Giustizia

La ridicola canea del Pd contro Vespa per l’intervista ai Casamonicas

9 Settembre 2015

Bastava aprire web e terminali di agenzia per dire: urca! Ah però, che unanime sollevazione morale. Al Pd l’intervista di Bruno Vespa non è piaciuta proprio. Tanto da mobilitare l’intero partito in dichiarazioni di condanna per l’ospitata a Porta A Porta dei Casamonicas. Censure, richieste di audizioni di Vespa e dei vertici Rai in Commissione Antimafia. Insomma, ancora un tot e manca solo che chiedano perfino un intervento immediato di Pignatone. Da Orfini in giù, un autentico diluvio di comunicati stampa e dichiarazioni, ove non fossero già bastate le passerelle mediatiche e l’esasperante quanto rituale dichiarazionificio attorno al già variopinto episodio funerario di Don Vittorio.

Eppure, il puntatone imbastito da Vespa alla presenza di Fiorenza Sarzanini e dell’avvocato di famiglia Casamonica, ha riservato  un momento di televisione impareggiabile raggiungendo punte di tragicomicità che manco i film dei migliori Ciprì & Maresco. Soprattutto quando Donna Vera Casamonica si lascia andare in alcuni formidabili momenti d’ursiani. Uno su tutti: “papà era uno buono e amava Fausto Papetta”. Altri momenti, meno tragicomici, in una intervista “assista” alla presenza dell’avvocato di famiglia che fa il verso alle testimonianze assistite in tribunale, quando gli eredi Casamonica snocciolano l’inventario automobilistico di lusso venduto da Don Vittorio, arrivando persino alla Ferrari comprata dal compianto maestro Armando Trovajoli, scomodando chi da morto non può parlare. Occorre tuttavia rinfrescare la memoria a un tot di colonnelli del Pd (li avevano quelli, li avete anche voi: fatevene una ragione) benché, una gran parte di loro, non credo abbiano alibi alcuno in punto anagrafico per non ricordare. A cominciare dal vice sindaco di Roma Marco Causi che parla di “episodio inaudito”.

Ora. Se Enzo Biagi ha intervistato Tano Badalamenti e Luciano Liggio. Se Pippo Fava ha intervistato il vecchio Genco Russo. Se Lino Iannuzzi ha intervistato Michele Greco. Se più volte abbiamo visto perfino certi pluriomicidi pentiti di Mafia pompati in prima serata utili il più delle volte a sparare minchiate (e il più delle volte smontate da monumentali sentenze di Cassazione). Se molti altri cronisti hanno intervistato dozzine di parenti dei Boss e dei tagliagola di provincia, non vedo – portate pazienza – dove stia lo scandalo sollevato dal Pd contro Vespa.

Della polemica, semmai, se ne colgono e comprendono utilità, nervosismi e strumentalizzazioni da parte di un Pd che acrobaticamente – su Roma e Mafia Capitale – cerca disperatamente un’ardua quanto improvvida redenzione. Un Pd che sulla falsa riga dei professionisti dell’Antimafia di sciasciana memoria, ingaggia mega manifestazioni, pm in giunta e via andare. Un Pd che ostentando tutta l’indignazione ad uso della Coscienza A Buon Mercato S.p.A. poteva forse risparmiarsi isterie collettive (sul caso pure cavalcate dal M5S) come quelle messe in scena contro Bruno Vespa per l’ospitata dei Casamonicas a Porta A Porta.

Non foss’altro caro Pd, hai visto mai, che col segretario premier hai deciso di ritenere non necessario sciogliere coattamente Roma per Mafia, non per Ragion di Stato ma per Ragion Di Status, nonostante una autorevolissima determinazione della Suprema Corte di Cassazione (la sesta sezione penale, peraltro celebre per rigore di dottrina e membri di altissimo profilo) vi ha già scritto nero-su-bianco che la “Mafia a Roma è infiltrata nei gangli vitali dell’amministrazione”.

Non foss’altro, caro Pd, che questa isterica e ridicola canea contro Vespa potrebbe pure rivelarsi un boomerang. Augurandovi – davvero – che non vi debba capitare sui muri di Roma una legge del contrappasso. “Hai conquistato Roma, conquisterai il paradiso” hanno scritto gli affezionati al variopinto funerale dei Casamonicas. “Non hai sciolto Roma, conquisterai l’inferno”, potrebbe un giorno scrivere qualcuno: goliardicamente e sarcasticamente, sia chiaro, non abbiamo mica intenzione di far perdere tempo a San Macuto.

twitter: @scandura

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