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Plus-24Ore: Luigi Guiso contro Varoufakis inventa un nuovo premio al rischio

21 Febbraio 2015

Il supplemento Plus del Sole 24 Ore contribuisce ancora alla lotta contro l’ignoranza finanziaria fornendo un altro esempio di ignoranza finanziaria ai massimi livelli. Stavolta coglie anche l’occasione per rafforzare la campagna che il Sole 24 Ore ha condotto contro la Grecia, con editoriali che definivano il Primo ministro greco Alexis Tsipras e il Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis “provocatori del debito”.

Stavolta l’esercizio di ignoranza non è rappresentato dal solito consulente indipendente che dalle colonne di Plus consiglia mutui a tasso vartiabile perché oggi il tasso a breve è basso (risposta da somaro, perché il riferimento è il tasso IRS, non quello a breve).  Stavolta c’è di mezzo un accademico, un collega, e soprattutto c’è l’intento politico di screditare la proposta greca. Per questo non possiamo esimerci dall’intervenire.

Trovate il prezioso contributo a pagina 9 dell’inserto Plus di oggi,  sotto il titolo, già di sapore da “gufo”: «Non esistono bond legati alla crescita». La firma è prestigiosa. Si tratta di Luigi Guiso, prodotto di scuderia Servizio Studi di Banca d’Italia e che oggi si firma: Axa Professor of Household Finance all’EIEF, l’Ente Einaudi.

La tesi di Guiso: i bond legati alla crescita non ci sono.  Anzi, sarebbe  bellissimo che ci fossero, ma  purtroppo non ci sono. E perché non ci sono? E qui il Professor Guiso sfodera una stonatura che sarebbe difficile tollerare da uno studente. Ecco la minchiata galattica:

«Il vantaggio per un sottoscrittore di un titolo del debito pubblico è che dà un rendimento prevedibile e certo, e per questa certezza si è in genere disposti a concedere uno sconto sul tasso»

Senz’altro il Prof. Guiso pensava ad altro quando ha scritto questa frase. Se avesse pensato a quello che stava scrivendo si sarebbe reso conto che, per un’immediata estensione del suo teorema improvvisato, gli investitori dovrebbero pagare un premio per investire su un CCT (un titolo il cui pagamento di interessi non è prevedibile e certo) invece che su un BTP. Invece è noto che è vero il contrario. Sui titoli a tasso fisso non si paga uno sconto, ma un premio. Nella letteratura scientifica, sterminata e che il Prof. Guiso conosce benissimo, si chiama “term premium”.

Anche la logica del “non esistono e una ragione ci sarà” non regge. In fondo, un titolo indicizzato alla crescita del PIL non è molto diverso da un titolo indicizzato all’inflazione. In fondo, in uno scenario giapponese di crescita reale zero il titolo indicizzato al PIL coincide con il titolo indicizzato all’inflazione. E allora perché i titoli indicizzati all’inflazione esistono? E non esistono sporadicamente, se in Italia rappresentano il 15% del debito pubblico in circolazione, come rilevato dalla audizione del responsabile della gestione del debito pubblico Maria Cannata di fronte alla Commisione Finanze della Camera dei Deputati.

In realtà, quindi, i titoli indicizzati al PIL assolvono una funzione simile a quelli indicizzati all’inflazione. E il Prof. Guiso sa bene che anche i titoli indicizzati ai tassi di interesse possono essere legati all’evoluzione dell’inflazione, nella misura in cui regge un famoso risultato chiamato “effetto Fisher” (i tassi a breve si muoverebbero in ragione uno a uno con l’inflazione attesa). In più, come ho riportato recentemente su lavoce.info, poiché il valore di prodotti indicizzati a PIL e inflazione  è negativamente correlato con la probabilità di default di un emittente sovrano, sono i titoli indicizzati a infllazione e PIL a godere di un premio per il rischio di credito minore di titoli a tasso fisso. Su questo però devo ricordare che non ci sono risultati pubblicati, ma una tesi di laurea svolta da una mia studentessa in collaborazione tra l’Università di Bologna e l’Imperial College di Londra.

Insomma, questa volta il Professor Guiso, che altre volte ha sviluppato temi di grande interesse nella sua colonna su “Risparmio & Investimenti” di Plus-Sole 24 Ore, ha preso una bella cantonata. Speriamo che non sia una cantonata su commissione nella campagna di stampa contro Varoufakis. Rischia di un brutto colpo alla reputazione sua e di Axa che ne sponsorizza la cattedra, oltre che a Eief che tra le sue attività, per colmo di ironia, ha la missione di combattere l’ignoranza finanziaria. Al professore non resta che spiegarsi, o provare a pubblicare qualcosa che documenti la sua teoria: un Guiso premium, il premio che il mercato attribuirebbe per la fluttuazione delle cedole, o per prodotti che non si conoscono.

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