Letteratura
Quale futuro per la distribuzione dei libri nelle librerie italiane?
Reduce da due giorni di incontri con i distributori nazionali delle case editrici di cui sono direttore editoriale (Historica e Giubilei Regnani), metto nero su bianco alcune considerazioni emerse nelle lunghe chiacchierate intercorse tra un editore indipendente e un distributore nazionale che possono aiutare a comprendere in quale direzione stia andando – e andrà sempre di più nei prossimi anni – l’editoria in Italia.
Il primo fenomeno a cui si assiste da un po’ di anni è la diminuzione dell’ordinato in libreria, ovvero i libri che i distributori ordinano agli editori da mettere in distribuzione nelle librerie. Ciò ha determinato un abbattimento del numero di copie da stampare e dei costi di tipografia.
L’editore indipendente del futuro – o quello di successo del presente – è colui che abbatterà drasticamente i costi del magazzino, stampando le copie strettamente necessarie per sopperire alle esigenze della distribuzione e delle vendite dirette.
La pila dei libri in libreria per gli editori indipendenti non esiste più, salvo presentazioni o eventi particolari – autore amico del librario, o libreria indipendente della città di cui è originario l’autore – e occorre chiedersi che senso abbia per un editore investire migliaia di euro a libro per sostenere i costi distribuzione per poi avere una copia a libreria (quando va bene) nascosta in uno scaffale in mezzo a centinaia di altri titoli.
In futuro i distributori lavoreranno sempre più su ordinazione appoggiandosi ai grossisti, diminuendo i tempi di spedizione dei libri per essere sempre più competitivi con gli store online.
Secondo gli editori la causa dell’insuccesso dei libri sono i distributori che non lavorano bene, secondo i distributori sono gli editori che fanno libri di basso livello che non hanno mercato. In questo caso sono d’accordo con i distributori, soprattutto al giorno d’oggi, se un lettore è intenzionato a reperire un libro, il modo per acquistarlo lo trova facilmente.
Dal canto mio continuo ad essere convinto che accanto ai distributori – mali necessari, non me ne vogliano i nostri distributori di cui siamo molto soddisfatti – l’editore debba sviluppare un circuito di vendita alternativo “a valle”, verso il cliente, il lettore, unico vero padrone delle case editrici. A volte purtroppo gli editori tendono a dimenticarlo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
FONTE: Cultora
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