Ciclismo

Tour de France, i fab four per curare definitivamente la ferita nell’albo d’oro

4 Luglio 2015

Il nome di Marco Pantani lo cito giusto una volta per concedermi una minidose di nostalgia e per presentare il video che trovate poco sotto. Attenzione: è del 1998 e i tifosi più calorosi potrebbero necessitare di un fazzoletto per asciugare qualche lacrima. Poi basta, penso all’edizione 2015, perché la tentazione, all’inizio del Tour de France, è di raccontare il passato, come se la storia della corsa, la Grande Boucle, fosse finita poco prima del 2000. Del resto dal 1999 al 2005 c’è una lunga ferita nell’albo d’oro: manca un vincitore, a causa della revoca inflitta a Lance Armstrong, dopato reo confesso. E una cicatrice è visibile anche nel 2006, quando l’erede di Armstrong, Floyd Landis, si è dimostrato un perfetto epigono del texano in materia di doping. Il vincitore a tavolino è lo spagnolo Oscar Pereiro. Con tutto il rispetto, è tutto dire.

Poi, per fortuna, qualcosa è cambiato. Anche noi italiani, almeno quelli appassionati della fatica eroica del ciclismo, ci siamo riappacificati con il Tour de France giusto da un anno, grazie a Vincenzo Nibali, il siciliano soprannominato lo Squalo – nonostante l’approccio mite e il volto buono – che ha scritto il nome di un altro italiano nell’albo d’oro del Tour de France. Un po’ per buona sorte (vedi i ritiri di Chris Froome e Alberto Contador), un po’ per la sua crescita atletica (vedi le prestazioni già offerte al Giro d’Italia e alla Vuelta d’España), Nibali ha conquistato la vittoria nel 2014 (il filmato qui sotto ripercorre il film del suo cammino). E ora è chiamato all’impresa più ardua: riconfermarsi.

https://www.youtube.com/watch?v=08rvrDRYCI4

Proprio perché non voglio cedere alla nostalgia mi soffermo un po’ quello che ci prospetto il Tour targato 2015, tutto concentrato sui fab four che possono curare definitivamente le ferite di cui sopra con uno spettacolo da gourmet. Contro lo Squalo ci sono: il temibile pistolero spagnolo Alberto Contador, fresco di una strage fatta al Giro d’Italia (finito però in leggera apnea), il colombiano Nairo ‘Dom Dom’ Quintana, prototipo moderno del perfetto grimpeur (alias scalatore) e l’eroe dei Due Mondi, il keniano-britannico Chris Froome, raro esempio di pedalata sgraziata quanto efficace (forse solo in canadese Ryder Hesjedal riesce a essere più accartocciato sulla bici). Nibali, Froome e Contdaor hanno già avuto l’onore di indossare la maglia gialla a Parigi, solo Quintana è a caccia della prima vittoria.

Per il resto se volete appuntarvi qualche nome da classifica generale, c’è il tridente olandese Steven Kruijswijk-Wilco Kelderman-Robert Gesink e l’eterna promessa Tejay Van Garderen, il grande vecchio Purito Rodirguez. Come possibile sorpresa suggerisco il talentuoso portoghese Rui Costa, ma soprattutto occhio al trio di tenori francese Thibaut Pinot, Romain Bardet e Pierre Rolland.

I francesi, a 30 anni dall’ultima vittoria alla Grande Boucle griffata Bernard Hinault, sognano di nuovo un loro beniamino connazionale in giallo sugli Champs Elysee. Per cercare di realizzare questo sogno hanno cancellato le cronometro (ci saranno solo 14 km di prova individuale contro il tempo), perché Pinot, Bardet e Rolland avrebbero rischiato di prendere una legnata senza pari in termini di minuti. Allora meglio livellare il percorso: tanta salita, che in fondo piace di più anche ai tifosi rispetto alla freddezza di una crono.

Per concludere: qualche data da cerchiare in rosso per non perdersi lo spettacolo. Martedì 7 luglio c’è la tappa con il pavé della Parigi-Roubaix, non è montagna ma la storia del Tour de France 2015 può cambiare sulle pietre del Nord. Domenica 12 luglio la cronosquadre di Plumelec. Mercoledì 15 luglio, si arriva a Cauterets dopo il leggendario Tourmalet, mercoledì 16 luglio c’è un bis di Pirenei con il traguardo di Plateau de Beille. Venerdì 24 luglio con La Toussuire/Les Sybelles, poi il gran finale di sabato 25 luglio con l’Alpe d’Huez. La montagna su cui Marco Pantani – mi si conceda la possibilità di menzionarlo ancora – ha fatto sognare l’italico appassionato di pedale.

Ps: mi espongo alla possibile figuraccia di un pronostico e vedo un Tour de France in salsa colombiana con Nairo Quintana in giallo a Parigi. Ma i pronostici, si sa, sono fatto per essere sbagliati.

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