Fisco

Accise: il compleanno di una promessa mancata

27 Maggio 2015

Siamo tutti abituati ad ascoltare politici che fanno promesse che poi non mantengono, che spesso facciamo pure fatica a ricordarle queste promesse. Su questo Facebook ci da una mano, ci da la possibilità di guardare indietro nella nostra timeline, di vedere cosa avevamo postato negli anni passati in una determinata data, un modo per ricordare le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre (appunto) promesse. Per dire, in questi giorni molti del Pd “festeggiano” il compleanno del grande risultato ottenuto alle elezioni europee del 2014, rispolverando status del 25 o 26 maggio dello scorso anno. Ecco, anch’io vorrei festeggiare (diciamo così) un compleanno, il primo anno di una promessa mancata.

In questo anche Matteo Renzi non è molto dissimile rispetto al resto della classe politica. Chissà se ogni tanto guarda indietro nella sua timeline su suoi social network. Comunque, era il 23 maggio dello scorso anno e io mettevo nero su bianco la sua promessa riguardo alle accise sui carburanti. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta disse che “Non è possibile che si paghi ancora per la guerra in Abissinia”, e giù di applausi per una frase contro una delle tasse più odiate dagli italiani, quella sulle accise sui carburanti. Tagliarne alcune comporterebbe una drastica diminuzione dei costi del carburante, con conseguenti ricadute benefiche per i cittadini. Me lo segnai, sperando di poter vedere delle azioni dopo quelle belle parole.

Ma l’attesa fu vana. Renzi disse che il taglio sarebbe stato effettuato entro l’anno, disse ”Io qui prendo l’impegno: entro l’anno noi andiamo a razionalizzare, che vuol dire pulire, decurtare, eliminare tutte ‘ste voci ridicole…”. Altri scroscianti applausi: da quanto ci sentiamo ripetere che la pressione fiscale è abnorme su qualsiasi cosa? La promessa di tagliare una specifica tassa viene allora vista come una specie di azione eroica, come un atto rivoluzionario. Eppure arrivò dicembre, e nulla venne fatto. Tornai a scriverne, sperando di sollevare l’attenzione di qualcuno, ma la cosa alla fine morì li.

Tra l’altro la promessa di questo taglio è ancora rintracciabile anche sul sito dello stesso Partito Democratico, potete facilmente vederlo seguendo questo link.

Oggi siamo a un anno da quelle parole, siamo a un anno da quella promessa. Un anno in cui quella promessa è stata completamente disattesa, dimenticata, seppellita. E intanto la lista delle accise continua a restare li, intonsa e intoccabile come sempre. Ve la riporto, giusto per rinfrescare un po’ la memoria:

– 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;

– 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;

– 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;

– 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;

– 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;

– 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;

– 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;

– 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;

– 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;

– 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;

– 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;

– 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;

– da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;

– 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;

– 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;

– 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;

– 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012

Un lunga lista che parte addirittura dall’epoca fascista. Intanto, come detto, la promessa del taglio delle accise ha compiuto un anno: chissà se riusciremo a vederla realizzata prima che ne compia due.

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