Partiti e politici

Dr. Lorenzo e Mr. Guerini: le primarie che voleva evitare, ora sono un successo?

2 Marzo 2015

Ci mancava solo l’esultanza per la partecipazione alle primarie in Campania da parte di chi ha lavorato per evitarle. Fosse una commedia ci sarebbe da ridere, invece è una notizia vera. Il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, ha elogiato l’affluenza, definendolo – udite udite – «un segno importante della validità di questo strumento che qualcuno vorrebbe frettolosamente archiviare». La domanda è scontata: a chi si riferiva? A se stesso? È vero che le primarie sono belle perché permettono di saltare sul carro del vincitore in nome dell’unità del partito, con tutta la retorica del caso che magari evoca magniloquenti esempi tipo Obama-Clinton, ma a tutto c’è un limite.

Di fronte all’avanzata di queste argomentazioni, quindi, è doverosa una piccola operazione di memoria, nemmeno troppo faticosa. La questione, nel caso specifico, non riguarda il nobile ambito della coerenza, ma quello molto più umano del buonsenso. Il Partito democratico nazionale, proprio attraverso la moral suasion di Lorenzo Guerini, ha lavorato per individuare un nome unitario che potesse evitare lo scontro De Luca-Cozzolino. «Candidato di superamento (delle primarie)», era la formula magica circolata per indicare l’Uomo della Provvidenza.

Per tutti i dirigenti dem, la consultazione era un autentico incubo. Solo la tenacia dei due protagonisti, De Luca in particolare, ha permesso che le primarie si svolgessero, portando al voto quasi 160mila campani. Le cronache raccontano di riunioni-fiume, febbrili incontri e ipotesi di nomi. E in molti credevano che alla fine la consultazione saltasse con magno gaudio da parte di Dr. Lorenzo e Mr. Guerini. Il vicesegretario avrebbe così spiegato che “non sempre le primarie sono la scelta migliore”. Nel caos generale, è stato impallinato Gennaro Migliore, candidatosi con la sicurezza di avere la benedizione di Renzi e scaricato quando i sondaggi indicavano che contro gli altri due contendenti c’era poco da fare.

Senza voler annoiare il lettore con l’intera ricostruzione della vicenda, la sintesi proposta è più sufficiente per spiegare lo sbigottimento di fronte alle affermazioni di Lorenzo Guerini sulle primarie come «un successo». Forse ha ragione, ma solo per De Luca.

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