Governo
Patti per il Sud: nel Def 2016 spariti 17 miliardi
“I Patti per il Sud non sono libri dei sogni o cambiali aperte […] , sono fondi e investimenti su cui le regioni e le città possono contare” aveva detto la scorsa settimana il premier Renzi in occasione della presentazione e firma del Patto per la città metropolitana di Bari. Ma sui fondi disponibili per il Masterplan governativo, il programma di sviluppo per il Sud annunciato a novembre dell’anno scorso, i conti non tornerebbero. Perché, come si ricava da una articolata interrogazione del gruppo di Sinistra Italiana, all’appello, Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016 alla mano, mancano ben 17,5 dei 31 miliardi di risorse provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) e previste per il periodo 2014-2020.
“Le autorizzazioni pluriennali di spesa del FSC del ciclo 2014-2020 – si legge nell’atto ispettivo firmato dal capogruppo di SI a Montecitorio Arturo Scotto – ammontano ora a 1.903 milioni di euro per il 2016, a 3.018 milioni di euro per il 2017, a 3.118 milioni di euro per il 2018 e a 29.075,6 milioni di euro per il 2019 e annualità successive […] . Rispetto all’importo complessivo citato pari a circa 38,7 miliardi di euro, la quota dell’80 per cento che, in base alla legge di stabilità 2014, dovrebbe essere destinata al Sud, è pari a quasi 31 miliardi di euro”. Dovrebbe essere questa la somma netta di risorse del FSC a disposizione del Sud fino al 2020. Peccato, però, che il Masterplan per il Mezzogiorno, richiamato nel DEF 2016 parli, come messo in evidenza dall’interrogazione, di soli 13,4 miliardi di euro: dei 17,5 miliardi di euro rimanenti non c’è invece traccia.
“Firmati i patti per il Sud: ora realizzarli senza ritardi” aveva tuonato il premier a L’Aquila in una tappa del suo tour di promozione dei Patti nelle otto regioni coinvolte. Facendo intendere che la realizzazione degli investimenti avrebbe dovuto avere un ritmo molto serrato. Ma se si guarda a quanto messo, nero su bianco nel DEF, l’impressione è che il Governo voglia invece prendere tempo.
Perché, come scrivono i parlamentari di SI nell’interrogazione, “appaiono inspiegabili i motivi per i quali le autorizzazioni pluriennali di spesa del FSC del ciclo 2014-2020 ammontino a soli 1.903 milioni di euro per il 2016, 3.013 milioni di euro per il 2017 e a 3.118 milioni di euro per il 2018, con un successivo slittamento di ben 29.075,6 milioni di euro a decorrere dal 2019”.
Insomma, la maggior parte degli stanziamenti avverrebbe tra tre anni. Quasi non ci fosse urgenza di intervenire per l’attuazione dei Patti. Un aspetto, questo, che fa peraltro il paio con il fatto che di tutte le risorse assegnate fino al 2017 ai patti sottoscritti (6,32 miliardi di euro), è stato impegnato poco meno del 20% dei fondi disponibili. Alcuni esempi, citati nell’atto ispettivo, possono chiarire. Per il Patto per l’Abruzzo le risorse complessive del FSC 2014-2020 sono pari a 753,1 milioni di euro, ma quelle considerate dall’Esecutivo fino al 2017 ammontano a soli 138.390.000 di euro; al Patto per la Campania, invece, sono destinati 2,78 miliardi di euro di fondi ex FSC 2014-2020, ma la somma prevista fino al 2017 supera di poco i 500 milioni di euro. Stesso “film” per la Calabria: le risorse complessive del FSC 2014-2020 destinate alla Regione sono pari a 1,2 miliardi di euro, ma quelle considerate dal Governo fino al 2017 ammontano a soli 220 milioni di euro.
Deve poi preoccupare, rispetto alle effettive ricadute, almeno nel breve periodo, del Masterplan governativo per il Sud, un ulteriore elemento: per nessuno dei Patti fino ad ora siglati e di cui il premier Matteo Renzi ha fatto, proprio in queste settimane pre-elettorali, altrettante bandiere, risulta essere stata emanata la necessaria delibera dal CIPE.
“Da diverse settimane – ha commentato a Gli Stati Generali Arturo Scotto – il premier sta attraversando le principali città del Sud per firmare i Patti, facendo circolare numeri importanti. Che, carte e documenti ufficiali alla mano, non tornano…temo che ci si trovi di fronte, più che a dei Patti, a dei veri e propri “pacchi””. “Pacchi”, che, se confermati, potrebbero essere, come si mormora da tempo, una possibile exit strategy, già utilizzata da precedenti governi, per destinare parte dei fondi europei per il Sud a copertura delle prossime manovre di finanza pubblica.
@albcrepaldi
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