e nefaste conseguenze sui tempi di corrivazione delle acque e sui coefficienti di deflusso. Senza contare che dove potremo fare la tanto blasonata agricoltura d’eccellenza se continuiamo ad asfaltare la Food Valley?
Non più tardi di un mese fa, su queste stesse pagine (ancorché virtuali), denunciavo lo scempio ambientale che sta per essere compiuto a Bologna in relazione al passante, e più in generale nella Regione, per le molteplici infrastrutture stradali. Ora io penso che le risposte della politica non possano essere solo quelle di assecondare le tendenze in atto: più traffico= più strade, più globalizzazione=più centri logistici, pressione della GDO=più centri commerciali. La politica dovrebbe avere capacità di visione e anche il coraggio di porre elementi correttivi, perseguire gli interessi della collettività in un’ottica di lungo periodo, e non di una ristretta cerchia di gruppi dominanti.
Nel corso dell’ultimo mese ho avuto modo di osservare in diversi punti della regione, un fiorire di “reticolati arancioni”, molti di più di quelli ai quali facevo riferimento nel mio post precedente, e questo nella sola Emilia-Romagna. Non oso immaginare cosa stia capitando in regioni che hanno sempre avuto la mano più pesante. Solo per fare qualche esempio: raddoppio elle corsie sull’asse che collega l’uscita autostradale di Ravenna al Terminal Container (logistica), una moltitudine di recinti arancioni lungo la via Emilia e nelle periferie delle nostre città.
La Grande Cecità alla quale faccio riferimento è quella di chi governa noi e i nostri territori, il pianeta, è quella sapientemente descritta da Amitav Ghosh, ma ci sono riferimenti anche alla Cecità descritta nella metafora di Saramago.
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