Ciclismo
No, non è il Tour de France di Nibali
Poco più di una settimana di corsa, poche salite vere, eppure alla prima giornata di riposo gli appunti sul Tour de France 2015 sono già molto fitti. La strada delle prime tappe racconta tante storie di dolorose cadute, sia in senso fisico che figurate, come quelle di Fabian Cancellara e Tony Martin che dal paradiso della maglia gialla sono finiti all’inferno di un ritiro. Con il corollario di uno stop dalle corse per infortunio.
https://www.youtube.com/watch?v=fv7xXDKBXf8
Ma, come dicono i più avveduti conoscitori del Tour de France, la prima settimana non rivela chi vincerà (i video nell’articolo sono la sintesi molto estrema di quanto successo), ma di sicuro indica chi ha già perso. Rispetto ai pronostici iniziali, la lista dei pretendenti al trionfo a Parigi (ne avevo parlato in questo post) è già dimezzata: per esempio la grande speranza francese Thibaut Pinot è già a oltre 8 minuti dalla maglia gialla Chris Froome. Tra cadute e sfortune varie, il capitano della squadra Fdj deve accontentarsi, nella migliore delle ipotesi, di un piazzamento. Stesso discorso per l’altro ciclista d’Oltralpe Pierre Rolland, a più di 11 minuti di ritardo. Il portoghese Rui Costa è un aspirante vincitore, seppure a sorpresa, che ha perso troppo terreno con un passivo superiore a 5 minuti.
http://youtu.be/6H-XwGJldTU
Insomma la questione sembra ridotta ai fab four indicati alla partenza di Utrecht. E anzi la rosa sembra ulteriormente ristretta con una constatazione alquanto amara: Vincenzo Nibali è relegato a un ruolo marginale, quasi da comprimario. Dopo la fatidica prima settimana, che avrebbe dovuto essergli congeniale, ha accumulato un distacco di 2 minuti e 22 secondi: nel quartetto di tenori è l’ultimo, anche alle spalle del colombiano Nairo Quintana che vedeva la fase iniziale del Tour de France come la più pericolosa viste le sue caratteristiche da scalatore puro.
http://youtu.be/fTSKJef-Tbk
Senza cedere alla tentazione del patriottismo a ogni costo, un rischio sempre acceso quando si parla di sport, Vincenzo Nibali non vincerà la Grande Boucle del 2015: non credo riuscirà a centrare il bis che lo scorso anno ha infiammato l’Italia del pedale. L’unica possibilità è che si verifichi una congiuntura astrale tale da eliminare o mandare in crisi nera Chirs Froome, Nairo Quintana, Alberto Contador e forse anche Tejay Van Garderen che quest’anno sembra più in forma rispetto al dorsale numero 1 del Tour. Lo Squalo appare dunque con i denti meno affilati. Beninteso, non è un invito al disarmo ma solo la presa d’atto di non sovraccaricare di attesa il corridore siciliano. Sperando che possa assestare qualche colpo e farci comunque appassionare, accendendo una speranza.
Per il resto il più brillante in questi giorni è stato senza dubbio Chris Froome, che ha conquistato la maglia gialla senza fare troppa fatica. Quintana ha 2 minuti di ritardo: se è in grande condizione può anche sperare di recuperarli. Su Contador gravano le stesse incognite della partenza: ce la farà a non pagare dazio alla fatiche del Giro d’Italia? Infine, da appuntare la forma superlativa di Van Garderen. Lo statunitense potrebbe essere la (parziale) rivelazione. La sensazione è che la corsa sarà decisa sull’asse Froome-Quintana, con Contador un passo indietro, Van Garderen e Nibali come possibili guastafeste che ambiscono almeno al podio.
In chiusura la bella storia di Daniel Teklehaimanot, primo africano in maglia a pois che spetta ai migliori scalatori. La vera speranza, però, è che in futuro un africano protagonista non sia più una notizia, ma la normalità.
Devi fare login per commentare
Accedi