Diritti

Salviamo Touil, non consegnamolo a un paese che prevede la pena di morte

29 Ottobre 2015

Ma davvero possiamo permetterci come cittadini di un paese democratico che un innocente, dopo 5 mesi e mezzo di carcere per un’ingiusta accusa di terrorismo, venga espulso e mandato in Marocco dove rischia di morire?

Abdel Majid Touil è un ragazzo marocchino di 22 anni arrestato vicino a Milano, dove viveva con la madre e studiava italiano, su richiesta della Tunisia che lo accusa di strage per avere partecipato alla strage del Museo del Bardo. La Corte d’Appello di Milano ha negato la sua consegna perché nel paese nordafricano è prevista la pena di morte spiegando che, in ogni caso, i trattati bilaterali non lo garantiscono da eventuali trattamenti inumani. Per la Procura di Milano, Touil è estraneo all’attentato e vanno archiviate le accuse a suo carico di strage e terrorismo internazionale ipotizzate in un primo momento.

Dopo essere stato scarcerato, il ragazzo, arrivato su un barcone in Italia e quindi irregolare, è finito nel Cie di Torino in vista del rimpatrio in Marocco, paese dove vige la pena capitale e da cui la Tunisia potrebbe chiedere di nuovo l’estradizione, vanificando la tutela concessa dai giudici italiani e le garanzie previste dall’ordinamento interno, comunitario e convenzionale in materia d’asilo. Chiediamo alle autorità competenti che ciò non accada e a Touil vengano concessi un permesso di soggiorno e la possibilità di godere dei diritti umani e civili. Chiediamo, semplicemente, che un paese democratico si comporti come tale, e non consegni un essere umano ad autorità statuali pronte a decretarne la morte.

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