Milano
LA PARADOSSALE VITTORIA DEL BEPPE
Un anno fa nasce l’idea di candidare Beppe Sala, ovvero l’ex braccio destro di Letizia Moratti, a sindaco di Milano per la sinistra.
(primo paradosso)
L’idea e’: prendiamo i voti del centrodestra e dei moderati, tagliamo fuori l’estrema sinistra e facciamo le prove generali del Partito della Nazione ovvero della Nuova Democrazia Cristiana.
Ideologo, il segretario del partito che fu di Gramsci, Togliatti e Berlinguer.
(secondo paradosso).
Passa un anno. Arrivano le elezioni.
Sala va male.
Che si fa? Si fa una campagna dove si cerca di mobilitare la sinistra vera al grido di “MAMMA I FASCISTI”.
La stessa sinistra che, con la candidatura di Sala, si pensava di tagliare fuori ora viene chiamata alle armi, in una riedizione milanese delle Termopili.
(terzo paradosso).
Si prendono una serie di tutor che dovrebbero legittimare Sala agli occhi dell’elettorato di sinistra (Colombo, Majorino, Emma Bonino, Linus eccetera)
Ma Sala non dovrebbe essere gia’ legittimato per il fatto di aver vinto le primarie?
Ma allora ste primarie a che servono?
(quarto paradosso)
Si condivide su Facebook una foto in cui Parisi e’ attorniato da La Russa, Gelmini, Lupi eccetera e si dice “Parisi sta coi mostri, Sala e’ diverso!”. Si arriva a dire che Parisi se la fa coi nazisti in una strumentalizzazione pari al famoso “ladro d’auto” a Pisapia.
Pero’ si omette di dire che fino al 2011, quando La Russa, Lupi, De Corato eccetera avevano un’idea, per finanziarla dovevano alzare il telefono e chiamare proprio Beppe Sala, che all’epoca nella foto di gruppo stava dove sta ora Parisi.
(quinto paradosso)
Siccome per la gente di sinistra le ragioni del cuore sono sacre, a chiamata risponde: sono i voti della Sinistra e dei Radicali a far vincere Sala.
Il candidato Renziano per antonomasia, ex manager della Moratti, viene quindi salvato dai Compagni che Renzi voleva far fuori.
(sesto paradosso)
Invece di abbassare la cresta, orde di dirigenti PD renziani tecnicamente giovani (ma che di giovane hanno solo a carta di identità) gonfiano la vittoria di Sala con tonnellate di retorica politica, intestandosi una vittoria di persone con cui loro non hanno nulla a che fare. Anzi, sono proprio quelle persone oggi decisive ad essere state, per mesi, o forse anni, il bersaglio dei loro strali.
(settimo paradosso)
Ok. In tutto cio’ abbiamo evitato che De Corato, La Russa, Tatarella insomma, gli ex-colleghi di Sala tornassero al potere.
Ma non chiedetemi di festeggiare.
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