Lavoro
Quegli eroi con la partita Iva di cui Renzi e Camusso non parlano mai
La polemica di oggi è ormai trita e ritrita, stucchevole fino alla noia. A Renzi che (a ragione) dice che fare impresa in Italia è un atto eroico (al Presidente del Consiglio l’arduo compito di rendere meno eroica l’impresa), e rincara con una stoccata dal destinatario chiaro a chi “crede che per migliorare le cose serva alzare la voce sempre di più”, risponde Susanna Camusso che grida (appunto) i veri eroi sono le persone normali, cioè i lavoratori dipendenti che coi loro sacrifici hanno consentito alle imprese di andare avanti. Sembra che alla guida del più importante sindacato italiano sfugga che centinaia di migliaia di imprenditori italiani, nella crisi, fanno parecchia fatica ad arrivare a fine mese, che insomma sono “persone normali” a tutti gli effetti.
Siamo alle solite, insomma. Renzi e la Camusso continuano a rappresentarsi l’uno in opposizione all’altra, a definire la propria identità pubblica e i confini del proprio consenso puntandosi contro il dito a vicenda. E così sia. A fare impressione, in questo quadro, è l’assoluta, permanente assenza dal dibattito, perfino dalla retorica e dalla propaganda, dei milioni di lavoratori atipici di questo paese. Parliamo dei freelance con Partita Iva che, proprio in questi giorni, grazie ad Acta, stanno cercando di fare sentire la loro voce cercando di evitare che entri in vigore un aumento dell’aliquota Inps al 33% (dall’attuale 27,72%) deciso dal governo Monti e dal ministero di Elsa Fornero, e che il governo di Matteo Renzi non sembra intenzionato a smantellare.
Al di là del singolo provvedimento che pure grida vendetta, fa impressione il permanente silenzio in cui i lavoratori freelance con partita Iva sono sempre avvolti nel dibattito pubblico. Il dibattito politico italiano sembra ancora sospeso nella dicotomia novecentesca tra imprenditori e salariati, tra padroni e dipendenti, e per i milioni di lavoratori che non stanno né di qua né di là non c’è alcuna attenzione, nessun progetto sostenibile che ne riconosca il ruolo vitale nell’economia italiana, nessuna memoria. Salvo quando si tratta di aumentare le aliquote insidpensabile per pagare la pensione degli altri: in quel caso, di colpo, la politica si ricorda di loro.
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