Letteratura
L’illusione delle alternative
Un serio fattore di disturbo nella comunicazione consiste nell’offrire all’interlocutore due possibilità e, non appena questi ne scelga una, nell’accusarlo di non avere preferito l’altra. E’ il meccanismo che gli studiosi chiamano di illusione delle alternative.
Ho collaudato bene questo meccanismo con un capo che ho avuto diversi anni fa.
Lui era un personaggio di altissimo livello, dirigente megagalattico di una grandissima azienda, io, all’epoca, ero uno dei suoi collaboratori.
Tutte le volte che gli dicevo bianco, lui diceva nero.
Per un po’, se non altro per dignità, cercavo di sostenere le ragioni del bianco, poi, soprattutto quando si arrivava all’una o alle due di notte, cominciavo a capitolare e ammettevo che forse aveva ragione lui: era nero.
A questo punto lui passava al bianco, utilizzando proprio le argomentazioni che io avevo tirato fuori fino a pochi minuti prima.
Una volta, nel consegnarmi una lettera con la quale mi veniva riconosciuto un aumento di stipendio, mi chiese cosa pensassi di lui.
Vedendo che era di buon umore gli dissi che consideravo il suo approccio un po’ troppo hegeliano per un’azienda.
Dissi:
“Per lei non esistono le decisioni veloci, c’è sempre la necessità di costruire una tesi e un’antitesi prima di arrivare alla sintesi”.
“Ed è un male?”, mi chiese lui.
“No, quando il problema è complesso. Quando invece è semplice, forse, anche l’intuizione e la velocità di risposta possono avere un senso”, risposi.
“Mi sta dicendo che tendo a vedere come complessi anche i problemi semplici?”
“Assolutamente no”, annaspai, “Mi sono espresso male…”
Ma lui capì fino in fondo quello che volevo dire ed, esplodendo in una fragorosa risata, disse:
“Ho capito, lei pensa che io sia un rompipalle!”.
(Perchè, quando voleva, sapeva essere intuitivo!)
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