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Australia, attentato alla festa ebraica, un musulmano ferma uno dei due assalitori
Al momento sono 12 i morti e 29 i feriti dell’attentato terroristico che, la sera del 14 dicembre, a Sydney (Australia), ha preso di mira la comunità ebraica riunita per celebrare la festa di Hanukkah.
Il tragico bilancio avrebbe potuto essere ancora più grave se Ahmed el Ahmed, un uomo musulmano, non fosse riuscito a disarmare uno degli attentatori, intervenendo in mezzo al caos e fermando la sua azione armata.
La sparatoria è avvenuta a Bondi Beach, una delle zone più frequentate della città, mentre centinaia di persone partecipavano all’evento “Chanukah by the Sea”, organizzato per la prima notte della festività ebraica. Secondo le ricostruzioni fornite dalla polizia del Nuovo Galles del Sud, due uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla, colpendo indiscriminatamente i presenti e seminando il panico tra famiglie, bambini e turisti.
Nel momento più concitato dell’attacco, Ahmed el Ahmed si è lanciato contro uno degli attentatori, riuscendo a bloccarlo e a sottrargli l’arma dopo una violenta colluttazione. L’uomo è rimasto ferito durante l’intervento, ma il suo gesto ha impedito che l’attentatore continuasse a sparare sulla folla. Diversi testimoni hanno raccontato che l’azione di Ahmed è avvenuta mentre molte persone cercavano riparo, contribuendo in modo decisivo a limitare ulteriormente il numero delle vittime.
Le forze dell’ordine sono intervenute pochi minuti dopo. Uno degli aggressori è stato ucciso dalla polizia, mentre il secondo è stato arrestato e trasferito in ospedale sotto stretta sorveglianza. L’area di Bondi Beach è stata immediatamente isolata e sottoposta a controlli approfonditi; secondo le autorità, sono stati individuati anche materiali sospetti, ora al vaglio degli artificieri.
L’attentato è stato classificato ufficialmente come atto di terrorismo di matrice antisemita. Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire la rete di contatti dei responsabili e per accertare se vi siano stati complici o una pianificazione più ampia. Nel frattempo, è stato rafforzato il livello di allerta in tutta la città, in particolare nei luoghi di culto e nei siti considerati sensibili.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha condannato con fermezza l’attacco, parlando di «un atto di odio che colpisce al cuore i valori di convivenza e libertà religiosa del Paese». In una dichiarazione ufficiale, ha espresso vicinanza alle vittime e alle loro famiglie, ringraziando allo stesso tempo i civili che hanno avuto il coraggio di intervenire.
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