Società
Chi semina raccoglie. Anche a Tor Sapienza
Di Tor Sapienza se ne è parlato fino alla nausea. Dei problemi di convivenza tra italiani e immigrati, del degrado delle periferie, dell’esasperazione dei “cittadini”. Abbiamo visto persone gridare la propria rabbia contro “i neri” espressa subito dopo l’immancabile “Non sono razzista, ma…”. Abbiamo assistito alle comparsate di Borghezio, ascoltato le lamentele di frequentatori di bar, ex fascisti, disoccupati, tutti diventati improvvisamente delle star. Siamo arrivati al punto di cambiare canale alla vista dei palazzoni di Tor Sapienza, all’ennesima persona intervistata per strada dal cronista di turno che porgeva una domanda superflua per dare il via a un fiume di parole di frustrazione e biasimo distribuiti a casaccio.
Poco invece si è parlato di soluzioni efficaci, di buone pratiche, di cosa fare per rendere possibile l’incontro tra “gli stranieri” (rifugiati e rom) e i residenti del quartiere. E non può essere una soluzione quella messa in campo dal Comune con il trasferimento dei minori; Anzi una scelta improvvisata e pericolosa. L’integrazione (brutta parola), la convivenza, la conoscenza si costruiscono pian piano nella quotidianità. Con azioni anche all’apparenza piccole, come quella di Terra onlus e Popica, due realtà da anni sul territorio, che si sono messe insieme e hanno deciso di costruire le basi della buona convivenza partendo dalla terra e dai bambini.
Grazie a un finanziamento della “Tavola Valdese” hanno creato uno spazio nel “Centro culturale Michele Testa” a Tor Sapienza, dove è nato un orto fatto da ragazzini rom, italiani e di altre nazionalità. «All’inizio era un progetto rivolto ai bambini rom, ma poi sono arrivati anche bimbi italiani ed è diventato di tutti, del quartiere», raccontano gli organizzatori. Oltre a piantare ortaggi, i piccoli seguiranno un laboratorio di documentazione fotografica. I partecipanti sono circa 15 provenienti da Metropoliz (fabbrica dismessa in cui vivono 200 persone provenienti da diversi Paesi), dal campo di via Salviati e dal quartiere. Nei prossimi mesi si uniranno anche gli anziani del centro che ospita il progetto. «Si tratta di un programma di invecchiamento attivo – spiegano ancora da Terra onlus e Popica – l’idea è che gli anziani trasmettano le loro conoscenze ai bambini». Il laboratorio, già attivo dal 2012, è ripreso oggi (24 novembre) e si terrà il lunedì pomeriggio. Le associazioni hanno invitato i genitori del quartiere a portare i propri figli e la speranza è che il gruppo cresca. «L’evoluzione è tutta da vedere», dicono. Le premesse ci sono e mentre i telegiornali inseguono gli adulti rabbiosi delle periferie, i bambini di Tor Sapienza stanno già disegnando una città migliore.
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