Cinema

Chi è davvero Rocco Siffredi?

28 Marzo 2015

Rocco di qua, Rocco di là, tutti ne parlano ed è già vincitore morale dell’Isola dei Famosi, ma chi è che si è letto DAVVERO la sua autobiografia? NOI! Ecco l’analisi sviscerata di un testo paradossalmente viscerale: Io, Rocco (Mondadori)

QUESTA È UNA CONVERSAZIONE TRA ME E MORENO PISTO CHE ANDREBBE MESSA NEL SOTTOCAPITOLO PIS-BANH. QUANDO PARLO ALL’ALTRO, L’ALTRO È LUI

PS: TUUUUTTO SCRITTO CON IPHONE QUINDI SGRAMMATICATO E IMBORDELLATO. FATEVENE UNA RAGIONE

PREAMBOLO: Rocco, oppure la minchia di Rocco, sono un argomento su cui tutti ci siamo interrogati. Un mio caro amico mi ha detto “Il mio mito. MI HA INSEGNATO TUTTO” e mi ha lasciato di stucco.

Io non mi ci sono mai potuto rispecchiare, ovviamente. Avete mai visto un filmino (usiamo la parola giusta al posto di video che è una merda) di Rocco? Nei filmini di Rocco domina il grande duo: Rocco e la sua mazza, sono abbastanza tremendi. Comunque lui ha scritto un libro, ormai fuori stampa, che mi sono letto E CHE MERITA DI ESSERE LETTO, sulla sua vita…

Foto prese gentilmente dal libro

 

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PARTE FILOLOGICA: Il libro nell’insieme scorre veloce ed entusiasma ma purtroppo in alcuni punti è un po’ deludente, sotto al personaggio. Non so se l’ha scritto lui (è plausibile) o se l’ha dettato a qualcuno, ma credo che qualche editor ci abbia lavorato di pennarello nero.Troppi pochi nomi, pochi sputtanamenti, eccessi di cautela. Da Rocco Siffredi ti aspetti tutto tranne che il freno a mano tirato, ma sicuramente è una lettura più interessante di qualsiasi Premio Strega degli ultimi dieci anni (non importa leggere un premio strega per poter dire che è un libro di merda). E lo è anche per il linguaggio basico in cui è scritto. Non so spiegarlo ma alla fine è come se l’autore avesse avuto un sacchetto con 300 parole e avesse usato sempre quelle. La parola in opere del genere è solo accessoria alla descrizione, non c’è mai un aggettivo ricercato, una metafora, un’immagine. È tutto fatti. È una tabulazione di stati d’animo percorsi dal protagonista in tutta la vita. Ma ribadisco: a me piace questa cosa. Perchè tra le pagine trovi dei tesori come il rimedio di Rocco alla stanchezza sessuale: un beverone quotidiano con 1 litro di latte, 3 banane, vitamine in polvere, 5 uova. Ecco già così hai fatto una lettura utile. No?

BREVE BIO ANNI GIOVANILI: Rocco è diventato Rocco perché è sempre stato Rocco. A undici o dodici anni gli viene la cistite cronica all’uretra. Troppe seghe. nasce in un paesino d’Abruzzo. Sua nonna aveva più di 20 figli. È l’ennesimo di non so quanti fratelli. Da adolescente faceva il bagnino d’estate, era un casino perché gli veniva subito duro appena vedeva una in costume. Doveva segarsi in una cabina oppure buttarsi in acqua. a vent’anni la botta di fortuna: va a lavorare dal fratello a Parigi. Tramite una quarantenne entra nel giro dei locali giusti e si esibisce in diverse orge. Bum bum bang bang, è davvero lo stallone italiano. È figo e muscoloso e quando domina fa l’amore. Lo nota un famoso attore porno francese, che era il suo mito di infanzia. Il giorno dopo è sul set per un provino e tranne qualche raro episodio ci resta tutta la vita.

NOTA INTELLETTUALE: Bellissime le pagine di riflessione sul porno francese in antitesi a quello americano negli anni 80. Nel francese l’attore non necessita della presenza della donna per avere un’erezione. Non la guarda, non la tocca, l’attore si prepara alla scena masturbandosi da solo in disparte. In America la donna è ferocemente protagonista, dice parole sconce e domina. Rocco non ha bisogno di tanta preparazione perché a lui basta vedere una tipa nuda che già viene duro. Guarda i francesi come si guarderebbero degli alieni. farsi una sega in disparte di fronte a una donna nuda? Bleaah. Per capirci.. Il suo rimedio alle ore sfiancanti di set se perdi l’erezione? “Non pillole o cagate del genere. Io amo il vecchio rimedio: un bel culo a novanta gradi tutto da leccare”.
Rocco ha ammaliato e conquistato il mondo americano, difficilissimo e ostico, chiuso e vendicativo, perché faceva sesso a modo suo. Ama ogni donna, ma più di tutto ama scoparsela.

NOTA: Altra cosa interessante: Rocco crede nel malocchio, nella magia nera, nelle maledizioni. Si evince da passaggi subliminali e autobiografici che ogni tanto vengono fuori.
NOTA: le malelingue diffondo nell’ambiente la voce che lui ha l’AIDS per non farlo lavorare.
NOTA PSICANALITICA: Bellissimo il rapporto con la madre e il padre. La madre lo sorprende a farsi una sega a undici anni e da li è tutto in discesa. “Ma glielo metti in culo davvero a quelle li? Disgraziato!” risposta “eh mamma che vuoi che faccia” e giù botte. Ma sono botte d’affetto. Qui Rocco vince il complesso edipico e metaforicamente spurga i suoi sensi di colpa in un amplesso al contrario. Le botte della madre sono metafora di contatto. Non c’è incesto ma il soggetto si emancipa dal senso di colpa grazie alla benedizione materna. Muore la madre e Rocco muore dentro. La amava tantissimo e le pagine che ne raccontano la perdita sono davvero nere. Stupenda la seconda vita del padre vedovo. Diventa arzillo, Rocco se lo porta a giro. Gli prova a pagare una puttana in Romania (questo si che è affrontare la figura autoritaria del genitore, questo si che è entrare a piedi pari nel mondo adulto). Il padre ringalluzzito si trova a dire in paese “eh sai io sono il padre di Rocco Siffredi…” e si fa le vedove. Cioè cose così, di livello.

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NOTA PERSONALE: Paura vera nelle pagine che riguardano gli incidnmenti di percorso. Ne ripercorro alcune immagini di fretta perchè mi si accappona la pelle: I punti sul glande dovuti al morso durante una fellatio di una pazzoide americana strafatta, il pisello fasciato in un asciugamano macchiato di sangue, le conseguenze disastrose di una circoncisione fatta male con tanto di trapianto di pelle di cazzo di morto, lui che prende il sole nudo sugli scogli per far cicatrizzare una ferita al cazzo e peggiora le cose, una scena girata sul set di Apocalipse Now con uno sciame di zanzare che punge il Nostro anche sulla minchia e lui che continua a girare con ferite come crateri. Un eroe.
Alla fine fa un calcolo. Cinque orgasmi al giorno sul set per 20 giorni al mese per 25 anni. Il risultato sono problemi di prostata. Tu immagina la quantità…
NOTA STORICA: quando parla di mondo del porno, Rocco lo chiama “mondo dell’hard”.
NOTA PRIVATA TRA ME E TE: mi sta simpatico. non è mai fuori dalle righe, non dice mai stronzate, non si bea mai. è onesto. è molto più figo del personaggio che i media hanno dipinto di lui. mi piacerebbe tanto andarlo a trovare in Romania. Così, un aperitivo. Uno davvero in gamba. Con Giordano invece vorresti mai averci a che fare? O con Piperno? ihhhhhhhhh…

APPUNTO: Nei film l’attrice c’è, ma è totalmente domata dalla coppia di bastoni. Rocco Tromba per trombare. Gode per godere. È nietschiano e palesemente dionisiaco. Nei suoi film la prima scena dopo un minimo di oral (che serve a lui per andare su di giri), di solito è l’anal. Rocco non passa neanche dal via, ma la donna non è mai la parte lesa in questo circuito. È come se il potere persuasivo di Rocco sublimasse nella donna il voler raggiungere il piacere, trasformandolo in un voler dare il piacere. Per farvi un’idea cercate il provino di Valentina Nappi per Rocco’s Pov (“Che fai? Non ci credo? Te lo metti in culo? Così, da sola, subito? Ragazzi se lo mette nel culo… incredibile” sussurrato languido da lui che tiene la telecamera). Appunti di riflessione per future analisi: è un omaggio agli dei? Un voto femminile di sottomissione? È una stronzata?

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