Bruxelles

Da Bruxelles a New York, il Capodanno è meno festa e più terrore

31 Dicembre 2015

Dopo gli attentati di Parigi abbiamo sentito dire più volte: «Non cambieremo le nostre vite». Un mantra necessario per auto-convincerci di fronte alla minaccia di un nemico quasi invisibile. Invece dobbiamo ammetterlo: le cose sono cambiate, eccome. E l’arrivo del nuovo anno rappresenta una conferma.

I media di tutto il mondo, dal Guardian alla Cnn, mettono in primo piano l’allarme terrorismo per i festeggiamenti del Capodanno 2016: si teme un’azione sanguinosa proprio in uno dei giorni di festa per eccellenza. A Bruxelles sono stati addirittura cancellati gli appuntamenti in programma: ci sarebbe stata troppa gente facile bersaglio per pazzi sanguinari. Beninteso, si tratta di una misura necessaria specie in presenza di qualche minaccia specifica: in cima alle priorità resta la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini. Ma dalla capitale del Belgio giunge anche il segnale di una resa – si spera temporanea – alla barbarie assassina. Il ragionamento ricalca la linea: niente celebrazioni, perché c’è troppa paura. E soprattutto c’è il timore di non riuscire a controllare la situazione. Una scena in parte vissuta nel week end del 21-22 novembre, quando a Bruxelles è scattata un’autentica caccia al jihadista solo in parte risolta con una maxi operazione di polizia.

In queste ore anche gli Stati Uniti d’America tornano a vivere l’incubo del terrorismo islamico. I media internazionali parlano di pericoli per il Capodanno 2016 a New York, Los Angeles e Washington. E addirittura l’ambasciata statunitense a Dacca, in Bangladesh, è stata individuata come un possibile bersaglio di attacchi terroristici. L’innalzamento del livello di allerta sarebbe conseguito all’operazione scattata in Turchia, dove c’è stato l’arresto di due persone trovate in possesso di vari chili di esplosivo: probabilmente avrebbero colpito Ankara nella notte di San Silvestro. Ma, secondo le prime informazioni ci potrebbe essere un legame tra i due arrestati e la possibile organizzazione di un attentato sul suolo statunitense, benché non sia stato riferito il motivo di tale collegamento. L’unica certezza appare la nuova vulnerabilità americana di fronte ai seguaci del jihadismo internazionale.

Così le Capitali che hanno deciso di non cancellare il Capodanno, al contrario di quanto stabilito a Bruxelles, dovranno comunque fare i conti con una blindatura degli appuntamenti più importanti. A Londra, Roma, Madrid, Vienna, ma anche a Mosca, il clima di festa e di buon augurio per l’anno che arriva sarà stride con la militarizzazione dei grandi raduni di persone: da una parte i calici e dall’altra i mitra che ‘vegliano’ sui brindisi. Per Parigi, poi, la Notte di San Silvestro sarà una sorte di catarsi collettiva che segue le terribili stragi del 2015, iniziate a gennaio con l’assalto alla redazione di Charlie Hebdo e terminate con il bagno di sangue del 13 novembre. È inevitabile un dispiegamento straordinario di uomini e mezzi per garantire la piena sicurezza di chi attende il 2016 sotto il cielo parigino. Ma in questo modo il Capodanno sarà con meno festa e più terrore.

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