Teatro
Accolti i ricorsi: salta il Decreto Riforma della Prosa?
La voce ha iniziato a circolare attorno alle 14 di oggi. Secondo indiscrezioni, sarebbero stati accolti, dal TAR del Lazio, due ricorsi – segnatamente quelli del Teatro dell’Elfo di Milano e della Fondazione Teatro Due di Parma – contro il decreto di riforma del settore prosa che ha agitato non poche le acque della stagione teatrale in corso (su Teatro e Critica le sentenze del Tar).
Se la voce fosse fondata, probabilmente il decreto verrebbe annullato. La notizia sarebbe clamorosa. Dopo un anno vissuto molto faticosamente, tra tentativi di adeguamento a un nuovo sistema troppo distante dalla realtà, la riforma evidentemente aveva scontentato tutti. L’ex direttore generale della Prosa, Salvo Nastasi, aveva forse troppo in fretta licenziato un decreto che avrebbe meritato quanto meno una maggiore riflessione. Il ministro Dario Franceschini, ora, si trova con la classica patata bollente in mano: che succederà?
Siamo certi che gli uffici del ministero, guidati dal nuovo direttore, Ninni Cutaia, abbiano certo preparato enormi paracaduti giganti per salvare il salvabile, in attesa di una legge di settore che si fa sempre più urgente. Con le capacità di Cutaia e del suo staff, alla luce anche dei ricorsi, finalmente il teatro potrebbe trovare un suo assetto.
Intanto però, toccherà valutare bene le conseguenze. Cosa ne sarà, ad esempio, dei cosiddetti Nazionali? E di quelle strutture che si sono “fuse” per dare vita a nuovi soggetti (ad esempio Bari, Firenze/Pontedera, Venezia/Verona e altri)?
Cosa succederà dei progetti triennali avviati in base a richieste specifiche fatte dal decreto? E ai finanziamenti dell’anno in corso?
Possono sembrare domande faziose a chi non si occupa di teatro, in realtà i futuri assetti determinano le condizioni di vita, di lavoro e di sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone, attive nel settore spettacolo dal vivo.
Nel momento in cui si archivia la sudata stagione invernale, e si apre la pagina dei festival estivi, la notizia – attesa, temuta, auspicata – cambia ulteriormente le carte in tavola.
Restiamo dunque in attesa di conferme o smentite, per valutare serenamente la situazione. Per ora pensiamo alle energie sprecate, agli sforzi fatti, alle nottate in bianco, ai convegni, alle imprecazioni e alle progettazioni buttate via per seguire i dettami di una riforma che deve già essere riformata. Che diremo? Scusate, abbiamo scherzato?
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