Pellegrinaggi, alla ricerca di una spiritualità perduta
L’Europa, per mano della Commissione Europea, negli ultimi anni ha investito diversi milioni di euro per finanziare progetti per riscoprire gli originali percorsi dei pellegrini. L’intento è di valorizzare e ri-codificare quei percorsi di pellegrinaggio, vie, strade, sentieri, che sono appartenuti alla storia medievale, e congiungevano la Città Santa alla Città Eterna e le altre “città” del mondo conosciuto ai centri della cristianità. In questo slancio innovativo che sfida il processo di scristianizzazione in corso si possono leggere dei segni di una domanda di spiritualità forse non ancora giunta a maturazione.
Da un punto di vista sociosemiotico da una parte assistiamo sempre più spesso a esperienze di camminamenti religiosi che prendono nuovo senso, verso Roma come il caso recente ed estremo di un uomo (Gennaro Asperia) che ha portato a piedi una croce da Milano dal peso di 40 kg per poi incontrare il Pontefice, oppure una spiritualità che affonda le origini nel passato, su percorsi nuovi ma che sono istituiti da secoli, pellegrini tradizionali sulle vie dei santi.
Le nuove strade sono il nuovo contesto, un erede legittimato da quelle esperienze straordinarie di molti uomini che hanno colto nel pellegrinaggio la speranza di una propria Salvezza.
Altro esempio di pellegrinaggio non convenzionale ci viene da Fratel Costantino, fondatore dell’Associazione Europea Amici di San Rocco. Sul solco della tradizione, con l’infierire dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, promuove il culto a San Rocco, considerato il “Virologo di Dio”, e continua a varcare i confini di tante regioni e comunità d’Italia, lo fa da anni, ma con spostamenti in aereo, treno e trasferimenti in auto cercando passaggi ai fedeli. Indubbiamente un religioso regolare che segue la sequela di Cristo.
Fratel Costantino è fondatore dell’Associazione Europea Amici di San Rocco (75 gruppi), in questi giorni ha visitato le comunità di Dervio, Colico, Perledo, Dorio, Gattinara, Miasino e tante altre, accolto da sindaci, parroci e associazioni locali, ai quali ha proposto un itinerario spirituale per far conoscere in maniera degna ed evangelica la figura del Santo.
Mentre Gennaro Asperia svolge un “pellegrinaggio di espiazione”, per fratel Costantino il pellegrinaggio è un’occasione per spronare i fedeli a “riscoprire l’identità cristiana”, “a sanare le tante ferite e infermità di un’umanità piagata nello spirito e nella fede”, e si appella come san Francesco a fratelli e sorelle “per non essere considerati scarti, per non guardare impassibili il mondo e ciò che ci circonda. Facciamoci sentire! Scacciamo le paure che ci paralizzano per non essere statue inanimate”.
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