Letteratura
A proposito di libri in estate, a modo mio
Ci sono un sacco di luoghi comuni nel mondo dei libri. Uno di questi è il binomio estate e letture. È una semplificazione comunicativa, perché, per nostra fortuna, là fuori ci sono decine e decine di uomini e di donne che leggono tutto l’anno. Leggono come bevono e mangiano. Leggono perché è naturale (anche se ho letto da qualche parte che non lo è affatto), perché è un modo di stare al mondo. Questa premessa è per dire che in questo post non stilerò la lista dei libri da leggere assolutamente in vacanza. Da tempo leggo in maniera anarchica e non sempre seguo le nuove uscite. Perciò, in questo post racconto i libri che ho letto in questi mesi e di cui non avevo ancora scritto. In pratica, condivido un’esperienza. Accoglietela per quella che è.
Vento e Flipper, di Murakami Haruki, Einaudi (traduzione di Antonietta Pastore)
Einaudi ha pubblicato il libro che raccoglie i romanzi giovanili dello scrittore giapponese più osannato del globo. Si tratta di Ascolta la canzone del vento e Flipper, per l’occasione impacchettati col titolo unico di Vento e Flipper. Il protagonista e voce narrante è lo stesso in entrambi i romanzi. Lo conosciamo in un bar dove trascorre le sue serate in compagnia di un amico borghese in rotta con il mondo e una ragazza smilza che lavora in un negozio di dischi. Lo ritroviamo, poi, più adulto, alla prese con il lavoro in un’agenzia di traduzioni e due gemelle con cui divide casa. Nei due romanzi, ambienti tra gli anni Sessanta e Settanta, c’è un sacco di musica: Beatles, Beach Boys, Bob Dylan. Leggerlo mi ha rilassata, fatto compagnia. A Flipper, forse un po’ dispersivo, ho preferito Ascolta la canzone del vento. Da leggere se avete voglia di prendervi una pausa dai traumi esistenziali che abbondano nelle nostre vite e nella narrativa postmoderna.
Girl in a band, autobiografia di Kim Gordon, Minimum Fax (traduzione di Tiziana Lo Porto)
Tiziana Lo Porto ha tradotto magnificamente l’autobiografia di Kim Gordon, bassista, cantante e fondatrice insieme al marito Thurston Moore dei Sonic Youth. Il libro inizia con l’ultimo concerto della band. Kim e Thurston dopo anni e anni di intesa nella vita e nel lavoro si stanno lasciando. Dal dolore per l’ultima volta sul palco con Thurston, Kim risale alla sua infanzia, al rapporto con suo fratello, al desiderio crescente di diventare un’artista, tentando il tutto per tutto a New York con quattro soldi e un sogno nella testa. Capitolo per capitolo, si riaccendono le correnti musicali, artistiche e di pensiero che hanno soffiato sul mondo dalla fine degli anni Settanta agli anni Novanta. La voce di Kim Gordon è penetrante mentre ragiona di sentimenti, di relazioni, dell’essere combattivi per affermare se stessi. Ne viene fuori il ritratto di una donna affascinante, libera, che ha vissuto la vita immaginata, non senza rinunce e patimenti. Un libro bellissimo che mi ha fatto compagnia e che mi è dispiaciuto finire.
La ragazza interrotta, di Susanna Kaysen, Tea (traduttori vari)
È il libro autobiografico di Susanna Kaysen, lo stesso dal quale è tratto quel meraviglioso film che è Ragazze interrotte con Angelina Jolie e Winona Ryder. Negli anni Sessanta Susanna è poco più che adolescente. A differenza di tanti non sa quel che vuole, si estranea, si procura ferite ai polsi. Il medico di famiglia la spedisce, col suo consenso, in una clinica psichiatrica dove le diagnosticano una personalità borderline. In clinica conosce altre pazienti, con loro condivide una quotidianità ai margini, aliena. Il libro non solo è la testimonianza di un disagio e del percorso per venirne fuori, ma pure un ragionamento profondo sugli ospedali psichiatrici, sul concetto di inclusione, di adattamento, sulla sensibilità, sul bigottismo, sull’amicizia. Sul confine labile tra salute e malattia mentale. Maneggiare con cura, brucia di vita.
Tempo di spargere pietre, di Estevao Azevedo, Caravan edizioni (traduzione di Vincenzo Barca)
Il Brasile, una cultura legata alla terra e due ragazzi che si amano, nonostante provengano da famiglie che si detestano. Intorno, una società di contadini, profondi conoscitori della loro terra e della sua cultura. Azevedo è vincitore di uno dei premi letterari più illustri in Brasile ed ha dalla sua diversi racconti e un romanzo precedente. Tempo di spargere pietre rivela l’animo di un paese, ne traccia un profilo poco conosciuto ed affascinante. Perfetto per viaggiare con la mente.
Mescolo tutto, di Yasmin Incretolli (Tunué)
“Posso risparmiarmi consensi e benevolenza, anzi preferisco fare schifo e allontanare le persone” dice Maria, la protagonista diciottenne di Mescolo tutto, il romanzo che rivela la potenza espressiva di Yasmin Incretolli, scrittrice su cui si è detto e scritto abbastanza. La storia che racconta Yasmin (un’antieroina tra i 18 e i 19 anni con una madre insulsa e problematica, l’autolesionismo, la violenza in ogni sua forma, un’età speciale ma che a starci dentro ti pare l’inferno) potrebbe essere raccontata in centinaia di modi. La maniera di Yasmin non lascia indifferenti (frasi che implodono, un linguaggio che sembra venire da chissà dove, una costruzione della frase perfetta eppur stramba) ed è il motivo per cui Tunuè ha scommesso su di lei, animando il dibattito tra i lettori, alcuni affascinati, altri già pronti a scagliare pietre. La forza di questo libro è il personaggio di Maria: ti perseguita, non ti dice niente di confortante, ti fa sentire il sapore del disgusto, rivelando esperienze e mondi che non tutti abbiamo conosciuto e che non per questo dobbiamo ignorare. Se in narrativa lo stile e la voce contano, allora Yasmin ha fatto centro.
Dalle rovine, di Luciano Funetta (Tunué)
Mi chiedo se ci sia ancora qualcuno che non abbia letto Dalle rovine, il romanzo di Luciano Funetta, candidato anche al Premio Strega 2016. La storia di Rivera, le sue perversioni, l’impatto della voce narrante che tutto fruga e tutto sa della piccolezza degli uomini, sono di dominio pubblico. Il tamtam creatosi intorno al libro ha portato con sé ristampe, innumerevoli recensioni e interviste varie, con una buona visibilità anche per Terra Nullius, il collettivo letterario di cui Luciano fa parte. Dalle rovine l’ho consigliato alle persone a me più vicine e con lo stesso spirito lo consiglio a chi non sa di cosa stiamo parlando. È un libro che racchiude il disfacimento esistenziale proprio della migliore letteratura italiana (Buzzati, D’Arzo, Parise), che rompe gli schemi con una narrativa assai standardizzata, giocando molto con l’esagerazione e orrori vari. Vi avverto: ad un certo punto vi verrà voglia di prendere il libro e di buttarlo dalla finestra tanto è il mal di stomaco. Non fatelo, vorrete poi sapere come va a finire.
Diario di una cattiva ragazza, di Irene Grandi e Massimo Cotto (Mondadori)
“Capita, stasera capita” cantava la Irene, tra le voci che hanno animato la mia adolescenza. Così, sull’onda di un’affezione, capita pure che scelga il suo diario su una bancarella di libri, un sabato sera, al mare, fuori città. Il libro è il racconto di una ragazza cresciuta in una Firenze ruggente, che voleva solo cantare. Per realizzare il sogno la ragazza ha quattro anni di tempo (out out dei genitori), ma basterà molto meno: sbarca a Sanremo, cambiando la sua esistenza in maniera definitiva. Inizia l’avventura di Irene Grandi, tra hit pop, collaborazioni magiche, viaggi e palazzetti. Il libro l’ho letto in una giornata, quasi tutto sotto l’ombrellone. Se so le canzoni di Irene Grandi? Sì, e le canto tutte o quasi a memoria, perché cantandole mi riconnetto con la me sedicenne, incazzata col mondo e mille parole tra le dita e sui diari degli amici.
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