Governo
Renzi può migliorare “solo” da premier. Ma voi lo volete segretario (e incapace)
Renzi segretario è stato (è) uno più scarsi della storia del Partito Democratico e sigle precedenti. Un segretario abulico, molto svogliato, per nulla interessato allo sviluppo di una comunità così vasta, un segretario a cui le radici, la storia, la memoria di quel partito, paiono essere un fardello insostenibile più che un valore condiviso. Sembra che ti faccia sempre un favore. Un segretario che ama circondarsi di groupie più che di dirigenti capaci, un segretario che considera del tutto provvisoria quella poltroncina del Nazareno dove ogni tanto posa le sue amabili terga, perché tanto aspetta l’altra, la poltrona vera di palazzo Chigi, quella dove si spalma con soddisfazione la sera, alla fine di una giornata di lavoro.
Renzi presidente del Consiglio non è stato il più scarso nella storia di questo Paese. È stato sì un presidente molto discusso, spesso si è rovinato con le sue stesse mani, ricercatore finissimo di risse continue, di nemici d’ogni tipo, ma presidente capace anche di slanci, di iniziative che avevano un senso, di visioni primitive che potevano avere un futuro. Molto ha sbagliato, qualcosa ha fatto giusto. Come sempre ha personalizzato troppo, credendosi più forte della politica. La politica, gli elettori, lo hanno bastonato.
Oggi non avremmo dubbi su quale dei due Renzi puntare ancora un soldino di speranza. Uno è assolutamente irrecuperabile, fa un mestiere che non gli piace, soprattutto considera quel mestiere completamente privo di Potere, che è poi l’alimento-chiave della sua esistenza. Non si rende neppure conto del peso che può avere (ancora) il segretario del maggiore partito del paese, è tecnicamente irrisolto, persino incapace nel dialogo necessario con l’istituzione governo. Renzi presidente del Consiglio conserva invece una possibilità di crescita, ammesso che il nostro abbia fatto tesoro degli errori capitali in cui è incorso, ammesso che abbia compreso pienamente la profondità dello statista che per definizione vola alto, nelle scelte degli uomini che lo affiancheranno, nel rigore necessario della vita personale e pubblica, nella perdita di quella disinvoltura provinciale da bar sport che lo rende persino ridicolo.
Bene, detto tutto ciò cosa sta succedendo in queste ore? Sta succedendo che l’odio in purezza che circonda Renzi, in buona parte ascrivibile agli scissionisti ma non solo (diversi pararenziani sono nei pressi del tradimento), stia per partorire l’osceno finale di partita, la più grande beffa per cittadini inconsapevoli, il più evidente e fottuto degli errori: tenersi Renzi segretario del Partito Democratico, un incapace seriale, e toglierlo definitivamente dal mazzo dei possibili candidati a Palazzo Chigi con la scusa che questa apertura riaprirebbe i giochi alla “gioiosa macchina da guerra” 2 sotto forma di modestissima coalizione di centro-sinistra. E il bello è che in questo senso si starebbe facendo convincere lo stesso Renzi, ormai devastato ai dubbi e dagli sguardi tremolanti dei suoi collaboratori (tipo questo Rosato, complimenti).
Per cui alla fine noi cittadini ci dovremo tenere la Motozappa maxima al Nazareno, dove verrà stancamente con ritmi da pensionato Inps, e ci saremo invece preclusi la possibilità di una scommessa magari vincente con un presidente del Consiglio migliore di quello che avevamo visto sinora. Insomma, una morale al ribasso in pieno stile Pd.
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