Milano
Il mondo della moda piange la scomparsa di Rosita Missoni. Con il marito Ottavio ha scritto la storia di Milano
Si è spenta all’età di 93 anni una delle stiliste più iconiche del pret à porter e della maglieria Made in Italy. Gli inizi del marchio Missoni, diventato emblema di uno stile preciso ed anticonformista
Milano- Il mondo della moda piange la scomparsa di Rosita Missoni, una delle stiliste più iconiche del pret à porter, morta a 93 anni che, insieme al marito Ottavio, aveva fondato il marchio Missoni , per scrivere una delle pagine più belle della storia di Milano, rivoluzionando la maglieria ed affermando uno stile anticonformista. Un esempio come pochi di dedizione al lavoro, creatività e passione. Una parentesi felice durata oltre 60 anni, che ha creato una famiglia numerosa, solida e capace di continuare egregiamente sulla scia dell’eredità artistica ed imprenditoriale lasciata da Rosita e Ottavio, sia attraverso i figli che i nipoti. L’avventura dei Missoni parte da lontano, quando a 16 anni, Rosita Jelmini a Londra per imparare l’inglese, si innamora di Ottavio Missoni, che sposerà anche contro il parere della famiglia nel 1953. Lui, atleta olimpico, campione dei 400 metri ad ostacoli, che gareggia proprio in quei giorni con la maglia azzurra. Lei lo definirà di una “bellezza da mozzare il fiato… Tanto da volere che diventasse l’uomo della mia vita”. Il matrimonio si celebra a Golasecca sul Ticino, paese natale di Rosita, proprio all’inizio degli anni ‘ 50.
Al debutto come stilista, in occasione delle sfilate fiorentine di Palazzo Pitti, nel 1967, ordina alle modelle di togliere i reggiseni color carne sotto le maglie multicolore, tanto da far impazzire la stampa nazionale e non, che grida allo scandalo. Una favola italiana durata 60 anni, che ha dettato nuovi codici di comunicazione, ha giocato e stupito in modo indimenticabile con i colori, i tessuti e la composizione e scomposizione di forme e fantasie. Un amore per l’arte che a Rosita era stato tramandato dai nonni materni, proprietari di una industria tessile che si unisce magistralmente alla durezza granitica ed apparentemente impenetrabile, di Ottavio, nato in Dalmazia e triestino di adozione. Trasferitisi a Gallarate nel Varesotto, approntano un piccolo laboratorio di maglieria con i macchinari che Missoni utilizza quasi per diletto, per produrre tute sportive. Iniziano a sperimentare gli zig zag e i multi fili colorati, dapprima abbozzati con i pastelli da Ottavio, poi lasciati plasmare dalla mente senza confini di Rosita.
Sebbene gli esordi sembrano essere timidi, improvvisamente fioccano gli ordini dalla Rinascente di Milano e da Biki, sarta dei vip del calibro della Callas. E, nel 1971, il New York Times, definirà la maglieria di Missoni come “la migliore del mondo“, mentre il più grande mensile di moda di tutti i tempi, Vogue America, dirà che, oltre ai colori, grazie a Rosita ed Ottavio Missoni “esistono anche i toni“. Quella che Rosita Missoni è riuscita a costruire e rappresentarci insieme al marito, non è solo una testimonianza di grande imprenditoria, dal successo internazionale, quanto anche una storia di passione ed ideali condivisi, di amore per una famiglia unita ed armoniosa, di cui è stata la pietra miliare.
I figli, Vittorio ( scomparso nel 2013, pochi mesi prima della morte di Ottavio), Angela e Luca, hanno ricalcato felicemente le orme genitoriali, così come pure i nipoti, in primis, guidati da Margherita. Nella splendida villa immersa nel verde delle campagne di Sumirago, a due passi dall’azienda, ogni mattina, fino a che ha potuto, Rosita, si è recata in fabbrica per fare il giro dei suoi collaboratori e chiedere loro se mancasse qualcosa. Nel 1997, il timone ufficiale era passato nelle mani della figlia Angela, ma Rosita, aveva ripreso, qualche tempo dopo, a disegnare la collezione per la casa. Nel 2018, la direzione creativa del marchio era stata lasciata da Angela con l’ingresso del capitale nel fondo FSI. Una circostanza che aveva fatto soffrire molto la stilista, che nonostante sia sta una encomiabile imprenditrice, non si è mai lasciata inaridire dai connotati spietati della industriale, conservando per sempre l’anima della artista, leggera, coraggiosa e assetata d’amore per la vita. Milano ed il mondo della moda, piangono la perdita di Rosita Missoni, che era una italiana d’eccellenza, fiera di esserlo.
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