Governo

Renzi, il masterplan per il Sud non era previsto per il 15 settembre?

2 Ottobre 2015

“Il 15 o il 16 settembre mi piacerebbe che il Pd uscisse con un vero e proprio masterplan per il Sud con una serie di iniziative concrete”. Era il 7 agosto, la ‘questione meridionale’ era tornata d’attualità dopo che il rapporto Svimez aveva descritto una situazione deprimente per il Mezzogiorno. E in quella data il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel ruolo di segretario del Pd alla direzione nazionale del partito, annunciava l’impegno solenne: “Non concluderemo con un documento finale e risolutivo. Non ci sono bombe giornalistiche. Non ci sono notizie ad effetto perché affrontare il problema del Sud semplicemente con notizie ad effetto significherebbe tradire un problema che è molto più complesso”. Talmente complesso che sembra essersi inabissato. Perché settembre è passato e con esso sembra archiviata anche la discussione sul meridione. Proprio quella aveva fatto nascere l’hashtag #zerochiacchiere, in risposta ai cosiddetti “piagnistei” di Roberto Saviano.

Ma non solo Renzi si era impegnato in prima persona. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva rilanciato il 9 agosto in un’intervista a ‘La Repubblica’, in cui affermava testualmente: “I piani sono sulla scrivania del governo. Renzi è stato il primo premier fisicamente presente nelle aree di crisi del Sud ogni tre mesi. Nel 2014 abbiamo chiuso l’accordo con l’Europa per oltre 50 miliardi di fondi europei, fatto la programmazione, messo in piedi l’Agenzia per la coesione”. La conclusione non lasciava scampo a equivoci: “Nessun rinvio, dunque”.

Un nuovo accenno alla questione è stato fatto durante la partecipazione del presidente del Consiglio a ‘Porta a Porta’. Era il 7 settembre, esattamente un mese dopo la direzione monotematica del Pd per affrontare la ‘questione meridionale’. E in linea teorica di lì a qualche giorno avrebbe dovuto prendere forma la descrizione del Masterplan. “La vera misura che serve per il Mezzogiorno è prendere impegni specifici e portarli a casa. Non servono più libri degli sogni, che poi sono diventati incubi”, aveva scandito Renzi nello studio di Bruno Vespa, lasciando intendere che alcune misure sarebbero state introdotte nella Legge di Stabilità.

Un evento molto atteso era poi la Fiera del Levante di Bari. In quella sede Matteo Renzi avrebbe dovuto riprendere il filo del discorso durante l’incontro programmato per il 12 settembre. Lo scenario era perfetto: nel capoluogo pugliese in un appuntamento molto atteso per l’imprenditoria meridionale. Poi le tenniste Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno scompaginato la sua agenda, portandolo a New York invece che a Bari. Da allora è passata ancora tanta acqua sotto i ponti, talmente tanta che alcune regioni (vedi la Sardegna) hanno rischiato l’alluvione dopo quella che aveva colpito la Calabria (ironia della sorte a meno di una settimana dall’annuncio del Masterplan per il sud), mentre da poco il sottosegretario Claudio De Vincenti è stato inviato per una serie di incontri con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno.

Beninteso, nessuno credeva a interventi miracolosi in un mese: il sud ha bisogno di un lavoro paziente di tipo sociale, culturale e territoriale che richiede una visione a lungo termine. D’altra parte un leader politico, ancora di più se presidente del Consiglio, deve rendere conto delle promesse fatte in pubblico. Dunque, in attesa di sviluppi nei prossimi giorni, il governo è in ritardo rispetto agli annunci. Però, la prossima volta è meglio fare #zerochiacchiere che annunciare masterplan.

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