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Milano

Percorsi e Parole: storie e territori di Via Padova e dintorni

di Luca Rossetti
5 Dicembre 2025

Anche a Milano oltre la dimensione nostalgica dell’amarcord ci sono la storia sociale e politica dei quartieri, la rappresentazione estetica che se ne fa, gli immaginari popolari, le percezioni, le stigmatizzazioni, la propaganda politica e il ruolo del marketing territoriale (basti pensare all’operazione NoLo).
Ci sono però anche lo spazio per l’interpretazione e la lettura delle trasformazioni urbane che investono “la vita vissuta ed immaginata” dei quartieri; le case, i caseggiati, gli spazi pubblici, i servizi pubblici, il ruolo del mercato immobiliare, i flussi finanziari, di merci e di persone.
Si tratta di suggestioni che abbiamo provato a mettere in fila ed a far dialogare tra loro attraverso le voci, gli sguardi e le esperienze di educatori, storici, urbanisti, ricercatori, scrittori, divulgatori, attivisti ed operatori sociali. Abbiamo raccolto diverse chiavi di lettura complementari utili (forse) per pensare ed agire nel promuovere relazioni generative tra persone e gruppi, organizzazioni ed istituzioni.
Tutto questo si è condensato nella rassegna Percorsi e Parole attraverso incontri e passeggiate realizzate da B-CAM Cooperativa nell’ambito della attività promosse dal Bar-portierato di mosso nel corso di alcuni venerdì e sabati di fine ottobre e fine novembre 2025.
Una rassegna resa possibile grazie al sostegno del Municipio 2  per scoprire la storia, le voci e le trasformazioni di uno dei quartieri più vivi e complessi di Milano.
Un viaggio accompagnato da libri, letture, presentazioni e percorsi itineranti con una serie di focus; protagonismo giovanile e femminile, street art e urban art, urbanistica e analisi storica.
Abbiamo raccolto e condiviso piccole e grandi tracce; segni di stratificazioni storiche, mix di composizioni sociali, pluralità di espressioni culturali e stili di vita di cui è ricchissima la città densa di umanità, storie, infrastrutture ed insediamenti urbani, con i suoi luoghi di accoglienza, conflitto e vita.
Via Padova e dintorni (gli ex Comuni di Greco, Crescenzago e Gorla come ricorda il nostro storico di quartiere Dino Barra) costituiscono un territorio che ha espresso una sua identità ed una capacità di essere in dialogo con le trasformazioni del paese e della nostra città nel tema delle migrazioni e nella coesistenza di diverse genti.
Siamo partiti a fine ottobre con “Rappresentazioni di quartieri multietnici” insieme a Francesca Buscaglia, Andrea Ferrari e Philopat confrontandoci intorno alla presentazione di “Etnografie trap. Il potere delle vite immaginate” edito da Agenzia X. Un dialogo tra sguardi e linguaggi per raccontare le periferie e le nuove forme di identità urbana con un’attenzione alle diverse stratificazioni di senso con cui sono vissute e percepite le vite nei quartieri di Milano dai suoi vecchi e nuovi abitanti. Interessante il podcast Mind the rap ed in particolare questo episodio in cui Francesca Buscaglia racconta “l’attenzione alla città di Milano e alle sue periferie estese nel contribuire a disegnare l’immaginario giovanile”.
A seguire lo street art tour tra Via Pontano – Tunnel Boulevard con partenza da mosso con Christian Gangitano di Urban Tale  che ci ha guidati nella più effimera delle arti che si offre a tutti nello spazio pubblico secondo modalità e dinamiche di costante reinvenzione della vita di strada. “Le opere non sono permanenti e spesso i linguaggi e i murales si stratificano e si alternano tra writing, street art figurativa o astratta e tecniche miste…Un’arte che cambia insieme ai fatti di attualità, alla trasformazione della società e al trascorrere del tempo, un’arte che muta insieme alla città e i suoi territori”.
A seguire una seconda passeggiata di quartiere con Barbara Cagni e Dino Barra ha messo in scena  l’incontro tra letteratura e ricerca storica percorrendo diverse strade e luoghi simbolo (piazze, scuole, caseggiati…) di Via Padova e Casoretto alla scoperta delle vite di donne che ne hanno fatto la storia con il loro attivismo appassionato passando in rassegna il Giardino di Via dei Transiti (oggi intitolato a Maria Montuoro), le case popolari di Via Lulli (Gruppo di difesa delle donne Magneti Marelli), Piazza Durante (Caterina da Siena), i caseggiati di Via Catalani (Lina Merlin), Via Padova 36 (Claudia Ruggerini) e, infine, il Parco Scolastico del Trotter (Olga Lombroso Fiorentini).
In seguito con un talk dedicato a “Urbanistica e trasformazioni sociali Via Padova e Giambellino a confronto” grazie ad Alessandro Coppola e Alice Ranzini abbiamo dato vita ad un dialogo a partire da ricerche sul campo con gli studenti del Politecnico di Milano nei quartieri di Via Padova e Giambellino dentro le trasformazioni con l’attenzione alle politiche dell’abitare, agli interventi pubblici, alle dinamiche del mercato immobiliare privato ed ai meccanismi di inclusione ed esclusione sociale che i processi di riqualificazione generano dilagando, in assenza di adeguate politiche, in gentrificazione.
Abbiamo guardato in maniera comparata l’evoluzione di Giambellino-Lorenteggio e di Via Padova così come ai danni dell’assenza di urbanistica, ai potenziali ed ai limiti degli interventi e dei progetti costruiti dal basso e di quelli calati dall’alto.
In seguito con il tour territoriale tra “Urbanistica e architettura” con Gianni Biondillo partendo da piazzale Loreto abbiamo visto da vicino i luoghi di una città con la sua coesistenza densa, confusa e a tratti ordinata di spazi pubblici, servizi, strade, piazzali, vie, abitazioni private, ex fabbriche e funzioni pubbliche (case, scuole, asili, trasporti, spazi culturali). Nel tour abbiamo battuto la dimensione del rapporto tra quella che era la città e la campagna a partire da Piazzale Loreto (esposizione Universale 1905) e via via camminando lungo un tracciato che è andato da Viale Brianza, Liceo linguistico e Scuola Civica Manzoni, Via Natale Battaglia, Viale Monza, passaggio della LIDL, Via Padova, passaggio a lato del PAM, Scuola Tito Speri, Scuola Quintino Di Vona, complesso di Case Popolari di Via Lulli. E poi la Seconda Umanitaria della Milano socialista di Viale Lombardia che puntava su emancipazione e funzioni pubbliche sia da parte delle istituzioni che del mecenatismo dei privati. Infine Casoretto (Santa Maria Bianca in Casoretto), l’ex Centro Sociale Leoncavallo, il punto di comunità mosso https://mosso.org/ e le sue diverse funzioni, il Parco scolastico del Trotter con La Città del Sole mirabile e centenario progetto pioneristico di integrazione e formazione.
Le tappe conclusive della rassegna ci hanno visto impegnati a mosso con la presentazione del libro “L’alba della nostra libertà” Fazi editore di Barbara Cagni  accompagnata da Grazia Allegra per dare spazio a storie di donne, diritti e autodeterminazione in un quartiere che cambia. L’incontro si è svolto in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana.
Per concludere con un confronto tra Dino Barra e Gabriele Pasqui su “Indagine storica e trasformazioni urbane” a partire dalla presentazione di “Via Padova. Una periferia milanese sotto il regime fascista 1926-1943” Milieu edizioni. Un viaggio nel tempo per capire come la storia di Via Padova e dintorni come “quartiere porto” (luogo di accoglienza e primo approdo) racconta anche quella della città tra indagine storica e urbanistica. Barra ci ha raccontato di alcuni elementi di lunga durata che possono aiutare la lettura del presente di questa parte di città.
Via Padova come:
1) un quartiere progressivamente composto, dai primi del ‘900 ai giorni nostri, da immigrati della bassa (pavese, lodigiana e cremonese), della zona comasca e bergamasca, del sud Italia, da altre parti del mondo e, a seguire, creativi  con una continua presenza di flussi (in entrata ed uscita)
2) uno spazio e tempo di natura popolare, mista a livello culturale e non solo con tanti diversi lavoratori e culture
3) le dinamiche di solidarietà orizzontale (welfare spontaneo)  che hanno preso piede per la necessaria esigenza comune di sopravvivere
4) l’alterità rispetto al centro come territorio periferico, mancante di servizi e infrastrutture di base, pieno di manodopera funzionale allo sviluppo della città
5) la densità abitativa altissima
6) la ricchezza associativa (politica, sociale…) straordinaria.
Il dialogo tra urbanistica e indagine storica ci ha portato a ragionare del quartiere in base alla presenza (o relativa assenza) di infrastrutture macro e micro (strade, ferrovie, fognature, biblioteche, parchi, giardini, aiuole, scuole, cortili, ringhiere…) che favoriscono (o meno) la vita sociale promuovendo la costruzione di relazioni umane e solidarietà.
Al contrario si va verso il quartiere delle gated community (comunità chiuse). Da questo punto di vista è emblematica la recente realizzazione di interventi immobiliari all’insegna dell’esclusività e del lusso .
Al contrario le infrastrutture sopra descritte rendono storicamente questo territorio accogliente per elementi di varietà (alterità, cosmopolitismo, sovversivismo, ideologie messianiche…). Convergente nel confronto il richiamo, per tenere questa natura aperta e inclusiva del quartiere e della città, alla necessità di politiche pubbliche per il diritto all’abitare per gestire, nelle trasformazioni urbanistiche, il ruolo del mercato che lasciato a se stesso diventa espulsivo.
Ultima tappa il tour territoriale tra mosso, Piazza Governo Provvisorio, Viale Monza e Piazzale Loreto alla ricerca di tracce di memoria storica del ‘900 negli anni ’20, ’30 e ’40 tra biennio rosso, biennio nero, fascismo, seconda guerra mondiale, sviluppo industriale, resistenza e liberazione. Guidati da Dino Barra insieme alla Sezione ANPI 10 Agosto 1944 e a Roberto Fabbri abbiamo fatto un viaggio nel passato a dare senso a numerosi luoghi, contrassegnati anche da lapidi, iscrizioni e pietre di inciampo, a ricordare le vite (e talvolta le relazioni tra loro) di donne e uomini che hanno dato il loro contributo alla grande storia.
Per tutto questo gli otto appuntamenti sono stati per me un’esperienza di apprendimento ricca e appassionante. Molti quartieri della nostra Milano, a partire da quello di cui il progetto si è occupato, continuano (nonostante tutto) a raccontare un passato (remoto e prossimo) denso di suggestioni e possibilità di letture multisensoriali (visive, narrative, sonore, olfattive…). Ispirazioni che possono costituire spunti sorprendenti per raccontare quello che c’è e pensare a quello che potrebbe essere il nostro futuro urbano.
“…le relazioni, le famiglie, i quartieri, le comunità, il significato della vita. Ci sono enormi risorse di felicità umana che non vengono sfruttate”  (Zygmunt Bauman)

 

 

#architettura #arte #artecontemporanea #editoria #letteratura #storia Cultura rap urbanistica
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