Energia
E’ forse arrivato il tempo di “moralizzare” la vendita?
Nell’energia ce ne sarebbe davvero bisogno! Perché utenti, consumatori ma anche gli operatori seri del settore sono arrivati ad un punto in cui non possono più tollerare sollecitazioni commerciali scorrette, poco chiare o truffaldine.
Chiariamo che non si tratta di un fenomeno che riguarda solo l’energia, può riguardare purtroppo molti settori dell’economia ed in particolare dei servizi, in cui occorre sottoscrivere un contratto, dal vivo o via telefono.
Fatto sta che nell’energia il ripetersi di pratiche commerciali scorrette, la proliferazione di operatori con un approccio mordi e fuggi nel mercato oppure ancora la poca chiarezza circa il ruolo di distributore (chi gestisce le reti), fornitore regolato in regime di tutela, fornitori di mercato libero spesso integrati e con potenziale confusione nei ruoli hanno generato una sostanziale e radicata sfiducia nel mercato.
E come dare torto ai clienti finali?
Non si può. Se mi metto nei panni del cliente e non del fornitore di energia sono il primo a ritenere insopportabili le continue chiamate telefoniche che danno informazioni volutamente errate per convincerci a fare un contratto. Basti pensare che solo qualche giorno fa un’operatrice telefonica di una tv a pagamento voleva ostinatamente persuadermi che la mia squadra del cuore era in Europa League piuttosto che in Champions League (o viceversa) perché la sua emittente deteneva i diritti della competizione che avrebbe fatto al caso mio. Ve beh… non si è neanche più liberi di supportare una squadra di calcio in serenità!
E allora si registra l’avanzare di un quadro regolatorio/legislativo che va nella direzione di maggiori controlli e maggiore qualità nell’attività commerciale. Come spesso accade le norme di riferimento sembrano confuse e tra loro non coordinate, però è certo che un quadro d’assieme sta procedendo verso la direzione della “moralizzazione” delle attività commerciali.
Quali sono i provvedimenti in itinere che vanno in questa direzione? Solo per citarne alcuni:
- Le recenti norme che obbligano i call center ad avere anche referenti basati in Italia e prevedono requisiti più stringenti per la chiusura del contratto (prevedendo anche scambio di documentazione con gli utenti successiva alla chiamata);
- Il progetto di legge che inasprisce le pene per chi truffa ad esempio anziani o soggetti incapaci di intendere e di volere a domicilio;
- Il DDL concorrenza prevede espressamente un albo delle società fornitrici che potranno operare nel momento in cui il mercato energetico italiano diverrà interamente liberalizzato con la fine delle tariffe regolate.
Insomma le direttrici dell’azione legislativa sembrano andare in 2 direzioni:
- Requisiti / regole applicabili agli intermediari (call center e agenzie di vendita);
- Requisiti / regole applicabili ai fornitori o società di vendita.
Personalmente ritengo che sia una strada corretta, occorrerà definirne i contorni, precisare i contenuti, articolare i dettagli. Questo è vero ed è presto per giudicare, però ribadisco che è interesse dei fornitori onesti e professionali che l’immagine del mercato sia meglio tutelata e che ne facciano parte soggetti affidabili.
Sarebbe utile approcciare il tema con una visione d’assieme e senza creare barriere all’ingresso o rafforzare i monopoli, piuttosto che attraverso provvedimenti d’urgenza e stimolati dalla stretta attualità.
Ritenete che questo non sia un reale problema? Beh, come fornitore di energia solo nell’ultimo periodo abbiamo raccolto più di qualche esempio. Agenti che sostengono che taluni fornitori non applicano le imposte, call center che si presentano come nostre agenzie senza esserlo. Il tema esiste ed è alimentato anche da una circolazione dei dati dei clienti, dei data base commerciali altrettanto sospetta e irregolare. Ecco alcuni casi recenti, solo per fornire evidenze in più:
Ecco l’ultimo: https://youtu.be/lYBwYdVLUjcb
Tra l’altro… se avete casi analoghi condividete!
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