Criminalità

Il video dell’arresto di Bossetti, una vergogna per pm e media

27 Aprile 2015

Le immagini dell’arresto di Massimo Bossetti, indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, erano nell’esclusiva disponibilità della procura di Bergamo e della polizia giudiziaria. Sono finite in tv e sui siti on-line in concomitanza con l’udienza preliminare in cui il gup ha deciso il rinvio a giudizio del muratore per il prossimo 3 luglio in corte d’assise. A protestare sono esclusivamente i penalisti in un comunicato in cui si scrive di “massimo degrado dell’informazione giudiziaria”. Parole giuste e sacrosante, che però hanno il torto di prendersela solo con chi pubblica, solo con una parte del circo mediatico giudiziario.

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C’è un problema enorme, emerso non solo in questo caso, per chi le informazioni e le immagini le passa ai giornalisti al fine di celebrare i processi sui media prima che nelle aule. L’accusa, pm e carabinieri, bara, per influenzare i giudici e la cosiddetta opinione pubblica in merito alla sorte di un uomo detenuto in attesa di giudizio e per la Costituzione innocente fino al giorno della sentenza definitiva. Quelle immagini, video e sonoro risalenti al 16 giugno 2014 nel cantiere in cui Bossetti lavorava, in un paese civile dovrebbero restare nel cassetto anche dopo l’eventuale condanna in Cassazione dell’imputato. Nessuna pena è comprensiva di gogna mediatica. Abbiamo assistito invece a una prova di inciviltà a livello giuridico, politico e umano da parte di chi indagando dovrebbe tutelare i diritti delle persone. Ci sarebbe materia per accertare quanto è accaduto sia da parte del Csm a livello disciplinare, sia da parte della procura di Venezia competente sulle vicende dei magistrati in servizio a Bergamo. Ci sarebbe materia per un comunicato da parte dell’Anm che per molto meno non esita a inondare le redazioni delle sue prese di posizione anche quando non avrebbe titolo alcuno e farebbe bene a tacere.

La credibilità della giustizia italiana è molto bassa anche per fatti come questo. Ma non succederà nulla. Bossetti, colpevole o innocente che sia, non è nessuno e la sua immagine viene “elargita” in pasto a un’opinione pubblica già molto forcaiola e reazionaria, soprattutto per i comportamenti di magistrati, media e politica.

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Frank Cimini

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