L’Italia di Antonio Conte fa venire voglia di tifare Islanda

Bisogna ammetterlo che scorrendo i nomi dell’Italia, viene da dire: ma cosa possiamo sperare di buono al prossimo Europeo? Per carità, in campo scendono tanti ammirevoli professionisti, di cui è capofila Graziano Pellè mai apprezzato in Italia, che all’estero ha saputo costruirsi una reputazione a suon di gol. Insomma, la Nazionale italiana di calcio deve fare i conti con il materiale umano a disposizione, anche perché – pur volendo – in giro non si vedono talenti che il commissario tecnico lascia a casa per chissà quali ragioni. Ma la necessaria premessa non giustifica tanta noia, soprattutto se a questa si somma la solita spocchia griffata Antonio Conte. Che, alla fine della fiera, nega anche il saluto ai telespettatori.

L’allenatore dell’Italia, al termine della partita contro la Bulgaria vinta con uno striminzito 1-0, ha rilasciato controvoglia le dichiarazioni, mostrando l’antica idiosincrasia alle interviste. Le domande e le osservazioni, peraltro, non erano nemmeno così cattive, tipo Buffon decisivo (contro la Bulgaria lo è stato in due occasioni, tra cui una durante il recupero), De Rossi imperdonabile (ha preso un rosso per fallo di reazione quando si sta vincendo, cos’altro aggiungere?). Eppure lui, Antonio Conte, contrariato a prescindere, ha risposto piccato ai microfoni Rai nella consueta intervista post partita. E all’ultimo quesito su De Rossi, dopo aver pronunciato “non lo deve fare”, è andato via senza nemmeno salutare. Proprio così: ha voltato le spalle lasciando di sasso il suo interlocutore. E tutte le persone a casa.

Già è difficile comprendere questo eterno ostracismo alle legittime domande di un giornalista. Ma risulta decisamente incomprensibile la mancanza di rispetto nei confronti dei telespettatori, che già con “coraggio” – e quindi con grande affetto verso i colori azzurri – hanno assistito a una partita non proprio strepitosa sotto il profilo tecnico. I tifosi, ancora di più quando si parla di Nazionale, meritano il rispetto da parte di tutti, a cominciare dal tecnico che guida l’Italia. Andare via e girare le spalle, non è solo un gesto di ‘disprezzo’ nei confronti di una persona che sta svolgendo il suo lavoro – tra l’altro con grande correttezza – ma è un atto di arroganza maleducata nei confronti di chi è davanti alla televisione. E davvero non comprende tanto astio verso l’universo-mondo in una situazione di crescente disinteresse verso le sorti degli azzurri.

Ecco, signor Antonio Conte, io sono disposto a perdonare i risultati deludenti, pur sperando che in campo si veda qualche idea in più rispetto a quanto avvenuto contro Malta e Bulgaria, comprendendo la difficile situazione del calcio italiano. Ma non posso assolutamente tollerare, che dopo essermi sorbito (insieme ad altri italiani) per mera passione spettacoli tutt’altro che sopraffini, non meriti nemmeno il suo saluto. Perché altrimenti al prossimo Europeo mi viene davvero voglia di tifare per l’Islanda che ha costruito un miracolo. Uno di quei miracoli che ti fanno dire “nonostante tutto vale la pena di seguire il calcio”. Altro che arroganza e mancanza di rispetto.