Famiglia
Il governo affossa le Unioni Civili per tenersi Ncd e la riforma del Senato
E così, nel silenzio generale, sono saltate le #Unionicivili. Ne dà conto la testardaggine di un cronista scrupoloso come Giuseppe Alberto Falci di Repubblica, che ieri ha presidiato la Commissione Giustizia che sta esaminando il ddl Cirinnà, cavandone il senso finale nelle parole del suo presidente Nitto Palma: «Non appare probabile che il testo vada in Aula prima del 15 ottobre». «A questo punto – scrive ancora Rep – il rischio è che il provvedimento venga rinviato al 2016, anche perchè, essendo una legge di spesa, il testo deve essere discusso nella legge di stabilità. Per avere le coperture». Ma sono troppe le differenze persino tra gli stessi alleati di governo, sottolinea Falci, i democristiani dell’Ncd rifiutano l’idea della reversibilità delle pensioni per le coppie omosessuali e la “step child adoption”. Quindi, seremmo autorizzati a concludere, di che stiamo parlando?
In questa malinconica vicenda, c’è – impeccabile – il paradigma della nostra politica. Nostra, italiana. Che mette insieme mentalità politica, cultura dei diritti, riconoscibilità delle battaglie sensibili. Negli stessi momenti in cui le Unioni civili saltavano, e vedremo se saranno mai recuperate (su questo gravano dubbi enormi), su un altro tavolo si concentrava il vero interesse del governo: il tavolo della riforma del Senato, che abbiamo già ribattezzato «uno sgavazzo bi-settimanale per consiglieri regionali in gita a Roma». È chiaro che un sondaggio anche approssimativo, abborracciato all’ultimo istante, porterebbe a concludere che alla maggioranza degli italiani di questo simpatico Nuovo Senato importerebbe poco o nulla, anzi ne saprebbero proprio nulla, tanto appare luminoso nella sua splendida inutilità. Inutilità che è stata confezionata da alcuni genietti assoldati dallo stesso governo, quando sarebbe stato semplice e dignitoso – e persino Renzi ne era convinto in un primo momento – abolire impianto, palazzo e sacra istituzione con un tratto di penna.
E un Paese davvero convinto di sè, delle sue prerogative civili e democratiche, consapevole che sui temi sensibili ci si gioca buona parte della nostra memoria futura, si sarebbe certo battuto per una questione certamente delicata come le unioni omosessuali, ma che in altre – tante – regioni del mondo ha già assunto una forma pienamente compiuta. E che non è più nemmeno questioni di lobby, come sarebbe stato all’inizio di questo viaggio nella cosiddetta “diversità”, gli amori nelle loro forme più aperte e sensibili fanno decisamente parte della nostra quotidianità. Dei nostri gesti, delle nostre azioni, della composizione delle nostre famiglie, riguardano i nostri figli, che ormai senza più scandalo imboccano le strade più consone al loro animo.
Ci manca e molto una personalità come Marco Pannella, che vecchio e stanco s’aggira ancora per Roma con la sua treccia argentea. L’altro giorno, vedendolo da lontano, oltre a struggente tenerezza, ne ricordavamo l’enormità politica che consentì a questa malandata Italia di trasformare la sua carta d’identità, sino a quel momento rigidamente burocratica, in un documento più completo e documentato sui sentimenti degli italiani. E come poté accadere che il leader radicale intrecciasse la spada con quei democristiani di portata epocale, che avevano sotterrato persino pezzi della nostra terribile storia ma che dovettero piegarsi alla forza evocativa di un uomo (apparentemente) solo. E se pensiamo che a distanza di quarant’anni siamo arrivati faticosamente a uno striminzito “divorzio breve” e neppure a quello immediato, ecco, due conti sulla nostra storia dovremmo farli.
Forse sta qui il segreto di quel miracolo antico e di un’altra repubblica, nella “portata epocale di quei democristiani”. Oggi, il livello dello scontro è sinceramente malinconico, da quale parte lo si esamini e senza mettere in carico proprio tutto a illetterati nipotini di Fanfani. Perché anche la sinistra ha molte colpe, non si avverte quel senso per i diritti civili come un’esigenza insopprimibile di una parte della società, eppure guardandoci intorno dovremmo arrossire per la nostra arretratezza. Ma se siamo ancora qui a discutere di reversibilità della pensione per le coppie omosessuali, significa che Pannella è morto e i suoi funerali già celebrati.
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