Quante emozioni e quanta conoscenza può suscitare un’eclissi?
Bologna. Come può esser sintetizzato e raccontato “Eclissi”, lo spettacolo/coreografia di Michela Lucenti (una delle voci più autorevoli della danza italiana contemporanea e artista residente per Emilia Romagna Teatro) che ha debuttato in prima assoluta a Bologna, nel contesto di Opening show-case Italia 2024 Ert, nella Sala Thierry Salmon dell’Arena del Sole, dal 15 al 20 ottobre? Lo si può sintetizzare come il tentativo di rendere, attraverso la concentrazione fisica e concettuale della danza e della poesia, lo spasimo di stupore di alcuni ragazzi e ragazze di fronte all’apparire impensato e impensabile della potenza della natura. Nel caso in specie, dell’apparire di una eclissi totale che incombe minacciosamente e innesca in un gruppo di giovani, appena usciti da un rave party, una lunga e complessa serie di sentimenti e di emozioni che vanno dalla paura all’inquietudine, dal pensiero angoscioso della morte alla percezione, appunto, della fragilità dell’umano rispetto alla grandiosa maestosità della natura. Coreografia e regia sono di Michela Lucenti, drammaturgia e testi sono di Maurizio Camilli e di Emanuela Serra, le musiche originali e il disegno sonoro sono realizzati dal vivo da Thybaud Monterisi. A danzare e recitare in scena ci sono lo stesso Monterisi, Fabio Bergaglio, Leonardo Castellani, Giovanni Fasser, Confident Frank, Michele Hu, Carla Vukmirovic, tutti performer under 35 con cui la Compagnia Balletto Civile ha condiviso momenti di riflessione e creazione. La danza è descritta come “meticolosa e furiosa” e in realtà l’intento del disegno coreografico è quello di rappresentare l’intensità delle passioni e delle emozioni che attraversano l’animo giovanile. ciò che colpisce soprattutto (favorevolmente) è l’attenzione al ritmo che della perfomance, che non è solo metrica esteriore, ma sembra governato internamente dal susseguirsi di emozioni e sentimenti. L’ispirazione centrale di quest’operazione nasce per altro nel contesto di una riflessione feconda suscitata dal libro della saggista americana Anne Dillard “Ogni giorno è un Dio” (Bompiani), dedicato alla capacità di vedere con occhi nuovi e profondità di sguardo le straordinarie epifanie della natura. Non è una riflessione ingenua però, a-storica, priva di un giudizio politico sul presente, anzi nell’originale simbiosi di danza e poesia, diversi momenti esplicitano uno sguardo consapevole, culturalmente e politicamente avvertito verso la realtà giovanile: «…mi annoio prima…e dopo la botta….», «l’eclissi parziale dovrebbe prepararci all’eclissi totale, ma non lo fa…» perché? «siamo morti… non siamo mai pronti…». Si potrebbe anche considerare il concept dello spettacolo da una prospettiva opposta e ribaltata: non “vediamo” la natura, ma la creiamo guardandola, e non siamo colpiti dalla sua potenza o sublimità, ma proiettiamo in essa la potenza delle emozioni che ci attraversano senza tuttavia riuscire sconfiggere l’impotenza (culturale, politica) di fondo da cui siamo afflitti. Da questo punto di vista, ecco che la conoscenza e/o la creazione simbolica e quindi la difesa consapevole della natura possono rappresentare uno snodo fondamentale per la crescita delle persone. C’è forse solo un aspetto che non convince del tutto: considerare “giovani” o “ragazzi e ragazze”, dei performer giovani anagraficamente (tra i venti e i trent’anni), ma necessariamente professionisti solidi ed evidentemente formati, significa confermare, già nei loro corpi, il punto vista occidentale sul mondo, ovvero la tendenza a restare giovani (intendendo con questa parola adolescenti) ed estranei a quanto potere ed economia sono in grado di decidere e realizzare per noi. Molte delle angosce che affliggono i nostri giovani derivano dal fatto di essere bloccati in questa dimensione e costretti a rimandare la percezione della propria maturità e a restare in un limbo/carcere di simil giovinezza che rende le persone irrisolte e incapaci di assumere una postura adulta e critica e una prospettiva consapevole di sé stessi, della natura e del mondo. È ovviamente una notazione più di tipo sociologico che estetico, ma è insormontabile se si racconta – oggi – della bellezza fragile e feroce, ma appunto transitoria, della giovinezza.
Eclissi
Coreografia e regia Michela Lucenti, drammaturgia di Maurizio Camilli, Emanuela Serra. In scena Fabio Bergaglio, Leonardo Castellani, Giovanni Fasser, Confident Frank, Michele Hu, Thybaud Monterisi, Carla Vukmirovic. Disegno luci di Stefano Mazzanti. Musiche originali e disegno sonoro dal vivo Thybaud Monterisi, costumi Chiara Defant, assistenza alla coreografia Alessandro Pallecchi, assistenza alla messa in scena Giulia Spattini. Realizzazione scene Laboratorio scenografico ERT / Teatro Nazionale, responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini, macchinista Aura Chiaravalle, elettricista Francesco Traverso, fonico Maurizio Camilli, sarta Elena Dal Pozzo. Si ringrazia Giulia Zenaro. Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Balletto Civile, Oriente Occidente, con il sostegno di SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione – Progetto Habitat. Crediti fotografici: Monia Pavoni.
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