Geopolitica
La Germania avvia rimpatri collettivi verso l’Afghanistan
La Germania ha dato avvio tra molte polemiche ai primi rimpatri di 34 ex fuoriusciti verso l’Afghanistan. Una misura che il Governatore della Baviera Horst Seehofer in un’intervista alla ARD ha difeso a spada tratta “non possiamo mandare i nostri soldati ad addestrare le forze di sicurezza afghane e poi dire che i migranti non possono essere rispediti in Patria perché non è sicuro”. Per il Governo tedesco in Afghanistan ci sarebbero delle zone dove non si combatte e dunque sarebbero tranquille. Il Ministro degli Interni Thomas de Maizière ha detto “la situazione nel Paese è abbastanza sicura” riporta la Zdf; “azioni di rimpatrio simili sono giuste e necessarie, per mantenere il nostro sistema di asilo capace di funzionare” cita a sua volta la ARD.
Una misura cinica invece per le associazioni umanitarie, quali Pro Asyl, che indicano che la situazione nella stessa capitale Kabul è tutt’altro che tranquilla ed il Paese è una polveriera. Come d’altronde dimostra anche il trascorso attentato alla sede diplomatica tedesca di Mazar-e Sharif. In molte province si combatte ancora apertamente. Le truppe governative controllano appena il 60% del territorio; su 90 gruppi elencati dalle Nazioni Unite come terroristi, in Afghanistan ne sono attivi una ventina, cita l’inviata del WDR Sandra Petersmann.
La responsabilità della Germania per i cittadini afghani rimpatriati questa mattina è cessata di fatto con il loro arrivo all’aeroporto e dandogli una manciata di euro in tasca come primo aiuto, 700 a chi è rientrato volontariamente e 50 a chi è stato espulso. Anche se un terzo di loro comprenderebbe persone che hanno commesso delitti e che sono state trasferite all’aeroporto direttamente dal carcere, sta di fatto che sono stati rispediti in un Paese senza prospettive economiche: la disoccupazione giovanile è attorno al 40%, ci sono 1,2 milioni di migranti interni da zone di guerra come Kundus ed il Pakistan si appresterebbe a rispedire altri 100.000 fuoriusciti, evidenzia l’inviato dell’Hessische Rundfunk Gabor Halasz.
Per i Verdi la decisione di procedere alle espulsioni è di puro stampo elettorale ed un regalo della CDU/CSU alla AfD. I rimpatriati in Afghanistan per l’Unione Europea dovrebbero per contro aumentare dall’inizio dell’anno prossimo al ritmo di 400/500 alla settimana -indica la ZdF- ma le autorità afghane avrebbero dichiarato la disponibilità ad accoglierne al massimo una cinquantina alla volta.
L’avvio delle espulsioni giunge all’indomani della notizia che proprio un rifugiato afgano sarebbe stato responsabile dell’uccisione a Friburgo di una studentessa all’inizio di dicembre e la conferma che egli aveva subito già una condanna a dieci anni in Grecia per avere rapinato e poi gettato giù da una muraglia un’altra donna, sopravvissuta con gravi lesioni, senza che le autorità tedesche lo sapessero. Messo in libertà cautelare aveva fatto perdere le sue tracce dopo due mesi ed era ricercato in Grecia dall’ottobre 2015, ma non era stato emesso un mandato internazionale e le autorità tedesche non solo non lo sapevano, ma ora si domandano anche se è minorenne o no. Un fatto di cronaca isolato che però potrebbe contribuire a dare popolarità all’elevazione burocratica dell’Afghanistan a “Paese sicuro”, dove si può essere rimpatriati senza rischio di vita, nonostante la guerra.
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