Italia

La rana e la pentola

8 Gennaio 2025

A furia di sottovalutare i frammenti di libertà che ci vengono sottratti dal potere ogni giorno, i diritti che sono scritti ma non vengono rispettati, i tentativi di questi governi di far passare leggi che vanno contro la Costituzione, che sembra perdere ogni giorno dei frammenti pure lei, la temperatura dell’acqua della pentola sale. E noi siamo le rane nella pentola.

Qualcuno, quando parla di rivolta, viene trattato come un terrorista. Ma si tratta proprio dell’inconsapevolezza. Come dicevo qualche articolo fa è la povertà che spinge le masse ad accettare questo governo psicofascista (succede anche altrove, sempre di più).

Come mai avviene questo paradosso di amore verso il carnefice da parte di chi è la vera vittima? Probabilmente perché la mancanza di un’opposizione ben ferma su principi etici, economici e sociali disorienta chi vorrebbe delle certezze, in un periodo di dubbi e paure come il presente. Soprattutto un’opposizione che non dimostra di essere in grado di comunicare e di attrarre. Non lo sa più fare né ripescando antichi princìpi consolidati né abbracciando una presunta tecnologia o una velocità futuristica e giovanile. La vecchia sinistra, che quelle certezze ce le aveva, s’è annacquata, col tempo, e le nuove generazioni sono forse meno preparate alle battaglie, sono più arriviste, hanno diverse scale di valori. Basti pensare che per un certo periodo Renzi ha presidiato il partito democratico, un giovane rampante, egocentrico, sprezzante, che faceva cadere questo o quel governo a piacimento anche se in quei momenti non era un bene per il Paese. E infatti è stato punito, relegato in un 2% di nulla da un 40%, riuscendo a rottamare sé stesso per la troppa arroganza.

Volete certezze? Noi ve le diamo, diopatriaeffamiglia, per esempio, no all’invasione degli stranieri, difendiamo i confini dall’invasore, la scuola dev’essere di chi se la merita, la maternità surrogata è un reato universale, lo sciopero è una pratica ingiusta, avete già le unioni civili che volete di più? E così via in un corteo di restrizioni, privazioni, e, soprattutto, bugie. E chi ci attacca non vuole la libertà, non vuole la democrazia, diventando false vittime per consolidare la propria posizione. La nostra legislatura durerà cinque anni. E la lista non finirebbe più. Sono certezze per chi è disorientato e, magari, non ha mezzi critici sufficienti per valutare se ciò che viene spacciato come certezza in realtà lo sia. Ma almeno è qualcosa che viene percepito dai disorientati come stabile, una pietra solida piuttosto che la sabbia mobile che sembra ingoiare tutto e tutti.

Così il mondo, non solo l’Italia, scivola in quella pentola tiepida che sta gradualmente riscaldandosi e si considera Trump degno di una seconda presidenza, adesso esigendo perfino la proprietà di Canada e Groenlandia, si fa urlare Musk che in Germania i neonazisti sarebbero la soluzione e che i giudici italiani dovrebbero andarsene, si permette a Putin di invadere quello che vuole, si permette all’Iran di arrestare una giornalista innocente, si permette tutto ai peggiori.

Addirittura le forze progressiste, in genere gli studenti, la meglio gioventù, prendono le parti dell’islam più retrogrado (sebbene non esista un islam illuminato), dimenticando che cosa sia l’islam e le nefandezze che sono consentite nei regimi di Allah. C’è pure chi ha detto, tra i progressisti nostri, che a Charlie Hebdo (di cui in questi giorni ricorre l’anniversario della strage) se l’erano cercata, con tutta quella satira irrispettosa della religione.

Ora, se è pur vero che le migliaia di morti di Gaza sono una vergogna, non ci si sofferma mai abbastanza che il regime che controllava Gaza era composto dai terroristi fondamentalisti di Hamas e che Houthi e Hezbollah sono creature dell’Iran, i partigiani di Dio, fanatici tanto quanto quelli del Ku Klux Klan o i nazifascisti.

Ora sento le voci di chi dice: e allora Stalin? Permettetemi una pernacchia a queste persone, anzi, facciamola collettiva a chi oppone un totalitarismo a un altro, come se quello di partenza uscisse fuori migliore dopo questo paragone. Sono argomenti dialettici stantii, facciam basta.

Nel frattempo, la pentola si scalda sempre più. Vogliamo spegnere quel fornello? Approfittiamo che il gas russo che lo alimentava non c’è più e saltiamo fuori dalla pentola.

Per quanto riguarda le nostre opposizioni incito Elly e Conte a smetterla di gingillarsi, così come incito i milioni di elettori che a loro si sono affidati di far sentire la propria voce e il proprio dissenso. Non c’è più tempo, non c’è più pazienza. E non c’è nemmeno quella “speranza” di cui sono infarciti i discorsi di fine anno del papa e del Presidente della Repubblica. La speranza è una truffa, è il realismo che ci vuole, altrimenti uno spererà sempre di vincere la lotteria. Ma il vincitore è uno solo e i giocatori sono milioni di speranzosi.

Ci vuole una presa di coscienza sempre più collettiva e il compito di farla venir fuori è delle opposizioni, forse di opposizioni fornite di veri pensatori, che sono le armi migliori che possano esserci. Sarebbe il momento di smetterla coi compromessi e accondiscendere a ricatti, questa continua corsa al ribasso ha provocato il disastro che stiamo vivendo, preparando quello prossimo venturo, che sarà ancora peggio. Guardiamo solamente la Sanità, la Scuola, le infrastrutture, il lavoro cosa sono diventati ad aver concesso sempre dei compromessi verso interessi particolari e clientelari.

Elly, tocca a te, visto che sei la leader del principale partito d’opposizione. Trova le persone giuste e agisci, parla colla gente. Noi siamo un po’ stanchi, e poi siamo dentro la pentola. Tocca a te spegnere il fornello.

 

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