Letteratura
Contro la banalità dei libri in classifica, la Controclassifica di Modusvivendi
I libri in classifica fanno schifo. Chi non ha già sentito questo parere dissonante, espresso con aria vagamente snob? Da un lato la plebe e la moltitudine degli ingenui, i disinformati, i consumatori, le buone forchette dei romanzi da cassetta; dall’altro la minoranza illuminata, saccente, che Umberto Eco sarà primo, ma è troppo commerciale, e per di più copia da Wikipedia, e in fondo anche Franzen è uno sbruffone sociopatico, e tutto sommato David Forster Wallace o Cortazar sono una moda. Eppure io la classifica la guardo ogni settimana, provando a non darle importanza, ripetendo come un mantra: conosci quanto elaborata è la filiera del libro? sei consapevole dell’impatto comunicativo e del potere economico dei grandi gruppi editoriali? sai quanto parziale è la raccolta dei dati delle classifiche stesse? Solitamente le liste che troviamo stampate sugli inserti culturali o diffuse sul web vengono da istituti di ricerca come Nielsen per esempio, che selezionano i campioni e definiscono i criteri. Si raccontano leggende di vendite falsificate da parte delle librerie di catena per avvantaggiare uno scrittore di scuderia. Oppure di numeri inesistenti nei casi di presentazioni poco frequentate. Personalmente mi occupo da oltre un decennio di libri e occuparmene significa amarli in modo a volte malsano: ho corretto bozze, tradotto saggi e romanzi dal francese e dal tedesco, ho redatto, editato, recensito libri, dirigo una libreria che a me sembra un gioiellino e ne sono felicissimo. Così ho deciso che questa roba de i libri in classifica fanno schifo non la voglio pensare più. È vero, da libraio, considero molti di quei titoli poco dignitosi, ma se credo che non facciano del bene ai miei clienti (o del male, ma del male vero, salvifico, come a volte la letteratura provoca), ebbene, basterà sconsigliarli e non mandarli più in classifica. Non potendo influenzare però i gusti e le scelte in cassa di tutti i lettori in Italia, l’unica soluzione è cambiare i criteri delle classifiche. Così ho cominciato a chiedere fra colleghi e colleghe, per lo più librai e libraie indipendenti, di fornirmi le loro classifiche. Uno dei primi con cui ho parlato è stato Fabrizio Piazza, responsabile vendite ed eventi di Modusvivendi, una bellissima libreria di Palermo. Ancora andavo cercando una messa a fuoco più definita del mio guardarmi intorno. Non sapevo se spiare come un voyeur le vendite altrui (“dai, ragazzi, fatemi dare un’occhiata ai vostri dati”) oppure se sobillare la categoria a darmi classifiche inventate, liste dei desideri. Avanzavo come un rabdomante dicendo a Fabrizio che vendere una copia di Spillover non ha lo stesso valore che vendere l’ultimo giallo medievale della Newton. Che convincere un cliente che fra le novità da acquistare, invece di Luciana Litizzetto e Alberto Angela, ci sono Echenoz e Conroy è un’operazione molto più complessa, un lavoro di consulenza del libraio e uno sforzo di fiducia dell’acquirente. A quel punto Fabrizio mi ha dato una risposta che è quasi il sogno di ogni libraio, una perla di arrogante saggezza: “Qui da noi la classifica voluta e quella reale più o meno corrispondono”. Qui di seguito quindi troverete la prima delle controclassifiche che conto di caricare nei prossimi mesi.
Il copyright di questa è di Modusvivendi come vi accennavo, che ci aiuta anche nella possibilità di sniffare il contenuto di ogni singolo libro della top ten. Al posto n. 10 Pietro Leveratto, Con la musica, Sellerio Dopo “Curarsi con i libri”, un indispensabile prontuario di musicoterapia per il corpo e l’anima. Per l’insonnia (che procura la lettura) provate le Variazioni Goldberg di Bach. Posto n. 9 per Loredana Lipperini, Pupa, Rrose Sèlavy Pupa è una combattente, salva i bambini dalla tristezza di sapere come andrà a finire. Per grandi e piccini. Poetico e ammaliante Posto n. 8 un libro che in effetti ha venduto molto ed è ancora presente sulle classifiche “reali” Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura, Feltrinelli La storia di Samia ha commosso i nostri lettori. E a metà febbraio l’autore sarà nostro ospite per il progetto Modusvivendi va a scuola. n. 7 Piero Dorfles, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, Garzanti Nell’Italia dove si legge poco, uno strumento indispensabile per formare una biblioteca come si deve. Conclude il libro, La metamorfosi di Kafka. E anche noi, ne usciamo trasformati. Al n. 6 Paolo Cognetti, A pesca nelle pozze più profonde, Minimum Fax Per diventare uno scrittore di racconti, devi imparare a pescare. Oppure leggere questo libro che è anche un meraviglioso viaggio tra i grandi autori della short story Posizione n. 5 per Juan Carlos Onetti, Raccattacadaveri, Sur Larsen detto Raccattacadaveri ha un sogno impossibile: aprire un bordello in una città della remota provincia argentina. Divertimento assicurato n. 4 Per Olov Enquist, Il libro delle parabole, Iperborea Un romanzo d’amore, il segreto di un taccuino ritrovato, la donna nel pavimento senza nodi. La scrittura come religione. Memorabile. E quindi il podio di Modusvivendi: n. 3 il long seller di John Williams, Stoner, Fazi Una vita comune, nella quale possiamo tutti riconoscerci. Ma il fascino di questo romanzo sta nella scrittura, nitida, velenosa, eterna n. 2 Paolo Nori, Siamo buoni se siamo buoni, Marcos y Marcos Ermanno Baistrocchi dà il meglio di sé: mentre tutti lo davano per morto, ecco che esce il suo libro. E la vita torna a sorridere… Primo assoluto: Mario Benedetti, La tregua, nottetempo Una tregua in tutti i sensi: dalla cattiva letteratura, dai nostri ritmi forsennati, un capolavoro dimenticato e giustamente rilanciato. P.s. Per tutti coloro che ne volessero sapere di più su Modusvivendi, o andate a Palermo a trovarli (e ne varrebbe la pena) oppure li trovate su La voce dei libri, Marcos y Marcos, oppure potreste cliccare qui.
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