Calcio

Gianni Brera: calcio, corse in bicicletta e nebbie padane

4 Giugno 2015

Lo sport è una scusa, un motivo per scrivere, per ricordare e raccontare. Una scusa, ma anche l’oggetto denso dentro cui far cadere storie, vite e passioni. Gianni Brera è stato tra i più rilevanti narratori italiani del Novecento: raccontava principalmente di sport, di ciclismo e calcio in particolare: raccontava quindi dell’identità di una nazione attraversata dal Giro d’Italia e riunita tutte le domeniche attorno ad un campo da calcio. Il principe della zolla (Il Saggiatore, 2015) è una ricca antologia di testi curata da Gianni Mura che restituisce al lettore di oggi una piena e ampia visione di quello che fu il racconto sportivo prima dell’avvento dominante e assoluto di tv e moviole.

Lo sport raccontato da Gianni Brera è quello dell’epica dei protagonisti spesso mai visti direttamente dai lettori e che proprio grazie al racconto di Brera prendevano forma davanti agli occhi dei tifosi. Le partite eclatanti, le tappe infinite e durissime, ma anche le scorribande fuori dai campi di gioco in cui i giochi continuavano a tavola nelle trattorie come nei locali metropolitani.

Quello di Brera – nato a San Zenone Po e uomo di una pianura Padana operosa e contadina ormai scomparsa e trasformatasi in uno stretto non luogo tra ferrovie e autostrade – è un mondo infinito di storie a cui però non manca mai una visione teorica e tecnica dello sport. Nei pezzi di Brera la cronaca non scende mai a patti con l’epica, ma la esalta dandole il corpo vivo di un gesto atletico ancora in azione.

Gianni Brera

L’antologia si apre con una presentazione a cura del figlio Paolo seguita da un’introduzione di Mura che è una testimonianza di affetto e stima come si deve ad un maestro. E affettiva è la scelta dei pezzi (e non c’è strategia migliore nel caso di Brera) che condensano cinquant’anni di giornalismo in cento storie da Coppi a Gaul, da Ben Johnson a Mazzola fino a Il principe della zolla che dà il titolo alla raccolta, un breve testo proprio sul senso dello scrivere. Con Brera il giornalismo ha assunto alla sua pienezza di servizio e di testimonianza.

Quel tempo passato nel suo bianco e nero si scioglie ancora oggi tra le pagine di Gianni Brera comprensibile e avvincente. Un tempo che ha avuto proprio nella narrazione dei gesti e degli uomini uno degli aspetti più invidiabili. Avere raccontato è aver visto e soprattutto avere partecipato, ossia quello che oggi manca (insieme ad un’eticità sportiva e culturale) nel momento in cui tifosi e appassionati si sono definitivamente trasformati in semplici spettatori.

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