Milano
“Ministro Fedeli, i dottorandi italiani non vogliono più essere sottopagati”
Giulio Formenti, rappresentante degli studenti nel Senato accademico alla Statale di Milano, è un dottorando in Scienze Ambientali. Timido, gentile, riservato e naturalmente bravo. Siccome però siamo in Italia, se sei capace e hai qualità professionali di alto livello; se sei uno che nella vita si è sempre impegnato per raggiungere l’eccellenza anche a costo di sacrifici, allora caschi male. In Italia spesso ha più successo una mezza pippa che gioca a calcio o un’ avvenente teenager con promettenti doti “di petto”, piuttosto che uno che studia e magari contribuisce a creare importanti ricerche che possono migliorare la qualità di vita della gente comune. Se sei in Italia e fai ricerca si è sottopagati; se studi in centri di ricerca all’avanguardia sei visto come “un costo” e non come una risorsa. Per questo abbiamo più rotatorie in città intasate dal traffico, che studenti universitari. I quali studiamo come ridurre ulteriormente, per poggiare con certezza il nostro futuro in una sana ignoranza. Ci garantisce il benessere. Del vuoto.
Giulio non è uomo di molte parole e quando mi descrive la condizione dei dottorandi riesce persino a mantenere l’aplomb e il savoir-faire di un anglosassone. Si sbilancia solo alla fine, quando si appella al ministro per chiedere di mettere mano al portafoglio. Perché se fai il ricercatore in una metropoli, 1000 euro proprio non ti bastano. Alla Statale, e alla Bicocca e al Politecnico di Torino la borsa di studio è stata innalzata a 1200 euro, uniche eccezioni nel panorama nazionale. Tuttavia sempre stipendio precario rimane, mentre in tutti gli altri atenei del Paese siamo fermi ancora a 1000. Tenuto conto che qui scale mobili non ce ne sono e mille euro è il salario fisso di uno studente di terzo livello (il più alto, il dottorando appunto) da oltre dieci anni. Negli altri paesi europei il salario medio è il doppio, (2900 in Danimarca, 2800 in Norvegia) con punte che oltrepassano anche i 3000 euro in Svizzera. E siccome i professori universitari hanno fatto sapere di essere pronti allo sciopero proprio per lo stesso motivo, salari bassi, Giulio chiede di non dimenticarsi degli ultimi in senso gerarchico nel mondo universitario, ovvero proprio di loro. Nel frattempo, per la cronaca, il Milan calcio ha speso 243 milioni di Euro solo per la campagna acquisti di quest’anno. In Francia il Psg ha speso la stessa somma ma per un solo giocatore. Demagogia, si dirà. È il mercato, bellezza. E allora se valgono le regole del mercato, dove a domanda corrisponde offerta, perché quando in Italia c’è domanda di cultura e di più atenei dove studiare, l’offerta cala anziché aumentare? Sempre avanti, ma all’incontrario.
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