Teatro

Danza e Teatro da Roma a Genova: con Bersani, Manfredini e Cirillo

15 Gennaio 2025

ROMA _ A tutta Danza. Orbit/ Spellbound, Centro nazionale di produzione apre il 2025 a Roma con una stagione ricca di appuntamenti con il meglio della scena italiana, in tre teatri diversi, da gennaio a maggio: Palladium, Biblioteca Quarticciolo e Spazio Rossellini. Il programma disegnato da Valeria Marini mette in palinsesto da gennaio a maggio diciotto spettacoli – tra cui due prime assolute e tre nazionali- nel ciclo battezzato “In levare”. Protagonisti i coreografi che hanno segnato al meglio le ultime stagioni della danza contemporanea nazionale_ dalle star Abbondanza/Bertoni, Michele Di Stefano, Roberto Castello, Enzo Cosimi, Chiara Bersani e Michela Lucenti alle recenti rivelazioni: da Luna Cenere a Roberta Racis, senza dimenticare la scena internazionale con presenza dal Libano a Israele. Ad inaugurare il ciclo nei giorni scorsi al Palladium è stata “Venus vs Adone” ultima creazione di Enzo Cosimi, dramma di un amore non corrisposto che ha al centro “il culto dell’immagine del corpo e della forza vitalistica dell’uomo, la relazione dominante con la natura, la violenza della morte, l’universo queer”. Allo spettacolo ha collaborato per la regia e drammaturgia Maria Paola Zedda. Ad interpretare le due figure shakespiriane sono Leonardo Rosandin, un Adone ossessionato “dalla costruzione della sua macchina/corpo” mentre Alice Raffaelli ha dato vita alla figura di una Venere lacerata che cerca “disperatamente di accenderne il desiderio”. Nel lavoro Cosimi recupera riferimenti a lui cari come l’immaginario di Andy Warhol, la pittura dell’artista sudafricana Marlene Dumas. I costumi sono di Alessandro Lai e le sculture di Daniela Dal Cin.

“Venere vs Adone”, spettacolo della compagnia del coreografo Enzo Cosimi, che ha aperto la stagione di danza “In Levare” di Orbita/Spellbound (Fotografia di Paolo Porto)

Il 24 gennaio sarà la volta di Michele Di Stefano e il gruppo mk allo Spazio Rossellini con “Panoramic Banana” un “caleidoscopio di danze e immagini immerse in una sonorità ibrida con cui il coreografo crea uno spettacolo vibrante che esplora, nello stile trasversale tipico di mk, nuovi territori sospesi tra l’euforia dell’ignoto e il desiderio di ritorno a una dimensione più selvatica e profonda”. Gennaio si chiude il 31 al Palladiun con la prima assoluta di “Il sesso degli angeli” di Roberto Castello e la sua compagnia Aldes. In scena le due danzatrici Erica Bravini e Ilenia Romano a interpretare “la partitura asimmetrica e a tratti spiazzante del coreografo, tra il desiderio di centralità dell’umano e i paradossi di nuove tecnologie, mercato e intelligenze artificiali”.

Ad aprire febbraio, il 7 allo Spazio Rosselini sarà la coreografa Chiara Bersani con “Sottobosco” . Punto di partenza per la performance è “l’immagine di un gruppo di bambini e bambine con disabilità, smarrito in un bosco”; suggestione che l’autrice sviluppa attraverso un workshop che precede lo spettacolo nei due giorni prima del debutto diventandone parte integrante, con la collaborazione dell’artista Elena Sgarbossa e della partitura musicale eseguita dal vivo della compositrice Ilaria Lemmo.

Il 14 febbraio, il Teatro Biblioteca del Quarticciolo è tutta per una delle promesse della nuova coreografia italiana, la napoletana Luna Cenere in “Mercurio” nato dall’incontro della danzatrice con il sassofonista Antonio Raia. Tre giorni dopo, il 17, sarà di scena all’Auditorium del Parco della Musica, Sala Petrassi, con “Vanishing Place” , opera sul rivelare e il nascondere che ha vinto il Premio Nuove Coreografie 2023 della Biennale di Venezia.

Una scena dello spettacolo “Il sesso degli angeli” del coreografo Roberto Castello e della compagnia Aldes in  prima assoluta a Roma  (Fotografia di Mario Morroni)

Un’altra giovane danzatrice, Valentina Dal Mas è protagonista -sempre all’Auditorium della Musica, Teatro Studio Borgna – il 15 febbraio alle ore 19 e il 16 alle ore 11 con “Da Dove Guardi il Mondo?” coprodotto da Abbondanza/Bertone e la sera del 16 presenta “Luisa” coprodotto da La Piccionaia. Ed è la compagnia Abbondanza/Bertone a chiudere il 21 febbraio al Palladium con “Viro” una “riflessione sull’identità maschile nel contemporaneo, controcanto della ricerca iniziata dalla storica compagnia con lo spettacolo Femina”, presentato nella stagione dello scorso anno.

Ad aprire il mese di marzo al Palladium sarà l’intrigante “Les Fleurs” coreografia di Michela Lucenti ispirata al poema di Charles Baudelaire “Les Fleurs du Mal” danzata dal Balletto Civile. Sei giorni più tardi, 13 marzo allo Spazio Rossellini approda il coreografo libanese Charlie Prince e la prima nazionale di “The body symphonic”, performance-concerto che è un’opera meditativa sulle molteplici crisi del Libano negli ultimi anni. Si torna al Palladium il 21 marzo per assistere all’opera del duo spagnolo Akira Yoshida e Lali Ayguadè, “Together to get there”, riflessione sulla comunicazione non verbale e sull’essenza della natura umana. Sette giorni più tardi al Teatro Biblioteca Quarticciolo è di scena la coreografia dell’israeliano Daniel Ben Ami “Umak” danzata da Tamar Razin, sulle musiche originali di Omar Metioui. Nello stesso spazio il 4 aprile è il turno del trio composto da Giovanfrancesco Giannini, Fabio Novembrini e Roberta Racis del centro Koper con “Vanitas” dedicato alla crisi del nostro tempo.

Il 15 e 17 aprile nello Spazio Rossellini focus su Farm in the cave, pluripremiata compagnia id teatro fisico guidata dal regista e coreografo Viliam Dočolomanský, residente presso il DOX Centre for Contemporary Art di Praga, che presenta due spettacoli in prima nazionale: “Refuge” (il 15) e “Commander” (il 17).

“Refuge” della compagnia praghese Form in the Cave del coreografo Viliam Dočolomanský in prima nazionale a Roma (Fotografia di Michal Hancovsky)

Altra prima nazionale quella che propone Michael Incarbone, artista multidisciplinare allo Spazio Rossellini “Fin che ci treme il cuore” prodotto da Pin Doc. In chiusra di stagione lo Spazio Rossellini ospita il 9 maggio “Decisione consapevole” di Roberto Tedesco, prodotto da Korper, un “ una mappa concettuale pensata per guidare le sessioni di improvvisazione”. In scena quattro performer che si confrontano tra loro guidati soltanto da “quattro parole chiave: Isolamento, Intimità, Comunicazione, Comunità”. Il 20 maggio infine è la volta di “Fortuna” di Piergiorgio Milano artista associato al centro Orbita/Spellbound: un lavoro tra danza e circo, paesaggi sonori e visivi e musiche originali dal vivo di Steeve Eton.

Rimanendo a Roma, ilo 17 gennaio alle 19 al Teatro Biblioteca Quarticciolo la compagnia TeatroViola e Cranpi presentano;: “Parlami terra”, spettacolo pensato per le nuove generazioni di Federica Migliotti, coreografie di Damiano Ottavio Bigi. Con Gaia Tinarelli e Marco Pulieri. Lo spettacolo è un “intimo percorso di scoperta di sé e della propria natura che nasce da un’immagine venuta in sogno e che di un sogno parla, quello di Gaia, una ragazzina qualsiasi, che viene ri-svegliata da un’incomprensibile voce per ritrovarsi su una cassettiera in un non luogo. Attraverso questa misteriosa “porta magica”, Gaia attraverserà gli ambienti generati dagli elementi della natura che Madre Terra – è sua la voce che la guida – vuole farle esplorare ed esperire fuori e dentro di sé”.

“Cinema Cielo”, spettacolo a cura di Danio Manfredini di scena all’Arena del Sole, sala De Berardinis di Bologna (Fotografia di Daniele Ronchi)

Dalla danza al teatro. Ecco gli appuntamenti da non perdere per questa settimana. Il consiglio è tanto più valido per “Cinema Cielo”, spettacolo storico del grande Danio Manfredini, ideazione e regia, di scena il 17 e il 18 gennaio nella Sala De Berardinis dell’Arena del Sole di Bologna. Con Patrizia Aroldi, Vincenzo Del Prete, Giuseppe Semeraro e lo stesso Danio Manfredini. Le luci sono di Maurizio Viani. Produzione di Sardegna Teatro e Teatri di Bari (lo spettacolo ha avuto il Premio Ubu nel 2004, come migliore regia). Nel titolo, lo spettacolo si ispira al Cinema Cielo di Milano, una sala cinematografica a luci rosse ora chiusa. Danio Manfredini ambienta la scena all’interno di questo insolito luogo, in cui, “tra le poltroncine, appaiono e s’incontrano i personaggi, parte di un’umanità che soffre di solitudine, per la quale il sesso è bisogno, evasione, merce, voglia di compagnia e fantasma d’amore. Lo sguardo degli spettatori è rivolto quindi alla sala cinematografica, come fossero delle spie che osservano i movimenti e le interazioni tra le presenze che abitano questo posto surreale.”

A Genova sono da non perdere i due lavori di Massimiliano Civica e Antonio Cirillo, proposti all’interno della Stagione di prosa del Teatro Nazionale. Civica riprende un titolo di Neil Simon, “Capitolo Due” , poco rappresentato in Italia dal 16 al 19 al teatro Gustavo Modena. In scena: Maria Vittoria Argenti nel ruolo di Jennie, Ilaria Martinelli in quelli di Faye, Aldo Ottobrino è George, e Francesco Rotelli nei panni di Leo. Luci di Gianni Staropoli, scene di Luca Bandini, prodotto dal Metastasio di Prato. In quest’opera Simon, per la prima volta “volle “mettere in commedia” una dolorosa esperienza di vita intima e personale, ovvero la morte della prima moglie, inaugurando il “secondo capitolo” della sua vita artistica”. Il protagonista, George, non riesce ad accettare di essere diventato un vedovo finchè suo fratello Leo gli farà conoscere Jeannie, un’attrice alle prese con un fallimento matrimoniale.

“Capitolo Due” di Neil Simon, regia di Massimiliano Civica al teatro Gustavo Modena di Genova. Gli attori: Aldo Ottobrino e Maria Vittoria Argenti (Foto di Duccio Burberi)

«Con questa commedia –afferma il regista Massimiliano Civica – uno dei più grandi drammaturghi del ‘900 inizia un nuovo percorso che lo porterà a diventare un maestro nel dare vita a storie dove i protagonisti dicono e fanno cose buffe in ridicolo contrasto con la tristezza che provano, raccontando con empatica e dolente consapevolezza “quella dolorosa gioia che è vivere”. Dopo Genova lo spettacolo sarà replicato al Fabbricone di Prato, dal 21 al 26 gennaio, al Teatro Storchi di Modena, dal 30 gennaio al 2 febbraio, al Teatro Strehler di Milano dal 1 al 6 aprile.

Antonio Cirillo, dal 14 al 19 gennaio al Teatro Ivo Chiesa di Genova, rivisita il mito di Don Giovanni intrecciando i due testi teatrali: quello in prosa del Seicento di Molière e il libretto in versi del Settecento di Da Ponte per l’opera di Mozart. Antonio Cirillo è in scena nel ruolo del protagonista accompagnato da: Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini. Scene di Dario Gessati, costumi di Gianluca Falaschi, luci di Paolo Manti, musiche di Mario Autore. Coproduzione Teatro Nazionale di Genova, Marche teatro e i Nazionali di Napoli ed Emilia Romagna (Ert). Regia dello stesso Antonio Cirillo.

Fondamentale in questo “Don Giovanni” come del resto in tante recenti creazioni di Antonio Cirillo è il rapporto tra musica e parola pensando ai grandi riferimenti del recitar cantando in un’operazione che mette insieme tante visioni legate al personaggio di Don Giovanni, “così come tanti sono i modi di interpretare la natura dei miti nel corso dei tempi. Perché in fondo – chiosa Cirillo – questa è anche la storia di chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne”.

“Don Giovanni” in cartellone al teatro Ivo Chiesa di Genova. Da sinistra Antonio Cirillo e Giacomo Vigentini (Fotografia di Tommaso Le Pera)

Dopo Genova lo spettacolo andrà in scena: dal 24 al 26 gennaio – Venezia Teatro Goldoni; 28 gennaio – La Spezia Teatro Civico; 31 gennaio –Tortona, Teatro Civico; 1 e 2 febbraio – Novara Teatro Coccia; dal 4 al 9 febbraio – Catania Teatro Verga; 12 febbraio – Russi, Teatro Comunale; dal 13 al 16 febbraio – Bologna Arena del Sole; dal 18 al 23 febbraio – Torino Teatro Gobetti; 27 febbraio – Adria, Teatro Comunale; dal 28 febbraio al 2 marzo – Pordenone Teatro Verdi; 5 marzo – Teatro dei Marsi di Avezzano; dal 7 al 9 marzo – Siena Teatro dei Rinnovati; dal 11 al 13 marzo –Thiene, Teatro Comunale.

Restando in Liguria, da segnalare, il 17 gennaio al Teatro Cavour di Imperia lo spettacolo “Il Clown dei Clown”, scritto, diretto e interpretato dal blasonato comico e clown David Larible. Con Andrea Ginestra. Al pianoforte Mattia Gregorio. Luci di Mirko Oteri. Si tratta di un “One man show” che raccoglie il meglio dei numeri comici di questo celebre artista apprezzato in tutto il mondo. Dall’America alla Russia. Vincitore del Clown d’oro al Festival del Circo di Monte Carlo. Sulla scena il racconto di un uomo delle pulizie che sogna di diventare clown e alla fine ci riesce. acconta la storia. “Larible gioca coi grandi miti dell’italianità: la prima ballerina, l’opera lirica, la musica classica, e propone uno stile di clownerie unico al mondo, che tiene assieme la comicità poetica della visual comedy contemporanea e l’irresistibile veracità dello spettacolo popolare, condendo il tutto da brani musicali che lui stesso interpreta (sa suonare ben cinque strumenti), accompagnato al pianoforte dal Maestro Mattia Gregorio”. La Stagione del Teatro Cavour procede con altri appuntamenti: “La vedova allegra” il 24 gennaio, “Kohlhaas” con Marco Baliani il 30 gennaio.

Al Teatro Cavour di Imperia è in programma “Il Clown dei Clown” di e con Davis Larible con il comico Andrea Ginestra (Fotografia di Raffaele Bellacicco)

Tornando a Roma, al Teatro Basilica, dal 16 al 19 gennaio va in scena “Diario di un dolore”, tratto dall’omonimo libro di Lewis e dall’autoritratto di Franz Ecke, un progetto di Francesco Alberici. In scena Astrid Casali e lo stesso Francesco Alberici. Prodotto da Scarti in collaborazione con il Teatro Piemonte, festival delle Colline Torinesi, Murmuris, Olinda e Lab 121.

Un regista chiede alla sua attrice di lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore, a partire da “Diario di un dolore” di C.S. Lewis. Come si rappresenta il dolore e quali sono i limiti nella possibilità di raccontarlo? La propria biografia può diventare l’oggetto della messa in scena senza il rischio che venga usata a fini spettacolari? E come si fa a ripetere, sera dopo sera, la messa in scena di un dramma, non di finzione, ma reale?

Per la Stagione di Arti performative al Lac di Lugano, il 14 e 15 gennaio va in scena “I ragazzi irresistibili” di Neil Simon con Umberto Orsini e Franco Branciaroli, diretti da Massimo Popolizio. Due anziani attori, che hanno lavorato insieme tutta la vita per poi separarsi a causa di insanabili incomprensioni, sono invitati a riunirsi, per un’unica serata, in occasione di una trasmissione televisiva dedicata alla storia del glorioso varietà americano.. Ma “gli antichi contrasti non tardano a ricomparire, dando luogo a un meccanismo teatrale di geniale comicità e profonda malinconia”.

Dal 16 al 19 è la volta di “The game” di Trickster-p. Coprodotto da Lac che indaga il rapporto tra performance gioco e società. “The game” è un “progetto partecipativo e intergenerazionale che non si limita a sostenere posizioni sociali e culturali esistenti, ma apre uno spazio di possibilità in cui sconvolgerle e modificarle, mostrando come giocare significhi (anche) mettere in discussione visioni e prospettive”.

Il 18 e 19 gennaio in Sala Teatro andrà in scena infine “Aladin-il Musical” di Stefano D’Orazio, la storia di Aladin, furfante squattrinato, e della principessa Jasmine che in questo caso “diventa un musical per tutta la famiglia, con le musiche dei Pooh e la straordinaria partecipazione di Max Laudadio, storico inviato di “Striscia la notizia”, qui nel ruolo del Genio della lampada”.

Una scena tratta dal musical “Aladin” di Stefano D’Orazio con la partecipazione di Max Laudadio che sarà rappresentato prossimamente nella Sala Teatro di Lugano
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