sanità: la sindrome del lavandino bucato

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4 Novembre 2024

QUELLO CHE I POLITICI NON OSANO RACCONTARE E CHE NESSUNO VI DIRA’ MAI

Molti si chiederanno il vero significato del titolo e a quale argomento attribuirlo. Potremo indirizzarci verso il caso della penuria idrica siciliana (comunità rifornite di acqua ogni 20 gg) laddove la reale mancanza di acqua è frutto di cattive ricerche idrogeologiche, di una rete dispersiva che nessun invaso a tutto volume sarà in grado di soddisfare, della volontà di favorire il traffico di acqua distribuito da privati a costi decuplicati. In realtà possiamo attribuire queste prerogative anche ai problemi della sanità pubblica, oggi all’attenzione dei media che certificano, ahimè, inesattezze marchiane. Seguiremo il principio delle domande ( spesso retoriche) cui cercheremo di dare risposte:

1)      Il mantra ricorrente della cosidetta sinistra è che siano stati effettuati tagli alla sanità negli ultimi anni tali da decapitare l’offerta di salute. Ne deriva la necessità di dover aumentare il Fondo sanitario nazionale. La risposta viene data dai grafici della Banca d’Italia. A) Mai come oggi godiamo di 136 miliardi cui si somma la Spesa sanitaria privata, ormai storica, che consta di 45 miliardi, fatta di ticket, spesa sanitaria privata, spesa farmaceutica inappropriata, spesa specialistica; B) il totale di 181 miliardi ci riporta ad un plafond mai visto; C) neanche quando “ stavamo peggio” ma in realtà stavamo meglio. Intendo dire quando avevamo due milioni di abitanti in più e correva il 1990, la spesa sanitaria globale era, al conio di oggi, 70 miliardi di euro che sono esattamente meno della metà  di quello di cui si dispone attualmente. Nell’ultimo decennio del pregresso secolo ( 1990-2000), a nessuno è venuto in mente che c’era un “Problema Sanità”, le liste d’attesa erano inesistenti, anche nel vocabolario; sicché la Riforma Sanitaria del 1978 con la L833 ci accreditava come i migliori player di welfare. D) Cosa è successo con la pandemia? È avvenuto che l’aumento drammatico e improvviso della domanda di salute ha creato il tilt del sistema sanitario che di tutto si occupava fuorchè di soddisfare le giuste esigenze di salute e le liste d’attesa sono state moltiplicate per un coefficiente pari a 3 o 4.(Fig.1).

2)      L’errore macroscopico sta dunque nel richiedere aumento dei fondi che in base ad una legge fisica si tradurrebbe in ulteriore arricchimento delle strutture private perché quelle pubbliche obsolete non potranno utilizzarli. Una legge fisica dice che se una portata di fluido si sdoppia, diminuirà del 50% ad ogni ulteriore ripartizione. Ma se un tronco è atrofizzato, la massa fluida si distribuirà interamente nelle aree più recettive.

3)       Nel 1992, e nessuno lo ha mai collegato con Tangentopoli, scatta con la L 502/92 la modifica del Titolo V che attribuisce alle Regioni la concorrenza legislativa sulla sanità e altre discipline e contestualmente si organizza il principio della sostenibilità finanziaria da affidare alle Aziende Ospedaliere, in nome di efficienza ed efficacia economica. Da allora il Servizio Sanitario Nazionale, universale e concepito da Luigi Mariotti nel 1978 com un Servizio pubblico  solidaristico, addirittura anticipatore dello ius soli. diventa, per legge,  SISTEMA Amministrativo-Finanziario-Politico ad uso esclusivo della politica.

4)      Il paziente così viene affidato ad una Struttura Sanitaria che si assume il compito della offerta di salute ma ne consegue che le prerogative di questa vanno ben oltre: i) fagocitare le strutture periferiche e mortificare la Medicina di Prossimità; ii) creare una governance di diretta dipendenza politico-assessoriale con la nomina diretta della triade Direttore Generale, Sanitario e Amministrativo; iii) subordinare le prerogative della Facoltà di Medicina, asservita a compiti di fatturato assistenziale, limitandone cioè risorse, tempo e personale riservati alla ricerca e didattica.(Fig. 2). Si riproduce in pratica il Modello RAI: politicizzare un Servizio Pubblico e renderlo appetibile per la classe politica, non per i cittadini a cui serve.

5)      La desertificazione territoriale della Medicina di Prossimità porta dunque alla pletora, spesso inappropriata, della domanda di salute all’Azienda e finchè non saranno sanate le sue caratteristiche funzionali, le dette attese non potranno mai risolversi.

6)      Nel mentre che il malato diventa cliente, scriviamo nel Libro Bianco sulla Sanità[1] in libreria da pochi giorni, Aracne ed. il SottoCapitolo “ Emolumenti della Governance Aziendale” che così recita: “Sintesi. Nel 2008 entra in vigore la legge Brunetta (legge 133/08 ora citata) che prevedeva un taglio del 20% alle loro retribuzioni. Secondo lo studio “Il Management strategico delle Aziende Sanitarie: primo rapporto sul trattamento economico in alcune Regioni italiane”realizzato da Vania Carignani, commissionato da Federsanità Anci, la legge e stata applicata a macchia di leopardo ma “Complessivamente il 47% delle 16 Regioni esaminate ha ridotto del 20% il compenso del direttore generale, il 18% ha ridotto di meno del 20%, il 29% non ha ridotto, il 6%, cioè una sola Regione, lo ha incrementato”. Lo stipendio annuo di un direttore generale di azienda sanitaria, quindi varia da 113.621 euro a 182.023 euro e se prima della legge Brunetta la retribuzione media era di 151.159 €/anno, adesso e di 140.344 euro.[2] Una cifra esorbitante specie per le Aziende Ospedaliere del Sud”.

7)    Le migrazioni sanitarie.  Le Aziende funzionano dunque per mantenere sè stesse. E il malato, specie quello del Sud, migra per farsi curare, come avveniva negli anni Sessanta con la Svizzera elevata a miraggio miracoloso. Sempre dal Libro Bianco: “Dal rapporto CENSIS 2017 emerge che circa 750 mila ogni anno i ricoveri di persone che affrontano un viaggio verso una regione diversa dalla propria. Il 25% non si allontana di più di 100 km dalla propria residenza, mentre il 23% viaggiano per più di 400 km per le cure. Per ciascun paziente bisogna pensare almeno ad uno o due accompagnatori e quindi la massa di migrazione assume la proporzione di circa 2.500.000/2.800.00 persone che si spostano, attivando così un indotto in termini alberghieri, di ristorazione e di utilities e comportando anche un deficit di attività lavorativa nei territori da cui si muovono. Il flusso principale e caratterizzato da maggiori criticità e quello delle famiglie che si spostano da Sud verso Nord, con circa 218.000 ricoveri di questo tipo. Le due principali regioni di arrivo sono la Lombardia e l’Emilia Romagna, che contano rispettivamente 62.700 e 40.000 ricoveri, mentre le tre regioni di maggiore partenza sono Campania (56.000), Sicilia (43.000), Puglia e Calabria (entrambe 40.000).  I costi aggiuntivi per questi spostamenti ammontano per il Sistema a circa 3 miliardi ma costi e disagi per la famiglia del malato non sono calcolabili.”

8)      Corruzione e distorsioni intraziendali sono stimati dalla Guardia di Finanza in circa 7/8 miliardi e non sono calcolabili gli sprechi in tema di appalti per a) Grandi attrezzature; b) materiali di consumo; c) catering; d) esternalizzazione di servizi realizzabili con mezzi interni.

9)       La sussidiarietà che avrebbe dovuto sanare la sostenibilità finanziaria degli Ospedali si è rivelata il vero buco per cui il contenitore non potrà mai essere riempito a sufficienza. Infatti dal 2011, 15 Regioni sono nei cosidetti Piani di Rientro, a bilancio regolamentato perché straordinariamente in deficit. Aziende Ospedaliere di eccellenza vengono insignite con la denominazione IRCCS, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e come tali retribuiti lautamente , oltre, dicasi oltre, le quote di corresponsione per i ricoveri, accertamenti e trattamenti. Non solo ma alcune Strutture Policliniche Private sono destinatarie di leggi ad hoc per attribuzione di fondi extra (LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147 e Legge 102 del 3.08.2009). Sicché ricevono fondi per convenzione con la Regione, Fondi come IRCCS e Fondi straordinari ex lege. Il tutto si concretizza sul modello Sicilia che, in virtù dello Statuto Siciliano a regime Speciale, vanta un Fondo di solidarietà nazionale con il privilegio di due artt. 37 e 38  che prevedono trasferimenti extra fino a 200 milioni al biennio, esattamente il sistema che la L86/24 vuole imporre a favore delle Regioni di rango costituzionale inferiore.

10)  Altre Aziende Ospedaliere, con fondi del Sistema Sanitario, si auto-attribuiscono, con il parere favorevole dell’Ateneo di convenzione, Cattedre Autofinanziate il cui costo serve ad assolvere stipendi, pensioni e retribuzioni ordinarie per professori di vario grado reclutati ad personas.

11)   Come si vede, le falle sono enormi e non ci saranno mai fondi sufficienti finché esse non saranno sanate. Ma non le saneranno mai perché  conviene a tutti i partiti che gattopardescamente le cose restino come sono, e magari con qualche miliardo in più. Poiché l’organo che alla fine del percorso legislativo dovrebbe esercitare controllo è la Conferenza Stato-Regioni ( L86/24), oggi dominata dalla destra ( VdA, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia CDX versus Sardegna, Campania, Puglia, Toscana, Emilia-Romagna).Ma, a ben vedere, in essa potrebbe prevalere nel futuro la sinistra la quale cerca di mantenere la fallimentare legislazione regionalistica, priva di ogni buon senso federalistico, atta solo a essere strumento politico.

12) Da quanto sopra si evince che il diritto alla salute, primario, indisponibile e universale venga mortificato dalla sostenibilità finanziaria peraltro presunta.

13) A conti fatti, il Ministro Giorgetti potrebbe contare, in caso di attuazione dei correttivi sopra esposti, sul recupero di circa 17 miliardi di risorse utili che, aggiungendosi a quelle attuali, ci porterebbe a un tetto di circa 200 miliardi, tre volte il fondo del 1990, Prima Repubblica ( mai troppo rimpianta).

Ma nel frattempo Holding private reinvestono all’estero come già formulato in un precedente articolo in questa sede pubblicato GliStatiGenerali, settembre 2024 I malati italiani non trovano cure, la sanità privata compra ospedali all’estero

Ho dunque il piacere di comunicare che il sottoscritto, al primo cenno di malattia curabile, si trasferirà a Bagdad ( Fig. 3) dove c’è un IRCCS italiano che dovrà, a fortiori, farsi carico della mia salute, assolti gli obblighi di spesa dal Sistema Sanitario al quale le mie tassazioni sono indirizzate.

[1]  A. Ferrara- A. Caputo, Libro Bianco su Sussistenza e Sanità, Aracne Ed. , 2024
[2] Carignani V. Il Management strategico delle Aziende Sanitarie: primo rapporto sul trattamento economico in alcune Regioni italiane, 2011 a cura di Federsanità ANCI).

 

TAG: aziendalizzazione, I buchi della sanità, IRCCS, REGIONALIZZAZIONE, Sanità Privata pigliatutto
CAT: Bilancio pubblico, Sanità

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