Trasporti
Onorato attacca:«Grimaldi vuole imbarcare extracomunitari su traghetti italiani»
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera da Vincenzo Onorato, armatore e presidente di Mobylines
Gentile Direttore,
Ho letto con interesse l’articolo «La guerra fra i signori dei traghetti rischia di affossare l’industria marittima» a firma di Andrea Moizo. Quella di cui stiamo trattando è una materia complicata di cui Moizo è senza alcun dubbio un attento conoscitore. Mi si permetta comunque di ritornare sull’argomento dando la mia visione dei fatti.
Moizo scrive che io ho sollevato il problema degli extracomunitari imbarcati sulle navi di Grimaldi solo da quando quest’ultimo è entrato in concorrenza sulle mie rotte. Occorre una precisazione. Dopo l’ingresso di Grimaldi sulla linea Genova-Livorno-Cagliari, lo stesso mi invitò ad una colazione di lavoro con il direttore generale di Confitarma Gennaro Fiore. Anche se le tariffe applicate dal mio competitor sulla nuova linea erano già molto aggressive, ciò non impedì che ci lasciassimo in maniera cordiale. Sarebbe sciocco, da parte mia, il solo pensare di gestire tutto il traffico per la Sardegna: c’è sempre stata concorrenza e sempre ci sarà, come è giusto che avvenga. Negli anni, del resto, abbiamo sempre affrontato concorrenze agguerrite. La concorrenza deve però avere luogo ad armi pari e nel rispetto delle regole.
La mia uscita da Confitarma è avvenuta quando ho capito, e si è trattato di un processo tutt’altro che breve, che in realtà, Confitarma, trincerandosi dietro il velo di carta dell’Unione Europea, aveva come obiettivo quello di estendere i privilegi fiscali della bandiera italiana ad altre bandiere, per arrivare a imbarcare nel cabotaggio nazionale marittimi extracomunitari.
A quel punto il progetto dell’armatore Grimaldi mi è stato invece chiarissimo: è evidente che Grimaldi punta al monopolio delle autostrade del mare in Mediterraneo. Negli ultimi mesi non ha solo aperto nuove linee per la Sardegna, ma ha intensificato le rotte per la Sicilia e la Spagna, per non parlare poi dei terminal portuali, dove fra poco, i miei colleghi armatori di Confitarma, non troveranno più posto neppure per ormeggiare un gommone. Questo disegno è estremamente costoso ed una delle voci più importanti è il costo del personale navigante. Il cabotaggio nazionale di Grimaldi, con l’eccezione della nuova rotta Livorno-Olbia, è espletato attraverso un massiccio ausilio di personale extracomunitario. Un esempio? Sulla Cruise Roma, in linea regolare fra Civitavecchia e Porto Torres, sono imbarcati: 47 italiani, 6 colombiani, 1 ucraino, 1 rumeno, 15 honduregni, 48 filippini, 1 greco e 1 guatemalteco.
Ciò, nella realtà, rappresenta un taglio radicale dei costi a confronto degli altri competitor, me incluso.
Così l’«adeguamento» alle normative europee sancirebbe anche e soprattutto la sanatoria di una situazione anomala, se non imbarazzante, che vede marittimi extracomunitari su rotte italiane. Il sindacato dovrebbe imporsi. Come però giustamente sottolineato nel suo articolo, il sindacato stesso ha firmato un accordo l’11 febbraio del 2003, in base al quale percepisce 190 euro o 300 dollari all’anno per ciascun marittimo, in caso di equipaggio sia comunitario sia extracomunitario, dando di fatto il via a una inaccettabile deroga. È inoltre singolare, come lo stesso articolo sottolinea, che Grimaldi sia l’unico beneficiario di codesta deroga su linee di cabotaggio italiano.
Se passasse la linea dell’equiparazione dei privilegi fiscali della bandiera italiana a tutte le bandiere europee con marittimi extracomunitari, mi troverei a dover licenziare 3.000-3.500 marittimi. Sarebbe la paralisi per la mia Compagnia e non solo. Grimaldi, è evidente, non ha questo tipo di problema.
Quella che si combatte oggi non è solo una battaglia economica, ma soprattutto uno scontro di visioni. Nella sostanza Confitarma sta chiedendo al Governo Italiano di finanziare le bandiere comunitarie per sbarcare gli italiani e conservare anche il regime di quasi totale esenzione fiscale. Il tutto con i soldi dei contribuenti italiani. La richiesta è davvero inaccettabile, oltre ad avere delle conseguenze potenzialmente devastanti. Nel Sud si perderebbero almeno 15.000 posti di lavoro. È necessario inoltre fare una distinzione quando si parla di marittimi: Confitarma parla di penuria di ufficiali di macchina e coperta: ed è vero. Questa gente di mare troverà sempre e comunque lavoro ovunque. Il problema, di cui nessuno vuol parlare, è la bassa forza, mozzi, piccoli di camera, ecc. È questa la gente di mare che verrà colpita da questo processo, se malauguratamente prendesse corpo. Non può non sorprendermi il cinismo di una manovra del genere. Il Sud, terra dalla quale sia che Grimaldi che il sottoscritto siamo originari, sarebbe il più colpito.
Quanto a me l’autore scrive: «Onorato imbarca italiani perché non potrebbe fare diversamente perché non ha la deroga». Qui, mi perdoni, si sbaglia. Sulle mie navi in linea fra l’Italia e la Corsica potrei imbarcare tutti gli extracomunitari che desidero, eppure ho solo italiani. Ho costituito a Napoli la Scuola di Vela Mascalzone Latino che finanzio personalmente, per offrire ai bambini dei quartieri disagiati di Napoli un’opportunità di riscatto attraverso lo sport della vela, portarli sul mare e avviarli ad un futuro diverso.
Questo, come ho detto è uno scontro di visioni. Nella mia famiglia rappresento la quarta generazione di armatori, non ho alcuna pretesa di essere un filantropo, ma solo un imprenditore responsabile e un cittadino innamorato della propria terra. Come si può essere napoletani, gente del Sud, senza veramente esserlo?
Vincenzo Onorato
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