Governo
“Ragazzi, contro il cancro basta un sì”. Di chi fidarsi?
“Ragazzi, contro il cancro basta un sì’”. Lì per lì non ho creduto ai miei occhi. Poi mi sono sentita male. Davvero. Male fisicamente: un forte morso allo stomaco. Conosco amici ed amiche che hanno il cancro. Alcune/i non ce l’hanno fatta, altre/i lo stanno debellando, altre/i lo hanno vinto. Ieri, quando ho letto su La Repubblica (pag. 41, Politica Nazionale) questo titolo disgustoso ma soprattutto offensivo verso chi è colpito da questa malattia devastante ho capito che esiste una profonda differenza tra chi è schierato per il SI’ e chi è schierato per il NO. Una differenza che si chiama rispetto, sensibilità, solidarietà umana. Il titolo, tra l’altro, è stato appiccicato ad un articolo che non parlava assolutamente di referendum ma di sanità, della decisione della ministra Lorenzin di rafforzare il piano di vaccinazioni contro il papilloma virus ampliandolo anche ai ragazzi. La giornalista non c’entra con il titolo. Il titolo è stato scelto e deciso spudoratamente dalla redazione per sfruttarlo come spot pubblicitario per il SI’. Probabilmente anche la stessa ministra Lorenzin, sostenitrice del SI’, si sarà vergognata di tanto servilismo.
Ma non ci sono solo “servi” che sostengono le ragioni del SI’ alla riforma costituzionale. Ci sono anche molti ingenui, con o senza laurea, e molti che preferiscono leggersi Chomsky piuttosto che perdere un’oretta a leggersi l’orrenda riforma costituzionale. Forse li capisco. La lettura di questa deforma costituzionale è faticosa perché pasticciata, ma non ammetto che gli italiani vadano a votare SI’ su un documento che non conoscono e che rovinerà la vita mia, dei miei figli e dei miei nipoti per almeno 20 (lo ha detto Renzi) o 30 anni (lo ha detto la Boschi). Mi diranno che anche molti, anzi, moltissimi di quelli che voteranno NO non hanno letto la riforma Renzi-Boschi-Verdini. Sicuramente sarà così. Ma c’è una bella differenza tra il “fidarsi” delle bugie di Renzi, detto il Bomba, e del suo alter ego in gonnella, la ministra Boschi (continua a dire che il risparmio dei tagli dei senatori al Senato sarà di 500 milioni di euro mentre sapeva benissimo, fin dal novembre 2014, che il reale risparmio sarà di 49 milioni di euro l’anno per il Senato e di 8 milioni e 700.000 per l’abolizione del CNEL), ed il “fidarsi” 1) dell’attuale presidente nazionale ANPI, prof. Carlo Smuraglia, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, avvocato, già membro del Consiglio superiore della Magistratura e partigiano nella guerra di Liberazione dal nazifascismo e 2) delle analisi puntuali e sostanziate da documentazione storico-giuridica di grandi costituzionalisti che hanno promosso il Comitato nazionale del NO. Nell’aprile di quest’anno 56 costituzionalisti di grande spessore hanno firmato un appello a sostegno del NO (https://coordinamentodemocraziacostituzionale.net/2016/04/29/56-costituzionalisti-bocciano-la-riforma-della-costituzione-boschi-renzi/). Tra questi i magistrati Francesco Amirante, Paolo Maddalena, Franco Bile, Riccardo Chieppa, Alfonso Quaranta, Fernando Santosuosso e due presidenti emeriti della Corte Costituzionale, Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky. A me ha fatto veramente paura, per il futuro democratico del nostro Paese, sentire Berlusconi dire che Mediaset voterà SI’ perché i lavoratori di quell’azienda hanno paura di ritorsioni. Allora, siamo già in dittatura se Renzi fa così tanta paura? Ieri, Renzi era alla Leopolda a Pisa e, come al solito, aveva movimentato centinaia di carabinieri per proteggere la sacralità del suo incedere. Si crede un reuccio dell’era digitale. Non porto rispetto al presidente del Consiglio? E’ una questione di punti di vista ovvero di rispetto dei reciproci ruoli. Il presidente del Consiglio non può pretendere rispetto dal suo popolo se è lui il primo a non mostrare rispetto istituzionale per la “sovranità” garantita dall’art. 1 della Costituzione. Che non appartiene a lui ma al popolo. Ovvero anche a me. Comunque, ieri, ho avuto occasione di parlare di referendum con qualche rappresentante delle forze dell’ordine inviate a Pisa anche da fuori Toscana. Mi hanno detto che voteranno NO, che i loro contratti sono bloccati da otto anni e che è una vergogna che Renzi giri l’Italia spendendo soldi pubblici per farsi scortare in tutte le città che tocca in questo suo frenetico e personale tour a sostegno del SI’. Comunque, se Renzi si muove come un fulmine per l’Italia, il Comitato del NO non sta fermo. Intanto, domani, 24 novembre, comincia la Staffetta referendaria dell’ANPI. Due giornate nazionali del NO alla riforma costituzionale, 24 e 25 novembre, dedicate al tema: La sovranità appartiene al popolo che culmineranno con la manifestazione nazionale al Teatro Brancaccio di venerdì 25. In apertura il saluto del presidente Carlo Smuraglia e poi una lunga maratona con costituzionalisti, attori, studenti e rappresentanti di associazioni e sindacati. La staffetta si svolgerà dalle ore 9 alle ore 20 del giorno 24 (e comprenderà una diretta da Milano della terza iniziativa nazionale congiunta ANPI-ARCI-CGIL) e dalle ore 10 del giorno 25 fino alla chiusura della manifestazione al Teatro Brancaccio prevista per le 18 circa. E’ possibile seguire in streaming su www.radioarticolo1.it, www.anpi.it, www.patriaindipendente.it. Inoltre, il Coordinamento donne ANPI ha aderito alla manifestazione nazionale “Non una di meno”, contro la violenza maschile sulle donne, del 26 novembre a Roma (http://www.anpi.it/articoli/1655/lanpi-aderisce-alla-manifestazione-nazionale-non-una-di-meno). Ecco il testo della lettera di adesione: Il Comitato Nazionale dell’ANPI, nell’ultima sua seduta e su proposta del nostro Coordinamento, ha all’unanimità votato l’adesione alla manifestazione nazionale “Non una di meno”. La manifestazione è convocata a Roma, il 26 novembre p.v., all’indomani della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’ANPI non può che rispondere positivamente a questo appello poiché il rapporto tra donne, antifascismo e democrazia nella nostra storia è inscindibile. Ne sono esempi la loro partecipazione determinante alla Resistenza, la conquista del voto, l’apporto dato all’Assemblea Costituente, l’impegno nella ricostruzione del paese, il movimento di emancipazione, il femminismo. Non abbiamo mai smesso ed anche oggi sentiamo il dovere di continuare ad impegnarci affinché vengano difesi i diritti già conquistati ed affinché si metta finalmente fine ad ogni tipo di violenza contro le donne, sia essa fisica o no. Ulteriori info su https://nonunadimeno.wordpress.com. E il 27 novembre, domenica, grande manifestazione nazionale, sempre a Roma, di tutte le forze politiche, sociali, studentesche, sindacali ed associative che sostengono il NO al referendum del 4 dicembre. Ci saranno anche le #donneperilNO che arriveranno da tutta Italia con i loro colori, il rosso ed il viola.
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